C'è questo grido modulato di sirena, che si avvicina, strappandomi dall'ovatta dei pensieri... e sulle mani, come laceri guanti amaranto, c'è questo sangue secco. Laggiù in fondo c'è poi l'uomo che voi, fidati ed equi lettori, avete mandato per la sorveglianza. No, non meravigliatevi. Mi sono accorto subito di lui. Sarà stato per il fare guardingo, oppure per il modo impacciato di nascondere le sbirciate o forse perché aspettavo il vostro supporto. Comunque sia, mi è bastato adocchiarlo per capire.
Guardando il parco che mi circonda, devo però dire, a dispetto della mia coerenza, che non ricordo come sono arrivato su questa panchina, cosa che mi pare alquanto inspiegabile, poiché son seduto già da un po' e, se pur punzecchiato da un'ansia che mi accelera il cuore, ho avuto modo di riflettere, ben sveglio e consapevole.
Sebbene sia trascorso soltanto un giorno, non mi è più possibile mantenere il segreto e adesso, nonostante l'illogico pudore che mi sopraffà, so cos'è il meglio. Certo, guardando le mie mani sporche, scorre un brivido e la coscienza scavalca questo momento, per ritornare rapida alla notte appena passata. Ricordo i grugniti, il sudore, la violenza di quella bestia selvaggia che ho incontrato. State comunque sereni in quanto a questo: non vi chiedo giudizi. Ho fatto ciò che doveva essere fatto.
Con lo scopo di impegnare la vostra attenzione, è essenziale informarvi che il sospetto della pazzia si è insinuato in me già da diverso tempo, lacerando il sottile velo che separa la realtà dalla fantasia e le due si mescolano senza controllo, lasciandomi non di rado inevitabilmente confuso.
Come in questo momento, in cui cresce in me l'urgente necessità di riordinare la mente, una premura alimentata dalla fastidiosa congettura che si riformula in me senza sosta, motivo per il quale richiedo il vostro aiuto.
Appartiene alla sfera della realtà, l'evento capitatomi? Oppure è stato un sintomo di conclamata pazzia, che esplode oggi, ma da sempre abbarbicata alla mia anima? Siete in grado di dirmi e assicurarmi che può verificarsi in questo mondo, per quanto misterioso e insondabile, un simile caso eccezionale, così contro natura, da riuscire a minare irreversibilmente la facoltà di discernimento? O sentenzierete piuttosto, che è tutto frutto di questa mia elastica immaginazione, deformata da anni d'incursioni nella mente altrui, impietosa manifestazione di malattia mentale?
Voglio però ora rapportarvi il fatto.
Ieri me ne stavo sdraiato a letto con gli occhi ancora chiusi, aspettando il lamento della suoneria. Negli anni, ho acquisito un'abitudine così precisa nell'usarlo, l'orologio dico, da essermi perfettamente addestrato a uscire dal sonno con una buona mezz'ora di anticipo, rispetto all'ora regolata e stavo occupando quel tempo a meditare sulla motivazione che mi ha sempre spinto a puntarlo sulle 06.25, quando poi, di fatto, mi sveglio 06.00.
A infoltire la riflessione, subentrò anche il pensiero che avrei potuto benissimo alzarmi alle 07.00, dato il mio impegno lavorativo, continuando ad avere comunque tutto il tempo necessario ai preparativi. "Potrei" pensai "regolare la suoneria per⁸ le 07.30 e alzarmi alle 07.00." Sul momento mi sembrò una buona idea risolutiva, ma la scartai l'attimo successivo. In fondo, mi dissi, lo scopo d'usare il cellulare non era quello di strapparmi dai sogni, bensì d'assicurarmi un trancio di tempo abbastanza lungo da permettermi la calma che ho sempre amato.
Alzarmi, lavarmi e vestirmi son cose a cui do un intenso carattere rituale. Adoro, in modo particolare, preparare la colazione con cura e assaporarla per bene. Per lo stomaco, il primo approccio è fondamentale, ma ingerire cibi sani e nutrienti non è certamente sufficiente: occorre masticarli a lungo. Avere tempo è indispensabile.
Immerso in quei primi ragionamenti giornalieri, attesi lo squillo e quello iniziò a penetrarmi il cervello alle 06.25 esatte.
La prima cosa che mi colpì quando aprii gli occhi fu il colore della stanza. Lo fissai incredulo. Quell'azzurro brillante, scelto con tanta cura e che più s'intonava con la mia personalità orgogliosamente mascolina, mi sembrò inappropriato.
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UNA MATTINA DIVERSA
FantasyGià da tempo sull'orlo di un baratro, il protagonista smarrisce la sua identità.