Angoscia

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P.O.V. Valerio                                                                                                                                                                         La sera arrivò in un baleno, e la pioggia con lei, il fiato mi mancava e l'andatura lenta e altalenante non facilitava il tragitto verso casa. Sapevo di aver fatto un errore ma non ne avevo ancora la contezza, rimasi così scioccato dalle mie stesse parole e dalla vista delle lacrime di Emma che non riuscii a resistere e scoppiai in un pianto liberatorio; Un pianto ricolmo d'odio, di frustrazione e di dolore. Quasi non mi accorsi che seduto su quel marciapiede, le macchina sfrecciavano a tutta velocità accanto a me e la pioggia battente rovinava i miei vestiti. Non mi importò più di tanto, la pioggia avrebbe nascosto le lacrime e i motori delle macchine avrebbero coperto le mie urla di dolore. Quasi come un fulmine a ciel sereno però, sentii una voce, la pioggia smise di colpo come se qualcuno avesse chiuso il rubinetto. Alzai lo sguardo al cielo maledicendo chiunque avesse avuto l'ardore di stanare le lacrime che copiose inondavano il mio viso come un fiume in piena. Non feci in tempo a proferire parola che la mia aguzzina mi parlò:"Ei ti senti bene? vieni sotto l'ombrello altrimenti prenderai un bel raffreddore". Quasi non credetti ai miei occhi, appannati dal fiato gelido e dalle lacrime, era quella ragazza; La ragione di tutto l'odio versato su di me da Emma era davanti a me pronta ad aiutarmi. Ci misi un paio di secondi per realizzare alchè lei quasi imbarazzata per lo sguardo infuocato e calcolatore che le riservavo che subito girò lo sguardo, come per paura che potesse sciogliersi da un momento all'altro...

P.O.V. Lucrezia                                                                                                                                                                    Le serate cone queste erano le mie preferite, le nuvole, che tanto inseguivamo da bambini, trasportate dal vento nascondevano agli occhi la luna per brevi momenti, per poi farla riapparire più luminosa che mai. Il marciapiede quasi abbagliante dal riflesso della luna e dalle goccie di pioggia cascate poche ore fa, il respiro che evapora nell'aria come per trovare una via di fuga da questo freddo attanagliante. Immersa nei miei pensieri non mi accorsi delle prime goccie premonitrici che avevano bagnato il mio giacchetto e fu così che in un attimo la pioggia iniziò a scendere inesorabile. Con l'ombrello tra le mani gelide in cerca di un riparo caldo nella mia giacca, intravidi nella pioggia battente un ragazzo, immobile sul ciglio della strada, come se stesse attendendo il momento perfetto per porre fine a tutto. Mi avvicinai con la preoccupazione nel cuore, non gli avrei permesso di fare nulla di avventato, non fino a quando c'ero io.. "Ei ti senti bene? Vieni sotto l'ombrello altrimenti prenderai un bel raffreddore" a queste mie parole il ragazzo seduto alzò la testa in maniera lenta, quasi meccanica. Faticai a distinguere i particolari del suo viso; una cosa su tutte però mi attirò, un cerchio di fuoco con un pozzo nero pece al centro, i suoi occhi non trasmettevano nulla se non odio e tristezza, eppure quasi rimasi ipnotizzata da quello sguardo, così assente ma così duro allo stesso tempo. Tesi la mano verso di lui per aiutarlo ad alzarsi, attenta a non rimanere di nuovo bloccata in quegli occhi, se fosse successo di nuovo avremmo rischiato di cadere entrambi, e bagnarmi tutta non sarebbe stata una buona idea..

P.O.V. Valerio
Una volta in piedi notai subito la differenza di altezza, nonostante i miei 1.75 m di altezza mi arrivava a stento alle labbra, quasi fosse un tasso del miele, piccola ma forte e impetuosa come un uragano, non le diedi il tempo di parlare ancora che le feci una domanda che inavvertitamente la spiazzo:" Come ti chiami piccolè?" quasi infuriata dal nomignolo che le affibbiai che subito sussultò e rispose con velocità viperina:" non chiamarmi piccolè, perché non sono affatto piccola, e comunque mi chiamo Lucrezia. Cosa ci facevi sotto la pioggia a quest'ora!?" notai che subito dopo aver finito di parlare il suo sguardo si spostò sulle mie mani, ormai viola, gonfie e piene di sangue..
In un baleno si precipitò ad esaminarle con cura: delle mani così livide, stanche, addolorate e piene di ricordi e cicatrici; che in un attimo ricevevano il sollievo tanto sperato con un semplice tocco. Un tocco morbido, come se avesse paura di farmi ancora più male, se le rigirò tra le mani una decina di volte cercando altri tagli o lividi poco evidenti a una prima occhiata, poi fiera e dura emesse il suo verdetto:" cosa hai fatto a queste mani? sei uno stupido non ti fa bene, vieni qui, fortuna che ho dei cerotti almeno copriamo questo taglio". La sua preoccupazione era rivolta tutta su un taglio in particolare, trasversale al palmo della mano, un taglio netto e profondo, come se ci si potesse vedere dentro. Finalmente dopo minuti parsi ore passate a medicarmi alzò lo sguardo: gli occhi diventati rossi per la fatica e la pioggia che scendeva dalle ciglia, la lingua ancora in mezzo alle labbra forse per l'eccessiva concentrazione impiegata, lo sguardo perplesso forse dovuto all'intensità con cui osservavo ogni suo movimento. " non serviva, la mano sarebbe guarita da sola piccolè... Comunque cosa fa una bella ragazza come te in giro a quest'ora e con questa pioggia tutta sola? Non è molto sicuro da queste parti"
P.O.V. Lucrezia
Mi sentivo osservata, quasi indagata per via dell'ora tarda.. Sussultai a quella dimostrazione di curiosità mista a una lèggerà preoccupazione, come se in lui si annidasse, nel profondo, la paura che mi potesse succedere qualcosa. In pochi secondi un misto di emozioni mi travolse, non seppi precisamente perché mi avventai con così tanta foga sulle sue mani, pronta per soccorrerlo. Quegli occhi neri come la pece e lo sguardo duro, ma quasi perso tra le iniquità della vita, mi trasmetteva disagio. Non sarei mai riuscita a capire cosa dicessero quegli occhi, così totalmente inespressivi e magnetici.

Pioggia di lacrimeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora