Giorno del ricordo 1:Dove sono?

8 0 0
                                    

Aprì lentamente gli occhi non appena sentì il dolore acuto al petto. Come una stilettata che continuava a colpirlo. <<Svegliati, condannato!>>urlò una voce. Con la vista sfocata distinse una figura incappucciata con qualcosa in mano immersa nel nero della stanza. Poi la vista si schiarì. Urlò, spaventato. Davanti al suo sguardo vi era un uomo con il cappuccio velato come un boia  di cui non riusciva a vedere il volto con in mano una frusta. Il resto era completamente nero. L'unica cosa chiara era la terribile figura. <<Stai zitto, inutile ammasso di carne! Griderai solo quando te lo dico io!>>gli urlò il carnefice, facendo muovere la frusta contro il suo corpo. Il ragazzo non riuscì a muoversi per evitarla. In quel momento sentì dolore alle braccia e si accorse che era stato incatenato con le braccia bloccate sopra la sua testa. Non poté capire di più perché la frusta gli arrivò addosso e lo colpì più volte, mozzandogli il fiato. <<V ... Vi prego. Basta. Non ... Fa male. Vi prego. Perché?>>urlò, cercando di smorzare quelle vere grida di dolore che lo soffocavano in gola. <<Questo lo sapete voi. Oppure volete dirmi che non sapete cosa sia questo luogo?>>disse l'uomo mentre lo colpiva ancora più e più volte. Si fermò, lasciando che lui gridasse di dolore e stringesse i denti per contenerlo. Tastò curioso il sangue che usciva dalle ferite del giovane che fece un sussulto e gemette di dolore. <<Avete del bel sangue voi. Si vede che siete di alta nobiltà.>>. Il ragazzo lo guardò stupito. Sembrava non capire. <<Che volete dire? E cosa volete da me? Non ricordo di aver fatto qualcosa per meritarmi tutto questo!>>L'uomo lo guardo senza espressione. Avvicinò la mano ai suoi lunghi capelli biondi e iniziò ad accarezzarli. <<C... Cosa fate?>> urlò il ragazzo, arrossendo. L'uomo sorrise. Il ragazzo si accorse di quanto le sue mani diventano via, via più morbide e delicate. <<E' un peccato che siate un bell'uomo. Di solito i peccatori me li immagino più brutti, sapete?>>. Solo allora il ragazzo si accorse che il timbro della sua voce voce era un po' squillante come quella di una donna. Ma prima che potesse chiedersi cosa volesse dire e cosa stesse succedendo al suo corpo, l'altro gli afferrò i capelli senza troppi riguardi e tirò giù la testa del ragazzo. Poi la ritirò sù. Così lo fece più e più volte fino a quando il ragazzo non lo pregò di smettere. Lo lasciò prendere un attimo fiato. Il "peccatore" si sentiva confuso. Che significava tutto quello che gli stava avvenendo? Che cosa aveva fatto? Perché era lì? Più cercava di capire e di ricordare, più non ricordava e capiva nulla. <<D... Dove sono?>>disse, con il fiato corto. L'uomo davanti a sé sorrise. Gli afferrò di nuovo i capelli con violenza e gli tirò la testa verso di sé. Il ragazzo strinse i denti. L'altro si avvicinò al suo orecchio e iniziò a sussurrare la sua risposta.  <<Questo è l'abisso!-disse con voce spettrale da oltretomba-Vi dico subito che avete fatto uno dei peccati e che non potrete mai uscire da qui. Io sono incaricato di torturarvi fino a quando non confesserete e poi vi uccideremo nel modo più crudele possibile. Tutto qui.>>. Si allontanò dal orecchio del ragazzo, ma non lasciò andare i capelli. <<E' assurdo!-gridò il giovane-Io .. non ricordo di aver fatto nulla di terribile. Io ... Non ricordo nulla. >>. L'altro sorrise. Con l'altra mano gli sfiorò il volto e lo guardò nei suoi luminosi occhi azzurri. <<Se è così, vi torturerò fino a farti ricordare. E anche se non servirà vi uccideremo comunque. Tanto a noi non interessa se confessate o meno. Siete condannato comunque. >>. Il ragazzo lo guardò sconvolto. <<Non per favore! Non voglio morire! Vi prego! Farò qualunque cosa!>>. Si accorse di avere le lacrime agli occhi. Il boia davanti a sé sorrise. <<Siete diverso dagli altri. Non ho mai visto un condannato piangere o non sapere qual'è il suo peccato prima d'ora. Ma voi ...>>. Gli lasciò andare improvvisamente la testa. Strinse una spada tra le mani. Gliela infilò nel braccio. Scariche di dolore attraversarono tutto il corpo del ragazzo mentre il suo corpo si illuminava più e più volte. Il sangue uscì a fiotti dalla ferita mentre lui gridava. <<... Mi divertite ancora di più!>>concluse il terribile uomo, ridendo. Mentre il ragazzo gridava, estrasse l'arma dal braccio. Sorrise. <<Ora dovreste avere un dolore continuo ogni volta che qualcosa vi sfiora la pelle. Però non sarà necessario farvi altre ferite a meno che ciò non mi diverta. Non ringraziatemi. Non siete il solo a cui ho fatto questo trattamento di favore.>>. L'altro continuava a gridare. Il vento che lo sfiorava gli provoca continue ondate di dolore. Vide l'altro sorridere di nuovo come se godesse. Avvicinò di nuovo la spada al suo vulnerabile corpo. <<No! No! No!>>urlò, cercando di muovere le braccia incatenate per liberarsi, ma una nuova stilettata di dolore glielo impedì. Con pochi colpi esperti l'altro fece a pezzi la ricca e decorata  giubba che indossava e gli procurò altre piccole ferite e altro dolore. Urlò di nuovo. Il dolore era arrivato a un punto insopportabile e ormai non ce la faceva più. <<Così dovrei aver aumentato la quantità di pelle esposta.>>disse l'altro con un sorriso mentre il ragazzo provava a contenere il dolore facendo smorfie. <<Dovreste ringraziarmi. Questo è un trattamento di favore. Non potete nemmeno immaginare le terribili torture che volevo farvi.>>. <<Quindi non le farete?>>chiese il ragazzo, speranzoso. L'uomo/donna rise. <<Non siate sciocco. Non ho detto questo. Anzi. Il vostro bel aspetto mi permette anche di fare qualcosa di un pochino perverso.>>. Gli si avvicinò e iniziò a toccargli il petto soffermandosi su alcuni angoli. <<Da una vita aspettavo un ragazzo così bello qui.>> disse, poi scoppiò a ridere mentre il ragazzo arrossiva violentemente e al tempo stesso cercava di contenere il dolore. <<Vi prego, smettetele. Un uomo non dovrebbe ... Non dovrebbe fare queste cose ...>>. L'altro sorrise. <<Per questo non preoccupatevi. Possiamo dire che io sono una donna in questo momento. Anzi lo sono. Se sapeste esattamente dove siamo capirebbe anche perché. Chissà magari voi siete  un piccolo brinconcello. Ma è perfettamente normale. Non vergognatevi. Altrimenti non sareste qui. >> sussurrò al suo orecchio. Iniziò a leccargli l'orecchio, mentre il ragazzo cercava di contenere tutte le sensazioni che gli venivano addosso. Poi sentì che l'aveva lasciato finalmente andare.  <<Io continuo a non capire ...>>ansimò inutilmente il ragazzo dopo un po'. Urlò mentre l'aguzzino toccava una delle ferite. <<Non spremetevi tanto le meningi. Tanto, che lo sappiate o meno, la vostra fine è segnata comunque! Consideratevi un morto che cammina! O che subisce!>>disse, graffiandogli la pelle. Il ragazzo aprì la bocca in un grido muto. il carnefice alzò un po' il cappuccio che lo copriva e gli mostrò degli strani occhi incolore incastonati in un bellissimo volto femmineo. Il ragazzo arrossì violentemente. Il cappuccio tornò a calare su quel volto. <<Voi ... Ch ... Ch ... Chi siete?>>chiese prima che la frusta gli arrivasse di nuovo addosso e lo colpisse senza pietà. Urlò. Non capiva perché dovesse subire tutto quel dolore. Che aveva fatto? Perché era lì? Chi ce lo aveva portato? Da ... Dove proveniva? E.... <<Non sapete neanche chi siete voi? Perché mai dovrei rispondervi?>>disse lei, ridendo. <<E allora perché mi torturate? Come lo sapete?>> <<Io so tutto di voi. So chi siete, che tipo di donne vi piacciano, quando è l'ultima volta che avete stretto una donna tra le vostre braccia e so anche altro... Posso solo dirvi che siete molto giovane per essere qui.>>. Il ragazzo era sconvolto. Se sapeva tutte quelle cose su di lui perché non gliele diceva? Sentì lei che si avvicinava con un sorriso. Solo allora si accorse del seno abbondante che usciva dal vestito. Arrossì violentemente. <<Smettetela!>>urlò, voltandosi e chiudendo gli occhi. Sentì le mani sottili di quella cosa che stava diventando una donna sul suo volto. Dolore e fitte. Riaprì gli occhi. In quel momento lei lo costrinse a voltarsi. Abbassò il cappuccio e lo costrinse a guardarla negli occhi fino a quando lui non si sentì a disagio e il dolore non lo faceva respirare. Solo allora lo lasciò andare. Poi iniziò a strusciarsi con il suo petto senza smettere di guardarlo fino a farlo arrossire prima di utilizzare di nuovo la frusta. Vi furono altre torture in seguito, ma furono talmente terribili che qui non verranno trattate. Vi diremo solo che alla fine il corpo del ragazzo era talmente provato che lui respirava a mala pena.     <<Per favore ... Basta ... Qualcuno ... Vi prego ...Che qualcuno ... Che qualcuno ... Mi aiuti ...  >>supplicò prima di svenire. Quando rinvenne si accorse che qualcosa  era cambiato. Si sentì libero dalle catene come prima cosa. Afferrò una delle catene spezzate e s la tolse di dosso. Non era più prigioniero. Poi, dopo un po' di meditazione e calma per riprendersi, si accorse di essere a terra. Si rialzò a fatica, dolorante. Vide il corpo del suo carceriere a terra. In quel momento si accorse che era più una bella donna. Era una specie di corpo informe senza volto. Terrorizzato, chiuse gli occhi e fuggì dalla stanza. Preferì non chiedersi nulla su quel corpo. Riaprì lentamente gli occhi. Si ritrovò in un lungo corridoio. Non si chiese neppure chi lo aveva liberato e aveva ucciso la specie di strana creatura che lo torturava. Semplicemente si mise a correre nel corridoio alla ricerca dell'uscita. Al momento salvarsi era l'unica cosa che contava. Ogni altro pensiero era superfluo. Doveva fuggire di lì prima che lo trovasse qualcuno e desse l'allarme. Il corpo gli dava continue fitte di dolore mentre camminava e il vento che lo sfiorava non migliorava certo la situazione, ma non poteva fermarsi. Doveva assolutamente andare via da lì. Si mise a correre. Il dolore avrebbe dovuto fermare la sua corsa, ma la sua voglia di salvarsi era più forte. Doveva andare via di lì. Doveva togliersi da quella situazione pericolosa. Sentì il suo cuore battere all'impazzata. Si rese conto di avere paura. Ma non doveva arrendersi. Al momento uscire di lì era l'unica soluzione. Continuò a correre. Vide altre stanze da cui venivano delle grida. Si tappò le orecchie per non sentirle e continuò a correre. Non poteva fare altro. Si accorse che non sapeva dove andare e quel maledetto corridoio sembrava infinito. Ormai lui non sapeva più cosa doveva fare. Sentì che il corpo non ce la faceva più. Barcollò un po', poi tornò a correre. Doveva uscire assolutamente. Doveva salvarsi. Non poteva arrendersi. Non ora. Non ora. In quel momento una voce dietro di lui disse:<<Prigioniero! Nessuno può uscire dal abisso!>>. E un dolore prevalse il suo fianco. Si voltò. Vide una specie di bieco mietitore dietro di sé con in mano una falce. <<Fermatevi e vi posso garantire che la vostra fine non sarà così terribile. Ma se non vi fermate dovrò uccidervi nel modo più crudele possibile e vendicare la morte del mio compagno.>>Il ragazzo si sentì mancare. <<NO! NO! NO! ADESSO NO! VOGLIO USCIRE! VI PREGO! FATEMI USCIRE!>>urlò, poi si mise a correre, incurante della nuova ferita. Si mise una mano sul fianco e proseguì la sua folle corsa nel tentativo di salvarsi la vita. Sentì quel tizio seguirlo insieme ad altri. <<Nessuno esce dall'abisso. Preparatevi ad essere punito. I peccatori non possono tornare nel mondo esterno. Preparatevi ad essere punito.>>continuavano a ripetere quelle sottospecie di ombre con volto umano. continuò a correre. Voleva salvarsi. Doveva salvarsi. Lo doveva a se stesso. 

Blue Fire knightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora