Capitolo I

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"Il guerriero sa che è libero di scegliere ciò che desidera: le sue decisioni sono prese con coraggio, distacco e, talvolta, con una certa dose di follia."

P. Coelho


L'anziana donna giaceva nel letto esanime.

I capelli ormai candidi sparsi sul cuscino e intrisi di sudore, la pelle giallastra e cadente tipica di un malato terminale. Il corpo gonfio per l'idropisia.

L'edema le aveva deformato i lineamenti e nulla rimaneva dell'antica avvenenza.

Il corpo della donna venne scosso da uno spasmo violentissimo di tosse, dovuto alla febbre polmonare che la stava uccidendo.

Due candide mani fresche le si posarono sul viso. La vecchia aprì gli occhi e vide la giovane che da giorni la accudiva amorevolmente.

«Ma ... Máirín ...» rantolò l'anziana donna.

La ragazza sorrise dolcemente: «Stai giù, nonna. Non ti sforzare. Io sono qui con te.»

Così dicendo prese un panno bagnato e lo passò delicatamente sulla fronte febbricitante della malata.

La vecchia, con lentezza estenuante, sollevò un braccio scheletrico e con la mano deformata dall'artrosi, accarezzò il viso liscio e rosato della nipote.

Era bella Máirín, coi lunghi capelli castani boccoluti e quegli occhi straordinariamente espressivi.

Gli occhi di sua nipote...

Le avevano sempre tanto ricordato lui. Non nel colore: gli occhi di lui erano verdi, quelli della ragazza di un vivace color nocciola. Ma il taglio era quello, così come la forma delle labbra, lievemente asimmetrica.

L'anziana donna sussurrò: «Assomigli davvero molto a tuo nonno, piccola mia.»

La fanciulla sussultò: « Al nonno Domhnall? Dici sul serio? Non lo avevo mai notato...»

Un velo di tristezza passò negli occhi cisposi della vecchia. Un tempo erano stati verdi ma ormai risultavano grigiastri e spenti. L'anziana donna aprì la bocca per parlare, ma fu colta da un altro accesso di tosse.

«Nonna, ti prego! Ti stai affaticando troppo...»

«No!» la protesta della malata giunse violenta ed inaspettata e fece trasalire la ragazza.

«Ma... tu stai male!»

«Sì, sto molto male...» la voce rauca della nonna sembrava raddolcita «Sto morendo, non mi rimane molto da vivere. E proprio per questo c'è qualcosa che devi sapere...»

Máirín strabuzzò gli occhi. L'anziana parente sembrava molto risoluta. Cercò di opporsi: «Non ora, sei troppo stanca.»

«Ora invece è il momento adatto: non so se supererò la notte.» tossì di nuovo «Aiutami a tirarmi a sedere, per favore.»

La ragazza sollevò la nonna e le sistemò dietro la schiena due guanciali. Premurosamente le domandò: «Sei comoda?»

La vecchia annuì.

«Siediti qui accanto a me, mia cara. C'è qualcosa che tu devi sapere.»

La giovane ubbidì e si sistemò accanto alla nonna nel letto e prese tra le sue le mani deformi dell'anziana parente.

La vecchia tentò di sorridere, mostrando le gengive. La malattia e la debilitazione le avevano fatto perdere tutti i denti. Non riusciva più ad ingurgitare cibi solidi da tempo.

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