FrancescoMargilio alicearno0000
Ecco qui.
È stato più che altro un esercizio sul dialogo, se devo essere sincera😅
Sono troppo stanca per scrivere altro.__________________________
Nella sua carriera il commissario Clark aveva avuto l'occasione di vedere molti individui bizzarri, ma quello di fronte a lui in quel momento li batteva tutti. Era alto, molto alto, più di tutti presenti, E se questo non fosse stato abbastanza per renderlo degno di nota anche il suo abbigliamento era inusuale: indossava un cappotto lungo e scuro, dall'aria costosa, e sotto dei pantaloni chiari probabilmente nuovi. Il tutto gli dava un'aria molto seria, ma prestando più attenzione si poteva notare che sotto il cappotto indossava solo una canottiera, che il commissario sospettava un tempo fosse stata bianca, ma adesso si presentava di un colore indefinito a metà tra il grigio e il marrone, e le sue scarpe assomigliavano fin troppo a delle pantofole.
Insomma, non indossava certo una divisa da poliziotto, e allora perché era lì? Quando il commissario glielo chiese lo sconosciuto lo guardò confuso, poi disse con naturalezza: << È morto qualcuno qui, no?>> Davanti a quella frase pronunciata senza il minimo tatto il commissario rimase senza parole per qualche secondo, aprendo e chiudendo la bocca come un pesce (con il quale condivideva gli occhi vacui e sporgenti, ma guai a farglielo notare!). Finalmente ritrovò le parole, e le usò per dire allo sconosciuto che sì, era appena morto qualcuno lì, e proprio per quel motivo doveva andarsene. Una persona normale a quel punto si sarebbe scusata e avrebbe levato le tende... Ma quello non era un uomo normale.
Con un sorriso disse: << Allora sono nel posto giusto. Vede, io sono un investigatore privato; mi ha ingaggiato la figlia della donna che è morta.>> <<E perché avrebbe dovuto? Non c'è nessun mistero da risolvere>> ribatté il commissario.
<< Secondo la signora sì. Mi ha riferito che al momento del decesso la madre era in compagnia di due sue amiche di infanzia, che lei definisce come...>> L'investigatore tirò fuori dalla tasca un foglietto ed iniziò a leggerlo al commissario
<< Due orribili sanguisughe senza cuore che dovrebbero andare a... No, meglio che non legga il resto>> disse, mettendo velocemente a posto il pezzo di carta. Il commissario rivolse un sorriso di circostanza allo strambo investigatore di fronte a lui. Era fuori questione che lo lasciasse entrare.. . .
E invece lo aveva fatto entrare. Il commissario non si capacitava della sua azione: un minuto prima era sicuro che lo avrebbe rispedito a casa sua, quello dopo gli stava aprendo la porta. In quel momento stavano entrambi esaminando il salotto della casa, sotto gli occhi vitrei del cadavere dell'anziana, la signora Marta Stephens, e lo sguardo preoccupato delle due donne che avevano ritrovato il cadavere, Luna Sky e Lola Walker, le anziane per cui la figlia della vittima aveva tanto riguardo.
Il commissario Clark avrebbe voluto spostare il cadavere, ma su questo la scientifica era sempre irremovibile: il corpo doveva rimanere lì dov'era.
L' agente si rese conto di essersi incantato a fissare la pelle bluastra del cadavere solo quando il detective gli diede un colpetto sulla spalla e gli sussurrò all'orecchio che aveva bisogno del suo aiuto.
<<Per fare cosa?>> chiese il commissario, ma l'investigatore non rispose. Si rivolse invece alle due donne:
<< Bene signore, potreste spiegarmi cosa è successo qui?>>
<< Certo>> rispose quella che sembrava la più anziana tra le due, Luna << Ci siamo incontrate verso le tre del pomeriggio per prendere un tè insieme; è una cosa che facciamo spesso, quasi ogni settimana, ma non sempre. Settimana scorsa infatti non abbiamo avuto occasione di vederci, e questo ci è dispiaciuto molto, anche perché era il compleanno di Marta...>>
<< Basta così, basta così >> disse l'investigatore, puntando il dito verso l'altra donna, Lola. << continui lei.>>
Dopo un attimo di smarrimento, l'anziana iniziò a parlare: << Essendo state assenti al compleanno di Marta avevamo comprato un vassoio di pasticcini alla panna. Ci siamo alzate per andarli a prendere, e quando siamo tornate Marta era accasciata sul divano che si stringeva la gola con le mani. Sembrava proprio un attacco d'asma, quindi ci siamo messe a cercare il suo inalatore, ma non lo abbiamo trovato. Magari se solo avessimo cercato meglio...>> la donna smise di parlare ed iniziò a piangere e perdere muco dal naso come se non ci fosse un domani, al che la sua amica le porse un fazzoletto con la mano guantata.
Il commissario, a quel punto, pur di evitare di rimanere ad ascoltare l'anziana che tirava su con il naso, prese la parola: << Avete detto che la signora aveva un inalatore in casa: soffriva spesso di attacchi d'asma?>>
<< Sì>> rispose Luna << fin da piccola, ci ha detto >>
<< Avete trovato infine l'inalatore?>>
<< No, vedendo che stavamo perdendo tempo abbiamo chiamato un'ambulanza.>>
Quando la donna finì di parlare calò un silenzio pesante nella stanza, rotto solamente dai singhiozzi di Lola.
Fu l'investigatore a ricominciare il dialogo: << Vi dispiacerebbe signore sedervi sul divano di fronte alle rispettive tazze? Per cercare di ricostruire la scena.>>
Le due donne si guardarono, scioccate. << Lei si rende conto che su quel divano c'è un cadavere, vero agente?>> disse Luna.
<< Ne sono perfettamente consapevole, signore. E non chiamatemi agente: sono un investigatore privato, io.>>
<< Ma... non dovremmo cercare di non toccare niente fino all'arrivo della polizia scientifica, signor investigatore?>>
<< Sì, ovviamente, infatti vi sto chiedendo di sedervi di fianco al cadavere, non sopra. Coraggio, non è pericoloso. >>
Le due anziane guardarono il commissario, come a chiedergli il permesso. Lui semplicemente scrollò le spalle; il suo sguardo sembrava dire "accontentatelo e facciamola finita ".
Con passi piccoli e lenti le due amiche si avvicinarono al divano. Non appena si furono allontanate abbastanza, l'investigatore iniziò a parlare al commissario: << Sospetto che le signore ci stiano tenendo nascosto qualcosa>>
Il commissario fece una faccia sorpresa <<E cosa glielo fa pensare? >> disse.
<< Quando ho interrotto la prima anziana, l'altra ha continuato il discorso nello stesso modo che probabilmente avrebbe usato la sua amica. Credo se lo siano preparato in anticipo.>>
<< E quindi cosa facciamo?>>
<< Cerchiamo di capire cosa è successo per davvero in questo salotto che puzza di vecchio, ovviamente>>
Il commissario si sentì preso in giro:
<< Questo mi pare ovvio, ma come procediamo?>>
<< Lei si occupi dei due fossili viventi. Io devo verificare una cosa.>> disse l'investigatore, per poi annunciare ad alta voce che sarebbe andato in bagno.
Il commissario Clark invece raggiunse le sospettate sul divano.
<< Bene mie care, ricordate quale fosse la vostra tazza?>>
In silenzio, le due donne indicarono le rispettive tazze.
Il commissario iniziò ad esaminare il tavolino. Sopra vi erano le tre tazze, una zuccheriera e una teiera pressoché piena. Tutte e tre le tazze contenevano ancora un po' di liquido, ma...
<< Signora Lola, ha detto di essere venuta qui per prendere un tè, vero?>> fece il commissario, guardando negli occhi la donna.
<< Sì, certo.>> rispose lei << Come ogni volta >>
Il commissario indicò la tazza che la signora aveva identificato come sua, poi parlò : << Allora perché la sua tazza è piena di caffè?>>
<< Io non bevo mai il tè, non mi piace.>> disse l'interrogata << Luna glielo può confermare>>.
Il commissario si girò quindi verso l'altra donna << È così?>> le chiese.
<< Sì >> rispose lei << Lola ha iniziato a bere caffè all'età di quattordici anni, e da quel momento non ha più smesso. Lo adora>>. Il commissario cercò di mascherare la sua delusione. E lui che pensava di aver appena scoperto qualcosa di importante!
Tempo di fare qualche altra domanda alle due, che l'investigatore tornò, tenendo in mano... una borsetta da donna.
<< Questa è la sua borsa, signora Sky?>> chiese.
<< Sì >> disse Luna << Ma perché diavolo ce l'ha lei?>>
L'investigatore non rispose . Si mise invece a frugare nella borsa della donna, sotto lo sguardo allibito (e infuriato, nel caso della proprietaria ) dei presenti. Quando finalmente appoggiò la borsa, in mano aveva una boccetta vuota.
<< Vuole dirci lei cosa conteneva questa boccetta o aspettiamo l'arrivo della scientifica?>> fece, sorridendole.
L'anziana rimase completamente immobile per qualche lungo secondo, poi sputò un insulto che assomigliava a un "bastardo!" e si accasciò sul divano.
Il tutto avvenne sotto lo sguardo parecchio confuso del commissario e della vecchia Lola, che non capivano. << Qualcuno può spiegarci cosa è appena successo?!>> chiese infatti l'agente.
<< La signora qui davanti ha appena confermato i miei sospetti; ha avvelenato lei il tè di Marta Stephens, vero?>> disse l'investigatore.
La donna gli rivolse uno sguardo di odio puro << Ormai mentire non mi servirebbe più a nulla, vero?>>
<< Temo proprio di no. Può quindi dirci perché e come ha agito o devo provare a dedurlo io?>>
<< Per carità, no>> disse con voce stanca la donna << non ne posso più di sentirla parlare. Racconto io.>>
Diede una veloce occhiata al cadavere steso sul divano, poi iniziò a raccontare:
<< Anni fa, quando mio marito era ancora in vita -pace all'anima sua- ho avuto il sospetto che mi tradisse. Gliene ho parlato, e lui ha detto che non era assolutamente così. Ma ogni volta che vedeva Marta... c'era qualcosa tra i due, ne ero sicura. Il modo in cui si guardavano, come se condividessero un segreto solo loro, mi faceva impazzire. Poi però lui è morto. Dopo la sua morte Marta si è comportata da perfetta amichetta: mi veniva a trovare, diceva di essere così dispiaciuta... ma tutto ciò che diceva suonava falso alle mie orecchie. Ogni volta che chiudevo gli occhi sentivo la sua voce sussurrarmi che, nei suoi ultimi istanti, mio marito aveva pensato a lei, e... non potevo farcela. Dovevo fargliela pagare per aver preso ciò che era mio. La parte più difficile è stata ottenere l'acqua Tofana. Sa che cos'è, giusto?>>
L'investigatore annuì << Una soluzione di acqua e arsenico. Un veleno inodore e incolore.>>
La donna (e assassina) annuì, poi continuò il suo discorso: << Mi è bastato versarlo nella teiera. Quella vecchia era talmente rimbecillita che non si è accorta di niente, e l'altra stupida beve sempre caffè, quindi non degna la teiera di un solo sguardo.
Quando Marta ha iniziato a stare male Lola ha scambiato il tutto per un attacco d'asma e si è messa a cercare come una disperata l'inalatore. Era stata lei l'ultima a toccarlo, quando l'ha spostato per non sedercisi sopra. Pensando di averlo perso mi ha pregato di non dirlo alla polizia, e io son stata ben felice di prometterle il mio silenzio. >>
L'investigatore guardò la donna per quelli che a lei sembrarono secoli, poi scrollò le spalle e sussurrò tra sé e sé: <<Dilettante>>
<<Come?>> fece il commissario
<< Ho detto>> ripetè il detective << che è una dilettante. Quella boccetta conteneva abbastanza veleno da spedire all'altro mondo almeno cinque persone, e lei lo ha versato tutto nella teiera. Si vedeva lontano chilometri che il tè era stato annacquato con qualcosa.>> l'investigatore si sistemò le maniche del cappotto, poi si diresse verso la porta << Signori>> disse << Il mio lavoro qui è finito>>
<< Aspetti! Non può mica andarsene così! Deve venire con me in centrale!>> esclamò il commissario, più confuso che mai. Prima quell'uomo risolveva il delitto come se fosse un rebus, poi pretendeva di svanire come uno spirito?
<< Invece credo proprio che me ne andrò >> disse l'investigatore << Anche perché non dovrei nemmeno essere qui>>.