Fronte opposto...

155 9 3
                                    

(Leggete i capitoli precedenti in particolare quello dedicato alla guerra)

Ci troviamo cinque mesi dopo la morte della ragazza. Oggi era il suo funerale e America non si dava pace; voleva a tutti i costi capire chi avesse progettato tutto... Ma prima di andare a cercare per l'ultima volta gli indizi fece un salto alla tomba di Artemis e restò lì per una ventina di minuti buoni a piangere. Come era possibile che una grande persona come America potesse piangere? Semplice Artemis era come una figlia, anzi, tutti i soldati che combattevano per la sua nazione erano figli suoi (ma Dio allora hai molti figli, più di quelli con gli altri stati). Ma lei era particolare, era una semplice ragazza con il cuore d'oro e molto molto generosa, tanto da fare dubitare i suoi stessi coach durante gli allenamenti. Sorrise pensando ai momenti felici con lei, gli mancava, ma più di tutto, voleva trovare il mostro che aveva progettato l'esplosione al Grand Casinò. Al più presto

Intanto si fa un bel salto all'anno in cui ricadeva la famosa guerra, un  ragazzo stava vagando per la landa desolata e in mano aveva un fucile Heckler, camminava piano piano cercando di non farsi vedere, quando nota il nemico con una bambina in braccio correre dopo l'esplosione della bomba. In quel momento aveva due opzioni davanti a sé: ucciderlo oppure lasciarlo andare; ma non ebbe il tempo di reagire che un altra bomba scoppiò vicino a lui, lasciandolo gravemente ferito...

Si risvegliò in un letto a baldacchino, le pareti erano tappezzate di tappeti come d'altronde anche il pavimento lo era. Tutto intorno a lui luccicava dando quel senso di lussuoso e ben curato <<Ma dove sono?>> Chiese inutilmente sapendo di non ricevere risposta da nessuno poiché la stanza era vuota; così si alzò dal letto buttando le coperte da una parte, ma appena si guardò le braccia notò che quello sinistro gli era stato amputato, urlò dalla paura e non si sa bene come, anche da dolore che prima di allora non aveva mai provato. Nella stanza accorsero in suo aiuto delle signore che gli intimavano di calmarsi e non agitarsi, ma il quindicenne aveva paura molta paura. Chi erano quelle persone? E cosa volevano da lui? Ma tutto si risolse quando dalla porta dello stanzone entrò un generale molto importante Salami, un uomo che aveva portato solo benefici al paese dopo la morte di Soleimani. Quindi si diresse verso di lui e appoggiò una mano sulla nuca con fare gentile e disse sussurrando <<va tutto bene Said>>
Quel gesto fu l'inizio di tutto

Venti anni più tardi

Giorno dell'esplosione

<<Signori e signore>> disse lo sceicco ridendo e con un bicchierino di vodka in mano <<oggi si festeggia la nostra vittoria. Oggi faremo capire che noi siamo il popolo migliore e che NESSUNO può batterci! Ormai controlliamo l'America come se fosse il nostro stato! Ormai è NOSTRA>>  tutti urlarono di gioia. <<Ed adesso mentre noi siamo qui a festeggiare in questo grattacielo, un gruppo di valorosi soldati è stato mandato a ucciderci, ma non sanno che li abbiamo battuti sul tempo e che saranno loro a morire>>. Varie risatine si sparsero per la stanza <<Said stanno per entrare>> disse un sorvegliante <<ed allora si pronto a farli saltare in aria>> disse per poi appoggiare le labbra al bicchiere e mandando giù un sorso; non vedeva l'ora di vedere la faccia di quell'americano da quattro soldi quando la sua preziosa amica sarebbe saltata in aria insieme all'edificio. Un boato che fece tramare il grattacielo lo svegliò dai suoi pensieri, il Grand Casinò de la Rouge stava crollando con all'interno i soldati mandati per ucciderlo <<sono morti>> disse il sorvegliate <<bene... Molto bene! Ora possiamo festeggiare, alla salute miei cari>> alzando il bicchiere e li guardò negli occhi uno per uno, aveva vinto una battaglia, ma ora mancava la guerra...

Cinque mesi dopo

Ritorniamo al punto da dove è iniziato il capitolo, America stava procedendo con le indagini e stavolta aveva trovato qualcosa di veramente importante. Aveva finalmente scoperto chi era il responsabile e chi realmente doveva esserci in quella camera del casinò, Said un orfano sopravvissuto alla guerra e molto attaccato al generale ucciso dai suoi soldati. Ora aveva capito tutto... Il ragazzo ormai divenuto uomo si era vendicato della morte del generale uccidendo quei ragazzi; sbatté le palpebre perplesso quando scoprì che in realtà il responsabile era morto assassinato dalla moglie qualche settimana prima. Ebbe un soffio al cuore, non sapeva se essere felice della sua morte oppure urlare dalla rabbia... Aveva perso tutto quel tempo per poi scoprire che era morto per mano di una donna e non per la sua...



Cristo santa la polenta! Sto capitolo è lunghissimo.... Però dai è anche venuto bene o no? Si spera ovviamente sia così....
Se avete delle critiche costruttive da farmi fatele pure, non mi arrabbio ovviamente!

Un abbraccio da Fujiko!

🏳️‍🌈 Me e i Countryhumans? (droga e scleri) 🏳️‍🌈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora