⋆Capitolo 1⋆

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Quando sono andata via di casa quel giorno non pensavo sarebbe stata così dura, mi ero detta ma si, cosa potrebbe esserci là fuori che io non posso affrontare? Cosa potrebbe mai ostacolarmi? 

Beh, in questo momento sto decisamente cambiando opinione. Non perché chissà quale catastrofe internazionale sta attentando alla mia incolumità, ma la vita in questo momento mi sta mettendo davvero davanti ad una prova infida. Sono nella corsia di un supermercato e devo assolutamente decidere se comprare le patatine al formaggio o i biscotti Cadbury. So che molti riderebbero davanti a questa affermazione ma...ragioniamoci un attimo: come si fa a scegliere tra dolce e salato? Non mangio da quasi due ore e sto per fare merenda ma un momento sento sotto la lingua quel fragrante sapore di sale che mi dice di prendere le mie care ed amate chips ed un altro invece mi vengono gli spasmi per mancanza di zuccheri e desidero ardentemente quel cioccolato al latte che come seta si scioglie contro il palato e mi regala un mix di emozioni e sensazioni. E no, ora non consigliatemi da lontano di prenderli tutti e due perché davvero non posso inghiottire più di 600 calorie per merenda solo perché non riesco a decidermi...oppure si.....oppure no. La mia testa sta andando a fuoco! Da dove vengo io questi problemi non sarebbero mai esistiti! Chi vuoi che venda questo genere di prodotti! Chi vuoi che commercializzi prodotti non-healthy? "E da quale fantomatico posto provieni?" vi starete chiedendo.. beh, lasciatemi cominciare dall'inizio.

Il mio nome è Erym ed ho appena compiuto diciannove anni.

Il posto o meglio la contea (così le chiamiamo noi) da cui provengo prende il nome di Haberwood e fa parte del pianeta Shilla, terzo pianeta della galassia W04... insomma tutto molto lontano dalla Terra. E' assurdo ma, per quanto ho potuto comprendere, gli esseri umani non sono assolutamente consapevoli della nostra esistenza... che cosa strana, in fin dei conti è come se fossimo i loro vicini. La galassia W04, infatti, si trova proprio di fianco a quella della Terra e molto spesso io e le mie sorelle ci divertiamo a vagabondare per i dischi di Saturno o le montagne innevate di Plutone. O meglio ci divertivamo. Sono esattamente tre giorni che non torno a casa ed ho fatto della Terra la mia residenza fissa, mi sono fermata a New York. La scelta non è stata casuale. Sul mio pianeta, infatti, ognuno di noi alla nascita attinge ad una fonte che se vogliamo potrebbe essere paragonata ad una batteria per giocattoli. Questa "batteria" fa in modo che il nostro corpo produca una forte energia in poco più di dieci secondi ed attivi dentro di noi una capacità speciale detta (in termini tecnici) Asha. Non mi è ben chiaro come questa batteria mi sia stata somministrata ai tempi ma sono convinta che con me qualcosa sia andato storto. Per intenderci, se mi vedete da fuori sembro una banale ragazza umana della mia età e non dimostro alcun tipo di abilità particolare. Difatti, il mio è uno di quei doni che non mi rende un mutante o la pelle di uno strano colore, non fa in modo che io sia invisibile né mi permette di cambiare i connotati del viso... magari fosse possibile.

Il mio dono è quello che noi chiamiamo comunemente un Asha Pro ossia, avete mai notato che quando giocate ai videogame esiste il livello Base, Pro e Arcade? Bene. Accade così anche per gli Asha: in parole povere la maggior parte della popolazione del mio pianeta fa parte della categoria Base, io assieme a tutta la mia famiglia, di quella dei Pro mentre gli Arcade sono coloro che hanno contribuito insieme a Zeus alla costruzione della nostra galassia: W04. Diciamo che per intenderci nel corso della vita sarebbe meglio non incontrarne nessuno perché potrebbero incenerirti – e non parlo per similitudine intendo proprio incenerirti- solo con uno sguardo.

Io, come un Asha Pro, sono capace di attingere a tutte le forze della natura: posso muovere l'acqua, l'aria, maneggiare il fuoco, provocare un terremoto, uno tzunami e tante altre cose poco carine. Inoltre, il mio dono mi permette anche di muovermi attraverso gli elementi quindi, ad esempio, sono arrivata sulla Terra grazie ad una palla di fuoco che si stava dirigendo proprio in questa direzione e sono sbarcata qui, nella tranquilla e cara cittadina di New York.

In realtà l'idea iniziale era stata quella di allontanarmi per una sola giornata da casa perché i miei genitori mi tengono praticamente rinchiusa nella mia stanza e l'ultima volta abbiamo avuto una discussione che si è svolta in un clima altamente melodrammatico. Così, presa dalla rabbia -lo ammetto ero davvero molto arrabbiata- ho creato un piccolo tornado, incenerito qualche libro ed infine mi sono fermata nella mia stanza ed ho deciso di allontanarmi. Già immagino la faccia di mio padre quando l'ha scoperto, deve essere andato fuori di sé.

Ora sono qui, in questo bel supermercato a godermi tutte le schifezze che il pianeta terra ha da offrirmi, ora capisco perché tutti quelli che incontro hanno qualche kilo in più: come si fa a resistere a certe bontà? Sul mio pianeta seguiamo tutti una dieta ferrea generata per ciascuno di noi, in base alle esigenze del nostro Asha, da un computer. Dico solo che io, essendo fortunata come un cerbiatto in una gabbia di leoni, mangio solo verdure, pesce, cereali e frutta secca. Le mie sorelle dicono che ciò è dato dal fatto che appena mangio qualcosa di scorretto si vede subito sul mio corpo. Forse un po' hanno ragione perché se mi guardo allo specchio, questi tre giorni sulla Terra lasciano già i loro segni, soprattutto sul mio lato B.

Ma che importa.

Con questo pensiero in mente, alla fine opto per prendere sia le patatine che i biscotti -non posso dire di no a queste meraviglie- e mi dirigo alle casse.

Come stavo dicendo prima, il piano all'inizio era quello di passare una giornata fuori casa, solo per calmarmi un po' e far indispettire i miei genitori. Non avevo messo in conto, però, che la Terra non è come il nostro pianeta Shilla e non ci sono così tante palle di fuoco, comete, folate di vento, tornado o qualsiasi altro fenomeno atmosferico possa darmi un passaggio fino a casa.

La prima sera qui a New York avevo visto una piccola scintilla nel cielo e mi ero detta speranzosa di tornare a casa -che in fondo un po' mi manca-, così come un'incosciente ho fatto un balzo dal tetto di un grattacielo e l'ho raggiunta. Le mie speranze sono andate infrante quando ho scoperto che quella luce non era una stella ma un aereo in volo e più provavo ad attirarlo a me con Asha e più andava via lontano. Inutile dire che sono caduta come una scema da più di mille metri di altezza provocando una grande voragine per strada e qualche bella scossa di terremoto alla Terra.

A ripensarci mi fa ancora male il collo.

Alle casse del supermercato trovo un ragazzo brufoloso, probabilmente un adolescente, intento a guardare qualcosa sul display del suo telefono, che neanche mi presta attenzione.

"Ciao, dovrei pagare questi" lo saluto anche con la mano ma lui non si accorge neanche della mia presenza. "Ehi, dico a te, mi vedi sono qui!" E comincio a muovermi su me stessa. Nessuna risposta. Comincio a pensare che lo stia facendo apposta. Comincio ad arrabbiarmi e sto alzare la voce ed urlargli contro quando il bancone del supermercato comincia a tremare. Il ragazzo alza subito lo sguardo dal suo telefono e guarda nella mia direzione, si toglie le cuffie e aggrotta la fronte "E tu cosa sei?", sto per rispondergli ma capisco che non si sta riferendo a me ma a qualcosa alle mie spalle. Mi giro piano, tenendo alta la guardia e quello che mi ritrovo davanti non è altro che l'inizio di grossi guai o meglio di una lunga prigionia.

"Ciao papà"  tentando di sorridere il più possibile. 

Asha - RisveglioWhere stories live. Discover now