Bianco.

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Dove sei? Mi rigiro nel letto e non riesco a trovarti. Eppure il calore dell' abbraccio in cui mi hai stretto fino a un attimo fa é ancora così reale. La parte di letto accanto a me é fredda, eppure sento ancora i tuoi capelli che mi solleticano le guance e la tua risata cristallina.

Cerco di richiamare alla mente la tua immagine: credo di conoscerti da sempre, ma qualcosa nei tuoi occhi mi ricorda qualcosa di antico e mi fa sentire come se fossi nata ieri.

Mi concentro sulla tua figura esile che é rimasta impressa per prima cosa nei miei occhi, poi nella mia mente e nel mio cuore: la tua figura di giovane donna, con due grandi occhi verdi, profondi, come se avessero visto tutte le meraviglie e le malvagità del mondo nel corso di pochi anni. La tua veste é bianca, sulla quale i tuoi capelli ricci e scuri risaltano. Sei di una bellezza degna di essere raffigurata in un'importante mostra d'arte, per essere ammirata da chi ama guardare ciò che é davvero bello.

Ricordo di come ti sei girata, come per invitare a seguiti, prendendomi per mano. E mentre mi stringevi in un abbraccio, ho capito cosa ti rendeva così bella e perché continuavo ad avere la sensazione di conoscerti da sempre: le tue ali.

Due bellissime ali bianche che si sono aperte per sfiorarmi delicatamente le braccia che ti spingevano.

Come un puzzle immaginario, tutti i pezzi si collegano nella mia mente,e tutto si spiega.

É il 23 settembre, e compio 17 anni.

17 anni, 8 mesi e 14 giorni senza te, la mia sorella gemella, il mio angelo. E come ogni anno mi sei comparsa in sogno, per regalarmi un dolcissimo abbraccio e per farmi desiderare il paradiso.

Sono questi rari momenti con te mi donano la vita.

Corro in cucina, e trovo nostro fratello che cerca di nascondere dalla mia vista la torta che stava decorando insieme alla mamma. 17 candeline.

E tu non avevi avuto neanche il tempo di soffiarne una.

Nei miei momenti più scuri sono stata molto arrabbiata con te: detestavo che tu mi fossi lontano, che tu potessi essere felice mentre per me era così difficile fare qualsiasi cosa.

Ma poi continuavo a volerti bene.

La mamma non capisce il nostro rapporto, pensa che io inventi tutto, o che sia un modo per fingere che tu sia ancora qui. Pensa che io non abbia superato il distacco da te e che senza te io non riesca nemmeno a essere soltanto me stessa. E qui non sbaglia.

Se siamo state concepite insieme é perché siamo destinate e vivere insieme tutta la vita. Ma tu, comunque, sei reale. Esisti e non sei solo un riflesso di che che mi é rimasto del cuore che la mia mente malata é riuscita a distorcere a suo piacimento.

Intanto la torta era pronta e le candeline erano state accese. Diciassette.

"Esprimi un desiderio!", dice il nostro fratellino. Desidero che tu sia qui con me. Che le candeline siano 34, perché per due persone 17 anni sono pochi. Vorrei girarmi di scatto e trovarti dietro di me, mentre stai per sporcarmi il naso con la panna della torta. Soffio su 16 candeline, desiderando di sognarti ancora. Riprendo il fiato e soffio sull' ultima, stando ben attenta a non desiderare niente, per non rubarti neanche una minima percentuale del tuo desiderio.

Il cielo sottoterraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora