Capitolo 1

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Ma chiunque abbia avuto un dolore così grande da piangere fino a non avere più lacrime, sa bene che ad un certo punto si arriva a una specie di tranquilla malinconia, una sorta di calma, quasi la certezza che non succederà più nulla.
- C.S Lewis

Un'altra giornata noiosa mi accompagnava nella folle New York, erano mesi che vagavo in cerca di qualche emozione, di qualche sensazione da poterla trasformare in una canzone, ma ancora non avevo trovato nulla, non avevo trovato quella sensazione che comunemente conosciamo come felicità.

Avevo perso tutto quanto, anche la mia creatività.

I demoni avevano preso tutto; le mie debolezze, la mia vulnerabilità, la mia paura...

Ero diventato apatico e monotono. Avevo perso me stesso e non sapevo dove cercare per ritrovarmi.

Sentivo il mio cuore diventare ogni secondo più freddo, quella città mi congelava la mente e le mani, un tempo ero più felice, un tempo sapevo chi ero e chi volevo essere, ma non era più così, ero perso in una città che non sentivo nemmeno mia, ero un fantasma che tutti quanti potevano vedere.

Ne avevo abbastanza delle persone che mi chiedevano come stavo, ne avevo abbastanza di sentirmi dire che prima o poi tutto sarebbe andato per il meglio.

Mi ero sempre focalizzato sul presente e in quel momento, in esso, nulla andava bene.

Il mio manager voleva che finissi l'album entro un mese e in quei sei mesi non avevo fatto altro che costruire bugie su bugie.

Dannazione, l'album non l'avevo nemmeno iniziato.

Ero seduto al bancone del bar dell'hotel, con un quadernino bianco e una penna nera, tentavo di scrivere qualcosa, qualsiasi cosa che avesse senso per me, avevo paura di mettermi troppo allo scoperto, avevo paura di far uscire me stesso, avevo semplicemente paura.

Essa si era impadronita della mia mente, lasciandomi fermo, immobile con la mano sospesa in aria, mi sentivo scosso da me stesso, per ciò che avevo iniziato a scrivere, per aver fatto uscire un lato di me che non vorrei proprio proporre, un lato fatto di solitudine, di sentirsi dispersi... In un mondo troppo grande.

"Chi sono ora? Chi sono ora?

E se fossi qualcuno che non vuoi avere vicino?

Oh ragazza, mi manchi.

Oh ragazza dagli occhi blu, ti amo."

Fissai con malinconia le parole sul foglio...

Ero io?

Ero veramente io?

Che fine aveva fatto quella pazzia che avevo un tempo?

Quella paura di mettermi allo scoperto andrà mai via?

Mi ponevo troppe domande, mi sentivo perso nella mia musica, solo mia.

Bevvi un sorso del mio drink, l'ennesimo, alzai lo sguardo verso l'entrata del bar dell'hotel e la vidi, proprio lì, in tutta la sua bellezza.

Capelli lunghissimi color nero corvino, corpo formoso e già potevo udire la sua voce dolce e sensuale mentre chiedeva informazioni ad un cameriere.

Sentii dei brividi percorrere per tutto il mio corpo, sentivo un'eccitazione nascere in me, ero pervaso dal piacere, da tale bellezza.

Sentivo il bisogno di avvicinarmi di più a lei, così vicino da riuscire a sentire il suo profumo.

I miei occhi non si spostarono dalla sua figura, ero come incantato, non riuscivo a distogliere lo sguardo, non riuscivo ad allontanarla dalla mia mente, ero ipnotizzato da quella donna.

Watermelon Sugar | H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora