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Luke's pov

Al mio risveglio la casa è vuota. Annuso l'aria. Nessun odore di pancakes... strano, Phil li cucina sempre la mattina quand'è di buon umore. E oggi dovrebbe essere di buon umore, è riuscito a convincere Nathan a dormire con sé...
Sospiro. Questa cosa di Nathan non andrà a finire bene, me lo sento. O almeno, non per tutti.

Esco dalla mia stanza e andando in bagno passo davanti alla camera di Phil. La porta è chiusa. Staranno ancora dormendo, chissà cos'avranno fatto ieri sera. Mi guardo allo specchio. Non ho fame stamattina. Faccio una doccia e indosso dei pantaloncini, una maglia termica e le scarpe da ginnastica. Uscirò per fare una corsa.

Quando torno la casa è ancora deserta. Strano. Molto strano. Guardo l'ora: le undici. Philip è un tipo mattiniero, non potrebbe alzarsi mai così tardi. Apro la porta della sua camera con violenza. Come previsto, ad accogliermi c'è solamente un letto disfatto. Dove saranno finiti? Oh Phil, se è uno scherzo giuro che ti scuoio vivo.
Esco nuovamente di casa, senza cambiarmi, ma sulla mia amata moto, stavolta.
Percorro tutti gli interinari soliti del biondo, ma di lui non c'è traccia. E in quel momento un pensiero si fa largo nella mia mente. Il tizio che ha rapito Nathan. Potrebbe aver fatto loro qualcosa. Faccio marcia indietro e mi dirigo verso il West side. Arrivo al muro di mattoni, tutti sanno che lì si può trovare gente disposta a trascorre con te la notte o parte di essa. Non c'è nessuno. Eppure qualcosa attira la mia attenzione. Una panchina. Non è coperta soltanto da graffiti, ma è anche macchiata di sangue. E per terra, accanto ad esso, c'è una bottiglia rotta. Impreco.
Abbasso nuovamente io paraocchi del casco e accendo io motore. Mi dirigo nell'unico posto dove potrei trovarli: quelle maledette case a schiera dove questa maledetta storia è cominciata.

the rent guy • gay storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora