Capitolo 1

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È una verità,tra i giovanotti che mi ammiravano c'è un'era uno che non  mi era indifferente  e sul quale i miei occhi indugiavano più volentieri che sugli altri, mi piaceva guardarlo senza sospettare del piacere che vi trovavo, non pensavo che a guardarlo. Apparentemente "l'amore" la prima volta che coglie inizia con la sincerità e forse la dolcezza inibisce la preoccupazione di essere attraente, il ragazzo mi guardava a sua volta e in un modo completamente diverso dagli altri, erano sguardi più discreti al contempo più attenti, c'era qualcosa di più serio e più intenso tra lui e me.

La prima volta che mi ricordo averlo visto è ancora un po' sfocata. Ho una memoria pessima per quanto riguarda i ricordi ma in quanto alle sensazioni provate in quelle situazioni non potrei avere ricordi migliori.  Andavo in prima superiore in una scuola nuova per me, ormai conoscevo un po' di gente, diciamo che mi sentivo già molto a mio agio in quell'ambiente, tendo sempre a fare amicizia  velocemente e mi fido troppo delle persone. Quella mattina era inverno faceva freddo ma io mi ostinavo a mettere i collant, era buio mentre uscivo di casa per andare a quella solita fermata dove c'era la solita gente che mi guardava  male. Mi piaceva uscire di casa con il buio la mattina, era quasi rilassante come se mi trasmettesse la sensazione di essere  l'unica persona sveglia mentre tutti dormono.

Quella mattina come quasi tutte le mattine mi sedetti nel posto rivolto con le spalle al conducente tra cui uno degli ultimi posti liberi perché in quel pullman c'era sempre un sacco di gente strana e divertente da osservare la mattina. Mi piaceva origliare le conversazioni degli altri o sbirciare cosa guardavano nel telefono, erano sempre un'avventura quei 20 minuti di pullman. Soprattuto quel giorno, l'autista aveva messo le luci verdi mentre era ancora buio e mi sentivo inspiegabilmente felice senza un grande motivo. Una fermata dopo la mia quel motivo salì.

Non saprei come descriverlo quel momento, non saprei dirvi, cosa ho pensato quando quel ragazzo è salito sul pullman ma non mi sfugge quel pensiero repentino che mi ha trapassato la mente per un secondo: non era la prima volta che mi succedeva. Mi era già successo da piccola una cosa del genere di incontrare un vecchio amico d'infanzia che neppure mi ricordavo di conoscere e di ritrovarci in classe insieme alle medie. Appena entrato in classe sbiancai, e in modo un po' drammatico dissi proprio "mi sono innamorata" alla mia compagnia di banco. Un mese dopo eravamo fidanzati e l'anno dopo pure, fu un tira e molla che durò circa tre anni. Tutt'oggi siamo ancora migliori amici. 

Nel momento in cui vidi salire pensai proprio questo, del resto tutto ha senso nella testa di chi pensa, scommetto che a tutti sia capitato qualche colpo di fulmine, sopratutto a quell'eta.          Lo guardai sedersi a quello che sarebbe diventato il suo solito posto, appena si sedette iniziò a sistemarsi e a mettersi le cuffie, ancora oggi mi chiedo il perchè del mettersi sempre le cuffie appena seduto sul pullman e non prima? Ma è una domanda un po' insensata da farsi. Nel mentre io però guardavo fuori, perché sì è vero che mi piaceva guardarlo ma mi piace tanto guardare fuori, mentre il cielo schiarisce e l'autobus va veloce. Dopo essermi fatta distrarre dal paesaggio tornai a ricercare con lo sguardo quel soggetto carino che avevo notato prima, quando quasi per sbaglio incrociai il suo di sguardo... i suoi occhi chiari e stranamente onesti e suggerenti avevano ipnotizzato i miei e non riuscivo a staccarglieli di dosso, quindi a una certa lo fece lui, voltandosi verso il finestrino alla sua sinistra facendomi notare il suo affascinante profilo, così bello che mi sembrava uno dei miei disegni. Cambiai canzoni su canzoni per avere quella giusta di sottofondo e dopo essermi concentrata troppo a scegliere canzoni, alzai lo sguardo velocemente verso di lui, sperando di poterlo guardare ancora un pò, ma lui era già lì preso a guardarmi, non guardava il telefono o fuori dal finestrino, guardava me. E quando ogni tanto ero così coraggiosa da guardarlo dritto negli occhi, con lui era come giocare a una gara a chi distoglie lo sguardo per primo, ma mi metteva alla prova e  perdevo sempre.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 07 ⏰

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