Viaggio

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P.O.V. Valerio
La mattina del nostro incontro mi misi subito in moto, le avrei preparato una giornata che non avrebbe dimenticato tanto facilmente. decisi di non andarla a prendere a casa, sarei andato fuori dalla sua scuola. Scoprì facilmente che frequentava il quinto anno al Vivona, un liceo classico dell'EUR, immaginavo una scuola di tale prestigio vista l'educazione e il candore che emanava. Le avrei fatto conoscere Roma, la Città Eterna dei vicoli del centro, delle botteghe aperte da cento anni, delle vecchie signore di trastevere con la loro bontà d'animo, degli scorci più belli e delle canzoni d'amore che più ci hanno stretto il cuore in una morsa di ricordi. Avrei preso il motorino, volevo farle sentire le voci e la vita della città più bella del mondo sulla pelle. In ultimo avevo preparato l'itinerario nei minimi dettagli: L'avrei portata per prima cosa al Circo Massimo, al giardino degli aranci e poi l'avrei portata al roseto di Roma capitale dove le avrei fatto trovare un mazzo di rose rosse con l'aiuto di Carlo, il guardiano del roseto. Verso le 16:30 saremmo andati per le vie di Trastevere, ci saremmo presi un caffè da Zi Marì, Storica nonna di trastevere, che avevo conosciuto in una delle mie tantissime nottate sulla Scalea del Tamburino. Le avrei fatto visitare la mia Roma, la mia città con tutte le mie esperienze negative e positive. Alle 19:30 avevo prenotato un tavolo sulla terrazza della Rinascente in Via del Tritone, avrebbe ammirato roma con il tramonto che piano abbracciava l'intera città mostrandone le bellezze nascoste se guardata dal basso. Non avrebbe pagato niente, certo non navigavo nell'oro, ma per una ragazza così, avrei fatto i salti mortali e camminato scalzo sui carboni ardenti per farla sentire una regina. Saremmo rimasti li fino alle 21:30, in tempo per andare alla terrazza di Trinità dei monti, con la Roma notturna che piano piano prendeva vita mostrandone i lati a me più familiari, quelli nascosti, quelli affilati come rame di rasoi ma al contempo belli e misteriosi come per me era lei, una bellezza tutta da scoprire, in tutti i suoi più piccoli particolari. Non avrei atteso un momento di più, quello era il momento migliore, l'avrei stretta tra le mie braccia senza lasciarla andare con la mia Roma che mi aiutava a rendere questo momento ancora più unico e indimenticabile Poi forse chissà, avrei potuto baciare quelle labbra così magnetiche, così sottili che avevi paura non sarebbero riuscite a sostenere un bacio, ma con una forza tale da muovere lei le fila di quell'effusione, con passionalità travolgente, come un uragano e con una dolcezza che avrebbe tenuto testa alle più tenere dichiarazioni d'amore.

Pioggia di lacrimeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora