Ade e Narciso.

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era Narciso ai suoi occhi.
era pura bellezza e perfezione, era meraviglia e stupore nel suo sorriso.
era Narciso quando si imbellettava per piacere ai ragazzi quando passava davanti a loro, fermandosi a guardare qualche minuto in più, sperando che Ade fermasse il suo sguardo su di lui, così bello e puro.
era Narciso che non si lasciava toccare, non si lasciava sfiorare da nessuno che non fosse Ade.
Narciso perché era l'unico a possedere se stesso, l'unico ad amarsi.
era Narciso quando passava il rossetto color ciliegia sulle sue labbra peccaminose.
ed era Narciso anche quando metteva la cipria sulle sue guance per sembrare di porcellana.
era Narciso per Ade, che lo ammirava dalla sua oscurità, dalle tenebre che lo avvolgevano.
Ade che, al contrario, non si tingeva le labbra e non voleva sembrare una fottuta bambola di porcellana, che cosa ridicola pensava che fosse.. ma non tanto ridicola da non fargli amare Narciso.
Ade era bianco come il latte, non serviva la cipria sulle sue guance, le labbra rosee e i capelli color miele che anche scombinati contornavano il suo viso.
era Ade perché si credeva morto, il re dei defunti, Ade che amava Narciso così bello e lontano da lui.
Ade così diverso dal suo amato Narciso, non si ammirava allo specchio.. se avesse potuto lo avrebbe frantumato per far svanire il suo riflesso in miliardi di piccoli frammenti.
Narciso amava specchiarsi sull'acqua del fiume, ma in fondo amava farlo anche negli occhi del suo amato Ade.
Ade non amava specchiarsi, ma in fondo amava il suo riflesso negli occhi di Narciso.

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