IV. La fine delle lezioni

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Le lezioni stavano per terminare, mancavano pochi giorni alle vacanze di Natale e stava passando il foglio per chi sarebbe rimasto ad Hogwarts per le vacanze. Le firme erano poche e tra quelle poche c'erano quella di Lily, Sirius, Remus e Severus.

Lily decise all'ultimo di non tornare a casa, prima di tutto per potersi esercitare con la magia, cosa che non poteva fare a casa dato che era una famiglia di soli babbani e i minorenni non potevano fare magie davanti ai babbani, e secondo perchè non avrebbe voluto passare un altro Natale a litigare e a farsi sottomettere da sua sorella Petunia.

Sirius odiava la sua famiglia che era costituita da soli Serpeverde ed era molto felice di poter restare ad Hogwarts.

Remus, figlio di Lyall Lupin e di una babbana, decise di rimanere ad Hogwarts per le vacanze, limitandosi a dire agli amici che i suoi genitori avevano parlato con il professor Silente e insieme avevano deciso che sarebbe stato meglio se fosse rimasto lì ad Hogwarts, e non aggiunse altro.

Severus invece preferì rimanere sperando di riuscire a sistemare le cose con Lily.

Finiti i giorni di lezione, gli studenti che dovevano partire per tornare a casa ebbero due giorni di tempo per preparare le valige prima di partire con l'espresso di Hogwarts alla volta di Londra.

In quei due giorni i dormitori erano talmente disordinati che i pochi che rimanevano ad Hogwarts preferivano lasciare i dormitori e andare in tutt'altri posti: nella Sala Comune, specialmente chi aveva voglia di giocare a scacchi dei maghi in un luogo caldo, nella libreria, chi aveva voglia di avvantaggiarsi i compiti o anche solamente leggere in silenzio, nella Sala Grande, chi aveva voglia di chiacchierare o mangiucchiare dolcetti, nel parco, chi aveva voglia semplicemente di fare una passeggiata con gli amici a chiacchierare...

Sirius e Remus camminavano per il parco ricoperto di neve e raggiunsero il Lago Nero che, per il freddo, si era ghiacciato. Rimasero lì davanti per un pò, a discutere sulle lezioni e sul Natale. Quando si decisero a tornare al castello videro Severus accovacciato sotto un albero a leggere. A quell'ora al parco erano rimasti solamente loro tre. Severus li vide passare e Sirius si fermò e chiese, con tono arrogante, «che ci fai qui da solo Serpeverde?»

Remus prese l'amico per un braccio per farlo continuare a camminare, ma Sirius si trattenne. Severus lo guardò, fece un cenno con la testa per scacciare la domanda e riprese a leggere. Remus a quel punto disse, «dai Sirius andiamo», ma l'amico continuò a rimanere lì davanti a Severus aspettando una sua risposta.

«Ti ho fatto una domanda Serpeverde», e così dicendo gli prese il libro da sotto gli occhi e glielo buttò a terra, dove si bagnò.

Severus si alzò in piedi e cercò di reagire, ma Remus si mise tra i due cercando di farli ragionare. Chiese scusa a Severus da parte di Sirius e portò l'amico via prima che succedesse qualche casino. In quello stesso istante, Lily arrivò correndo e chiese ai tre cosa stesse succedendo. Remus raccontò in poche parole l'accaduto e poi se ne andò con Sirius. Lily rimase sola con Severus. La ragazza stava per girarsi e andarsene quando Severus disse, «grazie».

«Per cosa?», domandò la ragazza.

«Per esserti interessata», rispose.

«Ero venuta a cercarli».

«Lo so, ma mi hai visto in difficoltà e sei corsa ad aiutarmi», disse Severus, con un briciolo di speranza nella voce.

«Voglio semplicemente che non si mettano nei guai per niente», rispose.

«Non fa niente, mi hai comunque aiutato. E anche se sono mesi che ormai non ci parliamo e sembriamo due sconosciuti, voglio dirti che mi manchi e che vorrei che dimenticassi quello che ti ho detto come io ho dimenticato come tu mi hai trattato. Vorrei tornare a essere amici, come prima. Mi dispiace Lily, per come mi sono comportato. Se vuoi essere anche loro amica, a me va bene. Ma vorrei che tu fossi anche la mia».

Lily annuì piano con la testa, fu un cenno quasi impercettibile, ma poi sorrise e lui capì che lei era d'accordo. Si abbracciarono e poi tornarono insieme al castello, parlando di cosa non si erano detti in quei mesi. Lily raccontò dei suoi voti che, come si aspettava Severus, erano tutti impeccabili. Severus parlò del suo grande interesse per le prossime lezioni e del suo intento di rimanere qui per far pace con lei. Lily rise, pensando che il suo amico in fin dei conti sarebbe riuscito a fare pace con lei e a tornare a casa.

La sera, quando finalmente Lily riuscì a tornare alla Sala Comune di Grifondoro, vide Sirius e iniziò a discuterci.

«Sirius, devi lasciare in pace Severus», disse Lily, interrompendo il gioco degli Scacchi dei Maghi tra Sirius e James.

«Severus chi? Il Serpeverde?», chiese Sirius.

«Si, il Serpeverde, o come vuoi chiamarlo».

«Cosa ti importa di lui? Non vi parlate da mesi; è bastato trattarlo male per farvi riavvicinare?», stavolta a parlare fu James.

«Non posso credere che lo stiate dicendo davvero, cosa vi ha fatto per meritare questo odio?», chiese Lily ai due.

«Lily, devi capire che non è odio quello che c'è fra noi e i Serpeverde o i Corvonero o i Tassorosso, è rivalità. Siamo costretti a non essere amici per la pelle come siete tu e Severus», spiegò James.

«Sono tutte cavolate. Siamo rivali durante le partite di Quidditch e durante l'assegnazione della Coppa finale delle Case, ma per il resto siamo tutti studenti che sono venuti qui per studiare ed imparare. Siamo tutti uguali e non dobbiamo vedere gli altri come nemici, ma come compagni», Lily iniziò a soffocare le parole.

Remus e Peter entrarono dal buco del ritratto e li raggiunsero. Capendo di cosa stessero discutendo Remus disse, «sono d'accordo con Lily, dovete cambiare atteggiamento con gli altri, se no non potete far parte di questa Casa, non avete le capacità di un Grifondoro se la pensate così».

Peter si schierò con Lily e Remus, e così facendo James e Sirius capirono di star sbagliando e si scusarono.

Più tardi, James e Peter salirono nel dormitorio e finirono le valige per essere pronti la mattina seguente e per poter partire con l'Espresso di Hogwarts.

La mattina seguente erano ufficialmente iniziate le vacanze di Natale. I ragazzi che rimasero a scuola, salutarono calorosamente e augurarono un buon Natale a coloro che partirono con il treno.

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