Here we go again

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Sfida semi impossibile, ho voluto parteciparvi perché voglio vedere fino a dove arrivo e quindi here we go again, la canzone sopra è dei The Score e si chiama "Legend" mi ha aiutata a scrivere sto coso,che comunemente viene chiamato capitolo. Boh mi sono ispirata alle razzie che combinano i vari clan tra di loro, ma usando personaggi che si odiano tanto tanto, sapete che amo i country di origine spagnola e qualcuno che mi conosce bene ne sa qualcosa lol, quindi, avete anche capito (anche se non credo proprio) personaggio di cui parlerò è Colombia ovvero uno dei personaggi che trovo molto interessante. (Credo che lo sappiano anche i muri e il computer da cui scrivo lol :D) Il titolo è preso direttamente dal testo della canzone, altro? Io non credo, boh ragas vi dico anche che matematica è noiosa... ciauuuu BeaFenice2004 tiè sto coso... Sarà bruttissimo, ma ok

Ore 14:30 via Calle 63

Stavo camminando per la città con il mio caffè in mano, osservavo i passanti, famiglie felici si divertivano e parlavano. Poi il mio pensiero si fermò a quel dettaglio "la felicità" non potevo avere una famiglia con il lavoro che facevo, tutto il giorno a cercare gente pericolosa o intercettare carichi di droga importata nel mio paese. E' un lavoro abbastanza stancante, che ti prosciuga le forze dopo un po'... Sorseggiai la bevanda calda cercando di rilassarmi, finché uno sparo e il suono dei vetri infranti non mi risvegliò da quello stato. Le persone  urlavano, correvano fuori dal bar, ma quella risata mi fece raggelare il sangue nelle mie vene; d'istinto appoggiai la mano sulla cintura in pelle dove nascondevo la pistola, ma non la trovai, andai in panico se non potevo difendere quelle persone esse rischiavano la loro vita e io la mia per una dimenticanza disastrosa. Presi il telefono componendo il numero della mia squadra, chiesi di intervenire velocemente nella via di "Calle 63" spiegando che ero disarmato e la situazione poteva presto peggiorare, nel mentre cercavo di dirigere la gente in luogo dove non potessero essere ferite, quando bambino mi si avvicinò piangendo, all'inizio non gli diedi caso, ma lui mi tirò la maglia continuando a mormorare parole di difficile comprensione << que pasa?>> gli chiesi bloccandogli la mano con una certa forza che lo spaventò, lui si girò e indicò un punto, ovvero l'edificio dove era appena avvenuto uno scontro, o almeno era quella la mia supposizione <<mamá estaba allí...>> mormorò tra i singhiozzi, guardai il cumulo di macerie aspettando che la polizia arrivasse. Finalmente gli agenti intervenirono e controllarono la zona intorno, non trovarono nulla, né chi avesse causato lo scontro né le impronte digitali. Il nulla. Scoprì che tra le vittime dello scontro c'era la madre del ragazzino, che la polizia ricondusse a casa dal padre e poi nient'altro, niente tracce o piste che potessero fornire spiegazioni utili, per indagare.

Passarono 5 giorni dal così detto incidente, scoprì che la matrice di quell'attentato era da parte del mio fratellastro Cuba, avevo ordinato alla mia società di fargli una visitina durante uno dei suoi soliti party... E magari di ucciderlo senza pietà dopo che lo avevo avvertito più e più volte che si fosse avvicinato alla mia gente avrebbe passato solo guai. Ma eccolo lì a mandare i suoi scagnozzi a spacciare nel bar e ad ammazzare i miei civili! Messico aprì la porta dell'ufficio guardandomi triste <<cosa è successo?>> Chiesi alzandomi dalla sedia <<Ehm... Abbiamo trovato il rifugio di Cuba...>> Lo guardai incredulo <<veramente?!>> <<Si... Ma ci ha rimesso la vita Ecuador...>> Aggiunse poi, a quelle parole il mio cuore saltò un battito <<come è successo?>>  Sussurrai, lui non rispose, perché intuì tutto dalla sua espressione era morto per scovare la verità... Le lacrime solcavano il mio viso <<ora voglio ufficialmente la testa di Cuba sul mio tavolo, ma lo farò io di persona>> dissi spostandolo e andando verso la sala dove spesso ci fermavamo per una pausa, erano tutti li come speravo <<sta sera Cuba darà un party... ma questa sera farà una bruttissima fine, oggi pagherà la morte di un nostro amico>> non mi importava se ripetevo le parole, ero arrabbiato e triste per pensare a un discorso che avesse un senso. I ragazzi annuirono guardandomi <<bene, il ritrovo sarà qui per le otto, voglio che vi organizziate bene, niente ritardi o pagherete con la morte, dentro con me verrà solo Mex voi ci avvertirete degli eventuali pericoli, voglio anche dei cecchini pronti, entiende?!>> urlai e un coro di si si levò nella stanza

Quella sera eravamo tutti pronti, non mancava nessuno <<signori voglio che siate alla massima allerta... nessuno deve fallire>>  Messico mi guardò preoccupato <<sei sicuro? Come vuoi prenderlo? Così schioccando le dita?>> <<magari si fratello>> lui mi guardò malissimo come se pretendesse qualcosa di più di una battutina fatta alla cazzo <<ok ok, entreremo dal garage, tanto i bodyguard saranno come al solito a ubriacarsi fino allo svenimento>> Spagna alzò la mano come un bambino che doveva domandare qualcosa alla professoressa <<dimmi mamma>> lui sospirò <<tornerai vivo vero?>> a quella domanda avevo paura di rispondergli, io non sapevo come potesse essere il fato; benevolo? Malevolo? <<non lo so madre>> dissi infine poi mi sistemai meglio il giubbotto antiproiettile e uscì insieme a Mex.
Mi girai per guardarlo, lui annuì per farmi capire che ci fosse <<entriamo>> senza farci vedere da nessuno scavalcammo il recinto e entrammo. La musica si sentiva dappertutto, ma di lui nessuna traccia; Mex propose di guardare nelle camere sapevamo che nelle sue feste si finiva solo con il farlo. Salì le scale cacciando le ragazze che stavano a parlare e bere, poi girando l'angolo sentì vari rumori e così mi appostai lì, con le dita feci un countdown che Mex seguì, arrivato allo zero aprì la porta e mi fiondai dentro. <<Fratellone che bello rivederti>> dissi con rabbia e puntandogli l'arma contro, Cuba sembrò tranquillo <<vi aspettavo ragazzi, Messico sei cresciuto dall'ultima volta che ti ho visto...>> lui si trattenne da non mandarlo a fanculo e mi guardò <<quindi? Perchè non mi hai ancora sparato?>> chiese divertito, mentre nell'auricolare sentivo la voce di mamma che diceva che qualcuno stava per arrivare <<facciamola finita qui>> disse Messico che sembrava preoccupato più di me <<ammazzalo!>> aggiunse <<allora perchè non lo fai?>> chiese Cuba sempre con il suo ghigno sulle labbra, mentre guardava la prostituta impaurita. Già perchè non sparavo? Non lo sapevo nemmeno io finché Messico non imprecò <<troppo tardi>> disse Cuba <<dovevi spararmi quando potevi...>>

FINE FINE FINE DI STA COSA CHE MI È COSTATA UN CASINO DI TEMPO PORCO LEVI SANTO INCINTO DI NON SO CHI 1102 PAROLE ME NE VADO ADDIO. SICURAMENTE POI SARÀ ANCHE SCRITTO MALE... BENEEEEEEEEEEEH

Non ciò voglia di rileggere quindi amen se ci sono degli errori

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