Per proseguire il racconto, ho ora bisogno di tutto il vostro credito, perché quello che sto per riferire va al di là della credibilità. Fin qua, son certo che nulla di quello che feci o pensai possa essere interpretato come sintomo di malattia, ne converrete. Vi sembra forse che i miei ragionamenti siano stati quelli di un dissennato?
La prepotente folata che entrò, mi circondò subito con un freddo graffiante, facendomi rabbrividire. Ne rimasi sorpreso, perché ho sempre avuto poca sensibilità alle basse temperature e inoltre, essendo una mattina di mezza primavera, il clima non giustificava la mia reazione. "D'accordo, " mi dissi con un sonoro sospiro, "un'altra stranezza che si accoda." Mi affacciai, sporgendomi. Giù in strada, il traffico era quello di sempre: i clacson, lo sferragliare del tram, le motorette, anche i pedoni erano gli stessi di tutti i giorni.
Mi sentivo stordito. La percezione del colore, gli odori, i brividi di freddo... non c'era ormai nessun dubbio: quella mattina non si presentava come tutte le altre. Chiusi gli occhi e all'istante immaginai una nutrita schiera di pianeti che pian piano andavano attestandosi, uno dopo l'altro, in una lunghissima congiunzione astrale. Partì un lampo, proprio nel preciso momento dell'allineamento e appena la luce mi arrivò agli occhi, la mano sinistra si mosse da sola e colpì la fronte: "Oggi è il mio compleanno." gridai.
Sissignore. Ieri, il 16 maggio di questo 2000, è stato il giorno in cui finivo i miei primi quarant'anni di vita. Tutte quelle anomalie divennero plausibili: era proprio tutto dovuto alla posizione unica e specifica dei pianeti, che faceva di me il centro assoluto di un cosmo dall'unica e irripetibile configurazione. Un senso di vastità mi fece chiudere gli occhi. Fu però solo un soffio, perché una nuova percezione me li fece riaprire l'istante successivo.
Quell'aria frizzante che mi aveva circondato, mi morse entrambi i capezzoli e questi reagirono indurendosi di colpo. Un'intensa sollecitazione mi corse rapida fino all'inguine, facendomi stringere le cosce. D'istinto portai le mani al petto e queste si riempirono di due masse carnose, morbide e rotonde. Chinando il capo mi apparvero due seni che prorompevano dal mio petto, ora incredibilmente glabro.
Comprenderete adesso lettori miei, comprenderete il mio sgomento! Sfido chiunque al confronto, senza malanimo naturalmente: non sarebbe stata la vostra reazione uguale alla mia, quando vidi ciò che vidi? Io ebbi come un sobbalzo ed emisi un grido di raccapriccio, stridulo e penetrante, che riuscì a spaventarmi ancor più di quelle mammelle attaccate al mio corpo. Senza ragionare, usando quello che mi parve l'ultimo barlume di lucidità, richiusi la finestra, con lo stesso impaccio che si ha respingendo l'irruenza di un cane affettuoso e troppo invadente.
Allora, cosa potete dirmi? Avreste mantenuto voi il sangue freddo sufficiente ad affrontare una situazione di tale imprevedibilità? Non avrebbe anche la vostra mente vorticato come in un gorgo, cercando appigli e sostegni certi, per non precipitare in quella tipica incertezza che è caratteristica prima della follia? Io lo feci, senza trovare nulla cui aggrapparmi: succedeva davvero? Ecco perché mi affido a voi, che avete una coscienza strutturalmente più integra della mia, più attendibile, per così dire, più capace.
Come di certo vi figurate, ho prima di tutto guardato tutto il resto. Lo percepivo come mio, ma indiscutibilmente quello non era più il corpo conosciuto da quarant'anni. Scoprii con orrore che il mio pene era sparito, proprio volatilizzato e al suo posto faceva mostra di sé un pube ricoperto di peluria bionda, tra due cosce lunghe e tornite. In quel momento non sapevo cosa pensare o meglio, (avete ragione, ho promesso di essere preciso) non riuscivo a pensare a nulla.
Come uno sciame di farfalle, un'enorme quantità d'immagini mi balenarono insieme. Rimasi sospeso, mentre mille volti si precipitarono a fissarmi, tutti con un orribile ghigno. Vennero il professor Deluca, la signora Brosio, il mio vicino e tanti, tanti altri. Anche il mio volto si affacciò, insieme a quell'altro.
STAI LEGGENDO
UNA MATTINA DIVERSA
FantasyGià da tempo sull'orlo di un baratro, il protagonista smarrisce la sua identità.