Capitolo cinque

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Mi sono svegliata tardi stamattina. Mi precipito subito in bagno a farmi una doccia. Finito di prepararmi esco di casa e percorro il mio solito tratto con la bicicletta.
Apro la biblioteca e inizio a sistemare i libri. Alle undici e mezza viene stranamente in anticipo il signor. Lemme.
" Buongiorno Signor Lemme. "
" Buongiorno Sophie. Ti devo parlare."
Lo guardo preoccupata. Lui prende una sedia e si siede vicino a me.
" Il fatto è questo. La biblioteca non da più i frutti di una volta. Sono vecchio e anche se so che potrò sempre contare su di te mia cara , non posso più sostenere i costi. Sono costretto a chiudere la biblioteca. Non hai idea di quanto mi costi farlo. Questa biblioteca l'ho aperto quando avevo vent'anni con tanti sacrifici. Ma purtroppo è arrivato il momento di chiuderla." - dice il tutto con gli occhi lucidi.
Non so davvero cosa dire. Mi dispiace da morire per il signor Lemme. Era diventato come un nonno per me e ormai mi sentivo a casa dentro la bibliotec. Mi dispiace tremendamente non poter lavorare più qui dentro.
" Oh Signor  Lemme,  mi dispiace da morire che debba chiudere la biblioteca. Capisco perfettamente cosa le costi farlo. Era diventata la mia seconda casa ormai."
Ancora non riesco a crederci.
" Lo so mia cara , ma è giusto farlo" Si alza dalla sedia e estrae una busta dai suoi pantaloni.
" Questi sono per te, sono i soldi del mese di novembre. Non sono tanti ma sono quello ho potuto darti."
" Grazie mille. Non scorderò mai quello che ha fatto per me." Mi alzo anch'io dalla sedia e lo abbraccio. Mi sfugge una lacrima, con la mano la levo subito.
" A mezzogiorno viene mio figlio, mi aiuterà a sbrigare le ultime cose.  Se vuoi puoi andare, non serve che rimani altro tempo qui."
Non so cosa fare. Vorrei aiutarlo ma non saprei davvero come. Suo figlio saprà sicuramente più di me.
" Va bene. "
Raccolgo le mie cose e gli rivolgo il mio saluto.
" Arrivederci signor Lemme."
" Arrivederci cara".

—————
" Quindi la biblioteca chiuderà?" . Sono al telefono con Nick e sono seduta al parco. Ero troppo sconvolta per tornarmene a casa.
" Purtroppo si"- rispondo con un sospiro.
" E cosa hai intenzione di fare? Cercare un'altro lavoro? "
" Certo! Non posso mica morire di fame. Mi serve un lavoro. "
" Giusto"- risponde ridendo." Anch'io vorrei trovarmi un'altro lavoro. Con la band stiamo guadagnando davvero poco e vivere da solo si sta rilevando più difficile di quanto pensassi" - continua il suo discorso.
" Benvenuto nel  club " - dico ironicamente.
Lo sento ridere dal  telefono.
" Un momento". - esclama di botto.
" che è successo?"- mi allarmo.
"Ha aperto un bar vicino la tavola calda di mia zia, circa  una settimana fa.  Che ne pensi? Il lavoro sarà sicuramente meno noioso se staremo insieme."
" Per me va bene ma dovremmo andarci subito a parlargli . Altrimenti troveranno altre persone."
" Ci andiamo subito. Rimani lì, sto arrivando."
———————
Siamo appena entrati nel nuovo bar  e devo ammettere che è molto bello. All'entrata c'è un lungo corridoio con una bellissima moquette color cachi e il pavimento è fatto con il parquet. Alla mia destra si estende un enorme bancone con  tanti sgabelli. La parete è fatta tutta di specchi e vi sono appoggiati delle bottiglie di alcol . Alla mia sinistra invece sono state posizionate delle panche in finta pelle con un tavolo in legno scuro. Anche in questo lato la parete è fatta di specchi. Le panche si estendono per tutta la lunghezza del bancone.  Le luci pur essendo ancora giorno sono messe soffuse e creano una bellissima atmosfera. Non c'è neanche un cliente ,strano.
"Wow. È bellissimo qui"- dichiara Nick con voce sognante.
" Già " - confermo.
Notiamo una ragazza intenta a sistemare delle cose da una scatolone. Ci avvicinavamo.
" Salve. Siamo venuti  perché sappiamo che avete aperto da poco e volevamo sapere se per caso avreste bisogno di due camerieri. "- chiedo timidamente.
Mi viro verso Nick perché quest'ultimo è impegnato a guardare il fondoschiena della ragazza.
Gli do un colpetto alla spalla e lui sembra riprendersi.
" Si esatto, quello che ha detto lei".
Alzo gli occhi al cielo.
La ragazza finisce di sistemare lo scatolone, dopodiché si volta verso di noi.
"Ciao ragazzi. Non dovete parlare con me ma con il proprietario. È nel suo ufficio." - ci indica una porta infondo la sala.
" Ah ok grazie mille"- gli sorrido e Nick fa altrettanto, con più insistenza. Addirittura gli fa l'occhiolino. Sfigato!
Ci avviamo  verso la porta e busso piano.
Sentiamo un "avanti" e con il cuore in gola apro la porta.
" Buonasera"- diciamo all'unisco.
Do una spallata a Nick che sta a significare:" Adesso parli tu". Lui capisce immediatamente e infatti comincia a parlare:
" Siamo venuti per sapere  se stavate cercando del personale visto che avete aperto da poco. Noi saremmo interessati a lavorare per voi se per lei va bene."- dichiara Nick con la sua solita aria sicura.
L'uomo ci squadra da dietro la scrivania con un aria attenta. Io mi sento molto a disagio. È un uomo barbuto, di circa cinquant'anni,con dei capelli brizzolati un po' troppo lunghi. Ma ha il suo fascino.
Dopo averci guardato per bene, si alza dalla sedia e viene vicino a noi.
" Avete esperienza nel mondo del lavoro? Avete mai lavorato in un bar? Lo so che vi  sembra un normalissimo locale ma vi posso assicurare che qui verranno persone di ogni tipo. E bisogna essere pronti a tutto." L'ultima frase la dice guardandomi. Come se fosse rivolta in particolar modo a me.
"Io ho lavorato per due anni in una biblioteca. Ma imparo molto facilmente."
" Io ho fatto il barista in diversi locali , quindi conosco molto bene il settore."
Il proprietario rimane in silenzio per un po' e io e Nick ci guardiamo confusi.
" Va bene. Siete  assunti".
—————
Incominciamo la sera stessa a lavorare. Abbiamo fatto subito amicizia con Laura, la ragazza che lavora qui, è davvero molto simpatica e gentile. Ci ha spiegato come funziona e cosa dovevamo fare. Nick fa il barman, quindi sta sempre dietro il bancone a fare cocktail, mentre io e Laura prendiamo le comande e serviamo ai tavoli.
Visto che tutti i tavoli sono serviti mi concedo due minuti di pausa. Non pensavo fosse così stancante. Prendo il mio telefono dalla tasca del grembiule e controllo se ci sono messaggi. Zero. Non mi ha mandato alcun messaggio Patrick. Eppure aveva detto che me ne avrebbe inviato uno per farmi salvare il suo numero.
" Hey Sophie, posa quel telefono e mettiti a lavoro"- mi rimprovera con sguardo divertito Nick. Lo fulmino con lo sguardo.
"Parli proprio tu? Non fai altro che provarci con ogni ragazza che ti chiede un drink. "
" Tesoro, quello non è provarci, ma essere gentile".- mi fa l'occhiolino e continua a servire altri clienti.
Ridacchio e dando un'ultima occhiata al mio telefono torno a lavoro.
La serata trascorre tranquillamente, lavoriamo tutti sodo. Finiamo a mezzanotte e mezza.
" Io vado ragazzi, ci vediamo domani"- ci saluta Laura.
"Ciao"- rispondiamo in coro io e Nick.
" Vado un attimo in bagno"- mi avvisa Nick.
Prendo il giubbotto e mi seduto su uno sgabello. Prendo il telefono e proprio in quest'istante mi arriva un messaggio. Lo apro immediatamente.
numero sconosciuto:" Ei ciao sono Patrick, scusami se non ti ho scritto prima ma sono stato tutto il tempo impegnato a lavoro. Spero ti sia divertita ieri sera :)"
Rispondo con il cuore in gola. È tutta la sera aspettavo questo messaggio.
" Ciao, tranquillo capisco perfettamente. Certo che mi sono divertita:)". Un po' titubante lo invio.
Aspetto qualche secondo( per me sono state ore) e mi arriva la sua risposta:
" Sono contento. Ti va di vederci per un drink domani sera? Lavoro come cameriere in un ristorante vicino al Lovers."
" Per me va bene. Ci incontriamo dopo la chiusura?"
" Se per te non è un problema si. Ti invio la posizione domani ;)"
" Va benissimo. Allora a domani :)"
Appena finisco di inviare l'ultimo messaggio arriva Nick.
" Ma che bel sorrisetto. Con chi parlavi?"- domanda curioso.
" Con Patrick"- rispondo prendendo la borsa.
" Ah già. Il principe azzurro."- dice con un tono ironico.
" Non chiamarlo così. Andiamo che è tardi."
Prende le sue cose e ci avviamo verso la sua auto.

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