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ANITA'S POV

Che cosa mi passava per la testa? Che cosa avrebbe pensato di me il mio ragazzo?.. o forse non più.

Forse pensava che io fossi una poco di buono.
E come dargli torto?

Ero andata a pranzo con Mattia, poi la festa insieme e per finire colazione a casa con mia madre presente; ero ridicola, avrei dovuto chiedere scusa ad Anthony, probabilmente.

Erano due giorni che ero rinchiusa nella mia camera, avevo saltato il lavoro fingendo un'influenza con i miei genitori che, stranamente, ci avevano creduto.

Non avevo sentito e visto nessuno, Anthony era scomparso, non mi aveva nemmeno mandato un messaggio; al contrario, Mattia aveva intasato il mio cellulare con numerosi messaggi.

Era perfino venuto a casa mia il giorno prima, ma avevo chiesto a mia madre di mandarlo via, non avevo davvero voglia di vedere nessuno.

Era come se avessi un peso sullo stomaco; in tutta la mia relazione con il mio non attuale ragazzo, non avevo mai fatto un passo falso.

Non che avessi fatto qualcosa di male con Mattia, insomma non l'avevo baciato e né c'era stata l'intenzione, però pensai che se fosse stato il contrario, sarei anche io stata arrabbiata.

Il solo pensiero di Anthony circondato da numerose ragazze mi rendeva irrequieta.

L'unica cosa che non capivo, era la sua esagerata gelosia, poiché precedentemente non aveva mai avuto reazioni del genere, nonostante varie battutine e commenti ricevuti da coetanei.
Anzi, a lui nemmeno importava.

Perché allora era così con Mattia?

Il piccolo dibattito che c'era stato tra di loro l'altro giorno, mi fece capire che c'era dell'altro sotto, qualcosa che io non potevo sapere e questo mi aveva torturato per due giorni interi.

'Non ho bisogno delle cose degli altri.'

Era ciò che aveva detto Mattia.
Si riferiva a me? Ero intenzionata a scoprirlo.

Afferrai il mio telefono e scorsi nella rubrica cercando il suo nome.

Anthony si sarebbe arrabbiato ulteriormente, ma non m'importava.

Se c'entravo qualcosa, io avevo il diritto di saperlo.

'Dove sei?'

Digitai senza nemmeno scrivergli un misero ciao.

Nonostante il mio messaggio risultasse freddo e senza emozioni, Mattia non esitò a rispondere nei secondi successivi.

'Casa. Perché, hai deciso di vedermi?'

'Per parlare. Dove possiamo vederci?'

Scrissi precisando il mio unico obiettivo.

'A casa. Non mi va di vestirmi e muovermi, sono sveglio da poco.'

Anche se l'idea di andare a casa sua non mi entusiasmava più di tanto, me la feci comunque andar bene.

Controllai più e più volte in giro per casa se ci fossero i miei genitori per evitare qualsiasi ramanzina sul mio sgattaiolare fuori da casa, dato il mio fingermi malata, ma per fortuna c'era solo la cameriera intenta a preparare uno dei suoi squisiti pranzi.

La salutai educatamente e ritornai in camera per prepararmi.

Indossai un pantaloncino a vita alta e una maglia bianca della Saint Laurent che arrotolai più volte per poi annodarla a causa del suo essere due taglie più grande.

Misi le sneaker, un filo di mascara e uscii per incamminarmi verso la casa di Mattia.

Una volta arrivata, fui accolta dalla signora Amelia che lavorava per i Polibio da quando ne avevo memoria; mi disse che il ragazzo era ancora nella sua camera, la ringraziai e mi affrettai per raggiungerlo.

Spalancai la sua porta per poi richiuderla alle mie spalle: era seduto sul suo letto, i capelli erano spettinati, indossava una maglia bianca e dei joggers grigi.

Quasi adorabile, pensai.

"Buongiorno." Dissi sorridendo.

"Avrei dovuto evitare il tuo messaggio come hai fatto tu con me." Disse marcando il tu come se volesse causarmi dei sensi di colpa.

"Lo so. Hai ragione." Abbassai il capo, quasi mi dispiaceva, infondo si era preso anche il disturbo di venire a casa mia per controllare come stessi.

"Ma non l'ho fatto perché volevo davvero vederti." Disse con la voce più rauca del solito.

Restai sorpresa da quell'affermazione, spalancai leggermente la bocca guardandolo.

Non volevo sapere nemmeno il motivo di ciò che aveva detto, forse avevo paura di scoprirlo o di cosa sarebbe potuto accadere successivamente.

Mattia era strano, quasi cambiato, probabilmente non l'avevo mai conosciuto per com'era realmente e avevo semplicemente buttato su di lui bizzeffe di pregiudizi.

In un certo senso, potevo dire che mi piaceva quella persona o meglio, frequentarlo.

Nei pochi momenti che avevamo trascorso assieme, io ero stata sempre bene, riempita da attimi di spensieratezza.

Era inconsueto avere dei pensieri su quel ragazzo che non riguardassero l'odio o il considerarlo ripugnante, ma probabilmente i piccoli gesti avevano fatto sì che il velo d'odio che celava i miei occhi si dissolvesse e che potessi vederlo per ciò che era veramente.

"Perché sei venuta?" Parlò nuovamente rompendo il silenzio che si era formato da un paio di minuti.

"Ho bisogno di spiegazioni." Dissi.

"Se sei venuta per sapere di me ed Anthony, sei sulla strada sbagliata Anita." Sbuffò ridendo.

Aprii bocca per risponderlo ma fui interrotta dalla sua voce.

"Pensavo mi volessi chiedere almeno scusa, sai! Mi hai cacciato da casa tua e nonostante ciò ti ho mandato dei messaggi, troppo, che tu hai volutamente evitato. Sono venuto sotto casa tua e mi hai fatto chiudere la porta in faccia da tua madre." Sbottò alzandosi dal letto.

"Scommetto che quel deficiente che ti ritrovi come ragazzo, non si è interessato a te tanto quanto l'ho fatto io." Si avvicinò.

"Non è vero." Mentii guardandolo negli occhi, fece lo stesso per poi ridere amaramente e voltarmi le spalle.

"Quello che c'è tra me ed Anthony, te lo dirà lui. Come dovrà dirti tante altre cose." Si distese sul letto guardando il soffitto.

"Quali altre cose?" Alzai un sopracciglio.

"Dio, non ti dirò un cazzo! Chiedilo a lui." Sobbalzai quando alzò la voce.

In quel momento era come se volessi piangere, percepivo i miei occhi lucidi e non capivo se fosse per come mi stesse trattando Mattia o per tutti i misteri che tornavano a galla uno ad uno.

Non ci pensai due volte e corsi via da casa sua, ma non prima di aver salutato la signora Amelia che mi guardò preoccupata.

Tornai a casa, avevo pianto per tutto il tragitto come se volessi liberarmi da quell'enorme peso che mi affliggeva.

Salii le scale velocemente, chiusi la porta a chiave e mi catapultai sul mio letto.

Da un giorno all'altro, avevo scoperto più di quanto già sapessi: la nuova versione di Mattia e i segreti da scoprire di Anthony.

Sobbalzai quando il telefono vibrò nella tasca posteriore del mio pantaloncino, lo afferrai e fui sorpresa nel vedere il nome del moro lampeggiare sullo schermo.

'Scusami, non avrei dovuto trattarti così.'

'Hai tutte le ragioni per averlo fatto.'

Risposi giustificandolo.

Infondo non era colpa sua, e non spettava a lui raccontarmi qualunque cosa Anthony mi stesse nascondendo.

'No. In realtà, mi sei anche mancata. Mc donald's per farmi perdonare?'

Non seppi il perché, ma il mio cuore accelerò il suo battito nel leggere l'ultimo messaggio, dimenticando cosa fosse accaduto, come se tutto il resto non contasse.

Affari d'amore || Mattia PolibioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora