Chapter One: "Him."

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C'è un ragazzo che mi piace;
Seguo religiosamente i suoi aggiornamenti sui social media. Non è ovvio che vorrei sapere della vita sentimentale di qualcuno che mi piace? Non c'è nulla di cui vergognarsi. Ma non voglio che lo sappia, perché sono sicuro che verrei etichettato come uno stalker.

Ogni mattina, da ormai otto lunghi anni, mi tocca prendere svogliatamente la metropolitana per arrivare davanti ai grandi cancelli che contenevano al loro interno la mia Università;
Tre anni fa mi sarei fatto amputare un braccio pur di non essere costretto a prendere la metro, ma oramai, col passare degli anni, è diventato il mio posto preferito dove osservare silenziosamente le persone.

In particolar modo un ragazzo frequentante il mio stesso istituto catturò la mia attenzione. Non è stato difficile scoprire chi fosse; Mi è bastato dare uno sguardo alla lista dei ragazzi che possiedono il pass per la metropolitana, e lui che la prende tutti i giorni da tre lunghi anni sarebbe stato sicuramente tra quelli. Dopo aver scoperto il suo nome ho cercato i corsi che frequentava, il suo account su tutti i social media e ormai, dopo tutti questi anni di ricerche, posso affermare di sapere molto sul suo conto.

"Jey" Sentii una voce alle mie spalle chiamare il mio nome che mi fece voltare di colpo.
"Questa non è la tua fermata?" In quel momento capii che si trattava di uno dei miei compagni d'Università, in tutta risposta annuii, non degnandolo nemmeno di un ultimo sguardo. Scesi di corsa dalla metro guardandomi intorno, avendo perso nel caos generale il meraviglioso ragazzo che incombava la mia mente da ormai parecchio tempo.
'Non è un problema' pensai, sapevo a memoria i corsi che avrebbe frequentato quello stesso giorno, così mi diressi di fretta davanti l'Università.

Una volta arrivato lo vidi: aveva lo sguardo basso, intendo a fissare il telefono con fare assente. La sua e la mia quiete vennero però interrotte dopo poco;
"Benji, eccoti" Disse la voce stridula di una ragazza. La sua ragazza.
Si chiamava Antonio Garza, aveva ventun anni e, come me, si trovava al terzo anno d'Università.

Non ero geloso di lei, non ne avrei avuto motivo; Benji frequentava una ragazza nuova ogni settimana ed era giusto e normale così. Avrebbe dovuto divertirsi come più poteva prima di incontrare me, perché una volta a quel punto non me lo sarei lasciato scappare facilmente.
Ogni tanto mi chiedevo se le relazioni uomo-donna fossero meno complesse di quelle uomo-uomo o donna-donna, o se ci fosse anche solo una sottile differenza di cui sarei dovuto venire a conoscenza per non rimanere impreparato una volta fidanzato con Benji.

Guardai l'ora attraverso lo schermo del mio cellulare, notando che la mia prima lezione del giorno sarebbe iniziata a breve;
Quell'ora non l'avrei avuta con Benji, bensì con la sua ragazza, Antonio.
Ogni tanto avrei voluto avvicinarmi a loro per chiedere se si amassero davvero e, specialmente, come l'avessero capito.

Entrai nell'Università, svoltai la quinta porta a destra ed entrai nella mia classe, sedendomi in tutta tranquillità all'ultimo posto in fondo a quest'ultima.
In quell'ora ci sarebbe stato inglese, ma poco importava.
La cosa più importante in quel momento era che, al termine dell'ora, Benji si sarebbe fermato davanti la porta della classe come ogni lunedì per aspettare che Antonio uscisse e, a quel punto, mi avrebbe finalmente guardato, come fa sempre.

Ricordo benissimo come e quando tutto questo ebbe inizio; Era il secondo semestre del mio primo anno d'Università, mi trovavo tranquillamente seduto su una delle panchine che circondavano il vasto cortile della mia scuola. Come avreste potuto intuire mi piace osservare, non sono uno stalker, ma mi affascina dedurre i più minimi dettagli delle persone solo con un veloce sguardo e, fortunatamente, ero a conoscenza di avere questo potenziale.
Grazie a Benji capii cosa le persone intendessero con la frase 'amato da tutti'; La sua aura empatica, premurosa e gentile fece avvicinare tutti, ed io sapevo più di chiunque altro di non poter mai diventare come lui.
Quella sensazione familiare di formicolìo cominciò a scatenarsi su di me e mi fece chiedere 'come avrebbe fatto sesso?'

I miei pensieri vennero interrotti dalla voce profonda dell'insegnante
"Garay, mi sembra che a lei non importi della lezione, può per caso farmi un riassunto di ciò che ho appena spiegato?"
Rimasi immobile sotto lo sguardo giudicante dei miei compagni. La prima cosa che mi venne in mente fu spostare lo sguardo sulle varie scritte impresse col gesso sulla lavagna; In quel momento capii che si trattava di un argomento facile che sapevo già a memoria.
Gli dissi tutto ciò che ricordavo riguardo quest ultimo e, strano ma vero, il professore si limitò ad annuire, per poi continuare la sua spiegazione.
'Salvo per un pelo' pensai.

Tutto il frastuono che avevo in testa si interruppe appena il professore terminò la lezione, lasciandoci liberi di uscire da quella dannata classe.
Camminai a passo svelto verso la porta e, come calcolato, lui si trovava proprio lì.

SPAZIO AUTRICE:
salvissimo a tutti, sono qui per rubarvi qualche altro istante del vostro tempo e, se vi va, lasciate una stellina e/o un commento.
come alcuni di voi potrebbero aver notato (anche leggendo l'introduzione della storia), questa storia è ispirata dal manga 'Killing Stalking', ovviamente con varie modifiche per adattarlo ad un racconto continuo.
detto questo vi abbandono, peace and love. (PS: questa è la mia prima storia, quindi vi prego di non essere troppo malvagi nei miei confronti <3)

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 30, 2020 ⏰

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𝐵𝑅𝑂𝐾𝐸𝑁 𝑀𝐼𝑁𝐷𝑆.「 benjey.」Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora