||Kiribaku pt.2||•My hero Academia•(AU)

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Ora che doveva fare?

Poteva mentirgli, rifilandogli qualche frottola del tipo:"Ma sì, é solo una ragazza che ho conosciuto domenica sera".

Ma cosa avrebbe ottenuto, oltre un ulteriore peso sulle spalle?

Kirishima sospirò. La risposta a tutto era l'onestà, no?

«Beh, ecco, io... Penso di essermi innamorato di un ragazzo...» evitò lo sguardo del suo migliore amico, nonostante la curiosità lo stesse assalendo. Chissà che faccia stava facendo in quel momento...

«Stai tranquillo, non importa se sei gay o no, rimarrai sempre Eijiro Kirishima, no?» il ragazzo dai capelli neri rassicurò Kirishima, che si voltò verso di lui sorridendo a 32 denti. «E, dimmi, chi sarebbe questo ragazzo?»

Eijiro superò la soglia della porta saltellando (tipo Heidi), sempre sorridendo e canticchiando una serenata al ragazzo di cui si era innamorato.

Skip time

«TI SEI INNAMORATO DEL TUO PROFESSORE?!» urlarono in coro Mina, Sero e Denki.

Kirishima annuì:«Lo so che é strano, capirò se non vorreste essere più mie amici...»

Ashido, l'unica ragazza del gruppo, corse verso di lui. Aveva le lacrime agli occhi, preoccupata per il suo migliore amico. Si lanciò tra le sue braccia, scoppiando in un pianto disperato.

«Amico, non dirlo neanche per scherzo» all'abbraccio si aggiunsero anche i restanti membri del gruppo.

Ora voi vi chiederete: ma da dove sono sbucati tutti 'sti personaggi?

Non appena uscito dalla scuola, il ragazzo dai capelli rossi propose, scrivendo un messaggio sul gruppo creato anni prima, di andare a casa sua per parlare di "questioni amorose". Inutile dire che Mina si catapultò a casa sua con una velocità altissima. Mentre Kaminari se la presente con più calma; non che non gli importasse di Kirishima, anzi, loro due avevano una di quelle amicizie che dureranno per tutta la vita: semplicemente voleva "farsi attendere".

Kirishima si girò verso l'orologio: continuava a fissarlo con insistenza, quasi sembrava che stesse contando ogni secondo che passava. E finalmente, o per sfortuna, dipende dai punti di vista, l'orologio segnò le 16.

«Grazie mille ragazzi, siete degli amici stupendi. Ora però devo andare dal professore, ho lezione privata da lui»

«Dove credi di andare conciato così? Devi sistemarti per il tuo bel professore» ghignò Ashido.

Questa prese a spruzzarli profumo ovunque, mentre Sero e Denki sghignazzavano sdraiati sul letto. Poi la ragazza lanciò verso il rosso un paio di jeans attillati, una canottiera nera e un felpone rosso fuoco con sopra il logo della scuola, tutto questo distruggendo le pile piuttosto ordinate di vestiti e sbattendo le ante dell'armadio, che per poco non si rompono.

«Ora cambiati e corri subito dal tuo amato: sei in ritardo di quindici minuti»

«QUINDICI MINUTI?!»

Nel frattempo, il professor.Katsuki stava aspettando il suo studente seduto sul divano di casa.

«STUPIDO MOCCIOSO, PERCHÉ CI METTI TANTO?» sbottò più incazzato del solito. Inutile negarlo: Bakugou era sempre arrabbiato, frustato e gridava in continuazione. Aveva un vocabolario composto principalmente da insulti, o dalle loro varie sfumature. Ma in classe faceva il possibile per trattenersi, anche se spesso non ci riusciva. Mentre aspettava il "moccioso" (che chiamava così per abitudine, avevano solo 4 anni di differenza infondo) a braccia incrociate, una piccola parte di sé si chiedeva perché l'avesse invitato.

One-shot (Anime x reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora