Capitolo III

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Pádraig era un uomo risoluto, od ostinato ed ottuso, come lo aveva definito Olwen. Una volta scoperta l'origine della donna che l'aveva curato e guarito la ringraziò con una certa freddezza chiedendo alla stessa di congedarsi e che gli fossero mandati un cerusico e un prete.

La donna, con una smorfia acconsentì senza protestare: se quello stolto tracotante voleva morire per mano di un incompetente che curava qualsiasi cosa con i salassi e di un predicatore cristiano che pensava che ogni avvenimento funesto fosse una punizione divina per chissà quale peccato commesso, che lo facesse pure. Non era affar suo.

O meglio: non lo era più. Olwen sapeva benissimo che ormai il soldato era fuori pericolo. Nemmeno le opinabili pratiche pseudo-mediche del cerusico avrebbero più potuto rappresentare un rischio.

La donna era uscita da pochi minuti quando il prete, Padre Conn, entrò nella stanza di Pádraig. Era alto e molto magro con gli zigomi sporgenti e le guance incavate. Indossava una tonaca scura un po' sbiadita e una croce di legno al collo. Aveva un volto arcigno, perennemente atteggiato in una smorfia di disgusto. La pelle era chiara, i capelli radi di un castano spento e sopracciglia folte e grigiastre che nascondevano due occhi fortemente miopi. Proprio per questo motivo il religioso strizzava spesso lo sguardo assumendo un'espressione che gli sciocchi scambiavano per intelligenza quando in realtà era dovuta unicamente alla cecità.

Padre Conn era il prete che seguiva l'esercito: molti soldati, infatti, avevano sposato la nuova religione, il cristianesimo, e Lord Cerdic aveva ritenuto opportuno, per non creare inutili malcontenti nelle truppe, affiancare ai tradizionali druidi che accompagnavano le sue milizie anche degli esponenti della Fede del Nazareno.

Così, prima di ogni battaglia, mentre i druidi, come d'abitudine, eseguivano riti propiziatori e scaramantici urinando, sputando e mostrando i genitali alle armate nemiche, Conn si aggirava silenzioso e austero spargendo acqua che egli stesso definiva "benedetta" e salmodiando in quel poco di latino stentato che la sua scarsa cultura e intelligenza gli avevano concesso di apprendere.

«Laudetur Jesus Christus, nunc et semper» esordì il religioso scrutando il soldato.

Egli, con una smorfia di dolore, si tirò più ritto nel letto e prontamente rispose: «Semper laudetur».

Esauriti i convenevoli, il prete si sentì in dovere di informarsi sulle condizioni di salute del convalescente: aveva relativamente pochi seguaci nelle fila britanniche e la prematura dipartita di uno di essi avrebbe rappresentato una perdita e uno smacco indelebile per la potenza tanto messa in discussione dell'Unico e Vero Dio. Molto pragmaticamente Conn si interessava più all'immagine pubblica di una religione che stava prendendo piede velocemente, che alla salute del proprio fedele. Una divinità efficiente e potente non permette che i propri seguaci cadano in battaglia, soprattutto per mano di un pagano sassone.

«Sto un po' meglio, Padre. Ma credo di aver bisogno di confessarmi» ammise Pádraig con mestizia.

Il sacerdote era confuso: «Confessarti, sodato? E perché mai? Sei stato privo di coscienza nelle ultime due settimane e per quanto riguarda i tuoi eventuali comportamenti in battaglia sappi che l'Onnipotente perdona chi combatte in Suo nome».

«No, non è per quello. La causa di tutto è la donna che mi ha curato durante i giorni di agonia...» nella voce dell'uomo era percepibile un tono sdegnato: «Non so se tu abbia avuto occasione di vederla, Padre: era una pagana. Una prostituta vestita di rosso che mi ha curato usando chissà quale stregoneria insegnatale dal Maligno! Mi sento sporco, impuro!»

Il prete sgranò gli occhi, incredulo e la sua voce assunse un tono stridulo: «La Meretrice di Babilonia! Vade retro!». Così dicendo si fece istintivamente il segno della croce seguito pedissequamente dal soldato irlandese.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 17, 2020 ⏰

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