Henry si fece accarezzare senza problemi. Quando mi allontanai un pochino venne a cercarmi. Adesso ero sua amica.
Io: Mi sono sempre sognata di avere un bel cagnolone color crema come il tuo.
Jace: Potrai rivederlo quando vuoi. Ti va di farlo giocare a riporto?
Io: Non lo vorrei stancare, povero cane...
Jace: Questo é un osso duro, non si stanca neanche se lo metti a fare i lavori forzati.
Io: Haha... Va bene.
Jace: aspettami qui. Torno subito.
Vado a prendere la palla.
Io:OK.
Tornò dopo un paio di minuti, con una pallina da tennis in mano che, a dirla tutta, mi sembrava piuttosto consumata.
Jace: tieni, tirala lontano.
Io: ma io...ho una mira da schifo.
Jace: OK, tiro io.
La tirò lontanissimo. Quattro centimetri e finiva in piscina.
Non ebbi neppure il tempo di congratularmi con Jace, che Henry schizzò a corsa verso la direzione in cui era andata la palla, poi, veloce come all' andata, ritornò e lasciò la palla piuttosto sbavata ai piedi di Jace.
Io: wowwww, questo è un' autentico campione!
Dissi battendo le mani e sorridendo.
Jace: dai ora prova tu.
Non volevo farlo insistere troppo quindi tirai. Giuro che mi impegnati al massimo per non fare una figuraccia, ma le cose andarono storte e la palla finì proprio in piscina.
Io: oh accidenti... Mi dispiace tantissimo Jace, ora la riprendo.
Ero rossa di vergogna. Ma mentre camminavo verso la vasca, Henry mi superò. Senza pensarci due volte, si tuffò in acqua per riprendere il suo gioiellino. Ne uscì bagnato come un pulcino, ma corse verso di me e mi mise (ovviamente con la bocca) la palla in mano.
Jace: eheheh...bravo il mio cane!
Disse lui mentre accarezzava Henry.
Io: emmh...sono desolata...ci vorrebbe un asciugamano...m-ma io non so dove prenderlo...scusa!
Jace: fa niente. Possiamo giocare ancora.
Tirò di nuovo la palla. Mi sembrò quasi che lo stesse facendo apposta, perché la palla superò la piscina e....finì nel campo dei vicini!
Io: cavolo...e ora?!
Jace: tranquilla....
Mi disse come se non fosse successo nulla.
Io: m-ma come...la palla è finita...oltre la rete...non si può riprendere...
Con mio enorme stupore, Henry si avvicinò alla rete e cominciò a raspare.
Una volta che ebbe fatto un buco abbastanza grosso per una zampa, ce la infilò e allungandosi, la prese con le unghie, poi, la trasportò fin sotto la rete, la prese con la bocca e la riportò miracolosamente a Jace.
Io: Ma come...come ha fatto?! Insomma lui..la rete...la zampa...
Ero talmente stupita che non mi accorgevo neanche più di che stavo dicendo.
Jace rideva, guardandomi.Mi rassegnai a stupirmi, avevo capito che Henry era unico.
Jace: Che vuoi fare?
Io: Ah, non lo so proprio...andiamo in piscina...boh...
Jace: Perché no? Entriamo in casa, così ci cambiamo.
Entrammo in casa, lui andò in camera sua, io, con suo permesso, ero andata a cambiarmi in bagno.Dopo aver fatto misi i vestiti nella valigia e presi le ciabatte da spiaggia con gli unicorni.
Una volta arrivati davanti alla piscina, avevo perso tutto il coraggio e l' autostima che avevo non più di due minuti prima. Non ero brava a nuotare.
Il sole cuoceva.
Cercai di eliminare la tensione.Io:emh...fa caldo eh? È sempre stato così...ma almeno la piscina si riscalda..
Siccome non volevo sembrare troppo infantile mettendo in acqua prima i piedi, poi le gambe, poi la pancia ecc., mi tornò il coraggio e mi infilai in acqua tutta insieme.
Fu una pessima idea. L' acqua era GELIDA, nonostante il sole.
Pensavo: ottimo, bollente fuori, ghiaccio dentro.
Cominciai a battere i denti.
Mi mossi, eccome se mi mossi, ma la situazione non migliorava per niente.
Entrò anche Jace, che alla facciaccia mia, cominciò a nuotare velocemente e in piena tranquillità.
Mi sentivo ridicola.
Meno male che arrivo Jace.
Jace: allora, per il momento che sai fare?
Ora avevo un altro motivo per tremare: la FIFA.
Percorsi goffamente la vasca, poi ritornai nel puntò da cui ero partita.
Una vasca e già mi sentivo sfinita.
Jace: Avevi detto di non saper nuotare.
Io: oh sì, è così, sono proprio un' incapace in acqua...
Jace: Ester, tu sai nuotare.
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La somiglianza ci unisce
RomanceEster è una ragazzina diciassettenne che scopre che i turisti della sua casa in campagna sono proprio i Norman...