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ANITA'S POV

"Preferirei che tu mi aiutassi invece di marcire su una poltrona." Sbuffai per l'ennesima volta in quella giornata, solo per ricevere come risposta il niente.

Mi maledii mentalmente la sera in cui accettai quello stupido stage lavorativo, con il solo scopo di impegnare la mia estate in qualcosa di proficuo per il mio futuro.

Ero ovviamente affascinata da questo tipo di lavoro, avevo addirittura preso in considerazione in futuro di trasferirmi a Chicago per frequentare la Northwestern University, ma di sicuro il mio obiettivo non era quello di darmi delle arie con la fama ed il cognome di mio padre e quello di Mattia.

Volevo costruire qualcosa di mio.

A differenza mia, invece, Mattia era il tipico figlio di papà.

Da quando lo conoscevo, non aveva fatto altro che acquistare vestiti super costosi, accessori da cifre stroboscopiche e negli ultimi due mesi aveva cambiato all'incirca tre auto.

Amava il lusso, essere ammirato ed era per questo che scaturiva in me indifferenza totale.

Mattia, da quando ne avevo memoria, era sempre stato privo di valori.

"Dovresti provare a rilassarti, non stai davvero investendo in qualcosa che rivoluzionerà il mondo." Rise, mentre batteva il suo piede sinistro sulla moquette grigia.

"Tu invece dovresti provare a chiudere la bocca e impegnarti in qualcosa." Sbottai esausta lanciando un fascicolo di fogli sul suo petto per poi lasciare la stanza del nostro temporaneo ufficio.

Mi recai alla macchinetta del caffè, cliccai il mio preferito ed aspettai.

Lavorare nell'azienda di mio padre mi causava un certo disagio; ero osservata dalla maggior parte dei dipendenti, e sapevo per certo che nelle loro teste fluttuavano pensieri negativi su me e Mattia, ma mai nessuno l'avrebbe ammesso.

"Ne fai uno anche a me?" Sobbalzai quando quest'ultimo sbucò alle mie spalle.

"No, fattelo da solo." Dissi per poi scansarlo e andare nuovamente verso l'ufficio.

Avrei parlato con il signor Polibio, non avevo una certa confidenza, ma non gli avrebbe fatto piacere sapere che il suo caro figlio non riusciva nemmeno a tradurre un email dall'italiano all'inglese. Come diamine faceva se aveva vissuto lì?!

Fare la spia era una cosa da veri immaturi, ma mi toccava farlo dato che avevo una pazienza e Mattia aveva toccato il limite svariate volte.

Aveva addirittura portato il suo amico in ufficio per organizzare un incontro di Fantacalcio.

Mi misi seduta dietro l'enorme scrivania di legno scuro, sorseggiai il mio caffè mentre scorrevo tra le numerose email.

Il mio compito non risultava così tanto difficile: dovevo semplicemente leggere varie offerte da altri commercianti per effettuare importazioni di commercio, escludendo la parte noiosa, ovvero tradurre i numerosi fascicoli di lingue a me sconosciute da parte dei commercianti esteri.

Stavo perfino imparando il cinese così!

Quello di Mattia era estremamente più facile del mio: per via del suo trascorso in Italia, suo padre gli aveva assegnato di leggere e informarsi, a distanza, della sua società nella sede di Milano; ma a quanto pareva, era più importante restare a fissare il suo dannato cellulare.

Lo sentii entrare pochi minuti dopo, aveva chiuso la porta dietro di se e si era recato alla solita poltrona.

"Allora, sei così noiosa anche con Anthony?" Ridacchiò facendo ruotare una pallina di carta tra le sue dita.

Affari d'amore || Mattia PolibioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora