Commisariato

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La macchina si fermò di fronte ad un imponente edificio bianco costernato di enormi vetrate. Una recinzione, alta almeno tre metri costeggiava il palazzo. Prima di poter entrare all'interno del cortile d'ingresso, L'agente Sasha estrasse il distintivo di riconoscimento da mostrare alla guardia della torretta all'entrata. Dopo aver passato i controlli parcheggiarono la macchina a fianco ad alcune volanti della polizia. Dopo aver spento il motore, Sasha estrasse le chiavi. Aspetto qualche secondo prima di scendere dalla vettura, il clima di tensione che si era creato dopo quella domanda la stava schiacciando. Sfregava nervosamente le dita tra loro. Doveva dire qualcosa, aveva le parole in bocca ma era come se le sue labbra fossero cucite. In un attimo aveva perso la capacità di esprimersi, o forse aveva semplicemente paura. Non volava rivedere quell'espressione sul suo volto. Non voleva sentire la rabbia trapelare attraverso le sue parole. Il suono della portiera che si apriva la riportò seduta sul posto del guidatore. James stava per scendere - Aspetta!
Quella parole le uscì di getto. Non si era nemmeno resa conto di averlo fatto, ma aveva funzionato. Aveva attirato l'attenzione dell'uomo che voltatosi verso di lei la guardava in attesa di ottenere una risposta. - Che c'è ?
Chiese lui. Non era per niente curioso di sapere cosa volesse sapere, anche se lo sapeva già. Aveva intenzione di chiarire la situazione accaduta qualche istante prima tra loro. Non c'è ne era bisogno, perché qualsiasi cosa avesse detto non l'avrebbe colpito. Non era mai accaduto. La ragazza farfugliava qualcosa tra se e se, a filo di voce quasi impercettibile. Rilassava nella sua mente per filo e per segno quello che avrebbe voluto dire. Testa bassa, sguardo fisso sul cruscotto della macchina.
- Guarda che non abbiamo tutto il giorno - Sbuffo James, stufo di dover attendere - se per caso vuoi dirmi che hon sbagliato prima allora ti avviso già che non bon intenzione di..
- Io ora sono la tua collega! - esordi la ragazza con un tone dinvode alternato, interrompendo James per la Prima volta. Di scatto lui richiuse la porta. Non si era reso conto dell'azione compiuta ma la voce della ragazza l'aveva costretto ad ascoltare. Per la prima volta era curioso di sapere ciò che una persona a lui estranea aveva da dirgli. Per la prima volta qualcuno aveva avuto il coraggio di interromperlo, prendono posizione contro di lui. - Io non me ne andrò come hanno fatto tutti i tuoi precedenti colleghi solo perché se un insensibile bastardo!
La ragazza si voltò verso di lui. La tensione dentro di lei era sparita. La fronte corrucciata, le sopracciglia rivolte verso il basso. Quella era la sua espressione arrabbiata. Il tic tic delle unghie delle dita che battevano sul volante accompagnava il sul monologo - Puoi dirmi ciò vuoi, puoi trattarmi nella maniera peggiore possibile ma sappi che io non me ne andrò, non scapperò via - prese il distintivo sbattendoglielo quasi contro il viso - Io sono un poliziotto e farò il mio lavoro anche se questo vuol dire sopportare te per il resto della mia vita - un leggero tremore faceva muovere il distintivo su e giù - Quindi te lo ripeto: io non vado da nessuna parte sarò la tua collega che ti piaccia oppure o no!

Un grande discorso pensò James.
Anche se aveva detto quelle parole piene di orgoglio e di rispetto per se stessa e questo lavoro c'era voluta tutta la sua forza di volontà per tirarle fuori. Quel leggero tremore pian piano aumentò. Il distintivo scomparve dal campo visivo di James. In voltò Sasha era rossa, non per il freddo ma per la tensione.
James sorrise tornando ad aprire la portiera della macchina stavolta uscendo dal veicolo, senza dire niente. Non c'era bisogno di risponderle, accentuare la discussione non avrebbe portato a nulla e quella ragazza era carica di tensione. A qualsiasi sua affermazione lei sarebbbe scattata, difendendosi anche se non c'è ne era bisogno. Lui aveva capito, aveva compreso che quella ragazza non era come tutti gli altri. Qualsiasi cosa lui avesse tentato, qualsiasi contorta affermazione non l'avrebbe abbattuta. Era giovane, inesperta, incapace a controllare le sue emozioni lasciandosi coinvolgere dai rapporti umani. Era caparbia testarda e non si sarebbe arrese a lui. " Forse lei ..." ciò a cui pensava James svanì in un istante quando come un flash la scena di casa sua gli si parava di fronte agli occhi. Il suo sorrise si spense, il sul sguardo si incupì ed il sul malumore riapparve in superficie in un solo istante. Bruscamente chiuse la porta dietro di se lasciando Sasha chiusa in macchina. Da sola.

Sasha ebbe un sussulto nel momento in cui sentii il profondo botto dalla chiusura brusca della portiera. Vide il volto di James, ricoperto da uno spesso strato di rabbia che nascondeva il sul viso come una maschera.
" Oddio adesso l'ho fatto arrabbiare veramente!! " penso la ragazza arruffandosi i capelli cercando di scuotersi. Fece un respiro profondo aspirando tutta l'aria pulita che era entrata. Quelle parole le era uscite come una mitragliatrice ed a causa della tensione non si era nemmeno ricordata di respira correttamente. Aveva il viso rosso, le mani le tremavano ed il suo cuore batteva all'impazzata contro il sul torace, come se stesse per esplodere da un momento all'altro. Poggio una mano sul petto inspirando ed espirando profondamente - Datti una calmata Sasha - si ripete più volta ad alta cercando di convincere se stessa che non era successo nulla di grave - Ora entri la dentro e fai il tuo lavoro, qualsiasi cosa lui ti chieda di fare tu lo farai!
Inspirava ed espirava. Lentamente, ripetutamente, fino a quando non raggiunse un equilibrio mente/corpo. La sua mente era sincronizzata al suo respiro. Regolare.

Toc toc.

Si destò di colpo, scossa dalla suono delle noche che battevano sul finestrino. Si voltò ed a lato della macchina vide un ragazzo in divisa. L'immagine offuscata a causa della condensa che si era creata con il freddo. Utilizzando la manica cella giacca ripulì la porzione di vetro che le permise di intravedere il volto di un giovane ragazzo, in divisa. Capelli corti scuri arruffati sul viso, dalla guance leggermente rosate ed un sorriso sincero sulle labbra - Va tutto bene? - Domandò.
Sasha si sistemò la giacca del giubbotto, controllando attraverso una rapida check se fosse presentabile. Respiro a fondo due volte e poi uscii. Aprii bruscamente la porta andando quasi a colpire il ragazzo di fronte, senza nemmeno accorgersene - Si - rispose anche se non era uscita completamente dalla vettura - Tutto bene.
Di fronte uno all'altro i loro sguardi si incrociaro. Vide i suoi occhi, di un verde luminoso inciso da raggi color nocciola. Era alto, fisico asciutto a cui la divisa aderiva molto bene, mettendo in mostra quello che era il suo bel aspetto. Le mani appoggiate alla cintura a cui era agganciate pistola, manette e manganello. Lo sguardo di lei girava ogni centimetro del corpo di quel ragazzo, non sapendo dove soffermarsi. Le sue labbra asciutte era leggermente aperte lasciando passare un filo di aria fredda. - Tutto bene? - le domandò nuovamente il ragazza notando lo stato di confusione della ragazza.
Sasha si colpi la coscia della gamba con la mano cerco di svegliare il suo corpo da quella trans inaspettata - Si, si certo tutto bene!
Lui le sorrise. Aveva capito il suo imbarazzo e per smontare la tensione che le girava attorno cerco di metterla a suo agio - Scommetto che questo è il tuo primo giorno - lei annui, distogliendo lo sguardo da lui, incapace di resistere a quella forza magnetica che la trascinava sempre più vicina a lui - Dai vieni ti accompagno dentro, stavo giusto entrando per un caffè.

Non appena James varco la soglia un uomo alto, dalla schiena incurvata gli si avvicinò.
- Ehi James - James ricambio il saluto del collega con un sguardo che lo fulminò in un solo istante - Giornata no.
Senza bisogno di alcuna spiegazione l'uomo seguii James fino alla sua scrivani. In mano reggeva una tazza di caffè ancora fumante. Portava un vecchio vestito consumato dal tempo, dal color terra bruciata. Il volto imbruttito dall'età, caratterizzato da profonde rughe a da una ruspiosa barba bianca poco curata. Al lato del taschino pendeva la cordicina d'ooro di un orologio, nascosto preziosamente all'altezza del cuore. Sorseggiando il suo caffè si avvicinò a James. Il suo passo era lento. Incistante, a tratti zoppicante. - Oggi non dovevi venire con la tua nuova collega? - domandò continuando a sorseggiare il suo caffè. James seduto alla sua sedia non rispose, alzò lo sguardo al collega lasciandogli intuire che era accaduto qualcosa.
- Non l'avrei già fatta scappare.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 08, 2020 ⏰

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