Prologo

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                "In questo racconto i luoghi, e i personaggi, sono immaginari.

           Gli uni non si trovano sulla carta geografica, gli altri non vivono,

             né sono mai vissuti, in nessuna parte del mondo.

             E mi dispiace dirlo, avendoli amati come fossero veri."

                                                                     Le voci della sera -Natalia Ginzburg





Si racconta che gli elementi naturali abbiano avuto origine tanto tempo fa, quando ancora l'uomo non esisteva. All'inizio di tutto, una divinità aveva creato una terra e in essa generò l'acqua, fonte di vita; il fuoco, portatore di calore; l'aria, donatrice del respiro di ogni essere vivente; infine il ghiaccio, tempio del freddo perenne. Questi elementi vivevano in simbiosi tra di loro e procreavano sempre ed in continuazione. Dall'acqua nacquero gli oceani, i fiumi, i torrenti e i laghi. Dal fuoco ebbe origine la forza devastatrice dei vulcani che ribollivano sin da sotto la terra. Dall'aria prese vita la purezza delle nuvole, il sole, le stelle e la luna. Dal ghiaccio si formarono ruvide distese innevate e cime di colli e di montagne imbiancate.

Fu proprio all'inizio dei tempi che una divinità diede origine ad una terra destinata ad essere ricordata nel corso dei secoli per la sua grandezza e per il suo splendore. Quella terra venne chiamata Isdiar. Il Creatore di questo mondo decise di affidarla a qualcuno che potesse prendersene cura, qualcuno che l'avrebbe resa fertile e gloriosa per lungo tempo. Ecco come nacque l'uomo. Lentamente queste nuove creature si diffusero per tutta Isdiar e con la propria intelligenza, fornita loro dal Creatore, iniziarono ad arare e coltivare i campi, a costruire un rifugio dove ripararsi dalla pioggia e dal freddo. Ma la divinità non era ancora soddisfatta,così creò gli animali ed altre creature mistiche e possenti, come i draghi ed i grifoni. Da quel giorno in poi, si susseguirono molti secoli di pace e prosperità. Gli uomini si recavano alle fonti per prendere l'acqua e cacciavano piccoli animali di cui si cibavano,procreavano, costruivano lentamente le loro città e la vita andava avanti.

Vari secoli dopo, il Creatore decise di aiutare gli uomini e le donne che lui stesso aveva creato, scindendo il regno in quattro parti differenti a seconda degli elementi originali primordiali. Decise di chiamare il regno dell'acqua Ekirel, quello del fuoco Sifir, quello dell'aria Ceylon e quello del ghiaccio Glaesh. Quelli furono anni felici per tutta Isdiar.

Gli abitanti, col tempo, elessero i loro sovrani, uno per ogni regno e da lì in poi iniziarono le dinastie, dove i regnanti si succedevano il regno come un testimone da portare di generazione in generazione. Ora, a distanza di mille secoli da quei primi eventi, i re in carica avevano generato delle figlie, che un giorno, a loro volta, avrebbero ereditato l'intero regno. Inoltre, ognuno di loro possedeva un dono speciale che lo rendeva unico e questo veniva elargito in maniera casuale anche ad alcuni abitanti della popolazione meritevoli, che talvolta nascevano proprio con quel dono. Ciò di cui si parla, si chiama dominio degli elementi. Esso era stato ricevuto in passato da un re, in maniera del tutto aleatoria, e adesso veniva trasmesso nelle varie discendenze reali, ed era stato tramandato per sangue ad ogni figlio o figlia. Nel regno dell'acqua, il re generò con la sua regina una splendida e bellissima neonata, Izumi Mizuki; nel regno del fuoco nacque, in circostanze misteriose, Hazel Firen; nel regno dell'aria, dopo dolorose contrazioni della regina, venne al mondo Ayra Vortifer; infine, nel regno del ghiaccio protetta tra le braccia di sua madre, nacque Yuki Icy. Ognuna delle bimbe venne educata secondo le leggi del loro regno, diventando di anno in anno sempre più belle e potenti. Dopo diciassette anni, una di quelle principesse in particolare, aspettava con ansia il compimento del suo diciottesimo compleanno che, secondo le leggi reali, l'avrebbe finalmente inserita nel mondo degli adulti e quindi a quella "libertà" tanto desiderata.

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