Capitolo 1 Brezza di primavera

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Quel giorno arrivò presto e nel regno dell'acqua, a Ekirel, nella capitale della città di Amenta, iniziò un nuovo mattino. Il sole splendeva alto nell'immensa distesa azzurra senza nuvole. Gli uccelli volavano e canticchiavano allegri facendosi largo tra i cieli e tra le distese verdi delle foreste e dei boschi; gli abitanti cominciavano ad occuparsi sin dall'alba dei campi; alcune donne badavano ai loro figli e si prendevano cura della casa mentre i bambini uscivano fuori a giocare. Tutta la città era pervasa da un'insolita aria di festa, come non accadeva da anni, e la gente iniziava a prepararsi per il grande evento. Questo perchè la principessa di Ekirel, Izumi Mizuki, avrebbe compiuto diciotto anni e sarebbe stata considerata, ufficialmente, una donna adulta.

Quella mattina la principessa si svegliò presto, alzò le braccia sopra di sé e si stiracchiò come faceva di solito; sorrise al pensiero che finalmente fosse arrivato quel giorno da lei tanto atteso. Sentiva il cuore fremere forte dentro al suo petto. Scese rapidamente dal letto e si affacciò dalla finestra: l'aria era semplicemente magnifica,odorava di menta ed era fresca. Era una delle caratteristiche che amava di quella terra. Il panorama era così bello che sarebbe potuta restare ad ammirarlo per delle ore. La dolce brezza primaverile le scuoteva i morbidi capelli ribelli, mentre se restava ad osservare, da lontano poteva scorgere alcune montagne da una parte, il mare dall'altra, le case colorate e costruite tantissimi secoli fa della sua città, gli altissimi alberi della foresta che sembravano prendere vita assieme al vento quella mattina. Uno spettacolo meraviglioso per gli occhi di chiunque.

<<Finalmente ci siamo.>> esclamò con un sorriso allegro, inondandosi i polmoni di quell'aria così lieta e piacevole.

Rientrò dentro a passo svelto e si fermò davanti al suo enorme armadio in legno levigato. Lo aprì, alla ricerca di qualcosa di comodo da mettere per ciò che aveva in mente di fare dopo, e ne tirò fuori un abito corto a maniche semi-lunghe color indaco, con un corpetto ricamato in pizzo e la gonna di seta lucida. Se ne rivestì e subito dopo si posizionò davanti allo specchio ad osservarsi: gli occhi azzurri come l'acqua del mare creavano un bell'effetto che richiamava il colore dell'abito indossato, inoltre lasciò che i lunghi capelli ricci castano scuro le ricadessero dietro le spalle. Per sua fortuna, il suo fisico snello e di esile costituzione gli permetteva di portare addosso qualunque tipo di vestito e amava particolarmente quelli di colore blu. Si sistemò le cuciture lungo i fianchi guardandosi nel vetro e questo la indusse a pensare a quanto assomigliasse in quei gesti a quelle ragazze appartenenti alle nobili casate del suo regno. Lei le detestava e non per chissà quale pregiudizio, ma perché nel giro di pochi minuti aveva già capito che tipo di persone fossero davvero. Per questo e per altri motivi, preferiva non avere amiche. Inoltre doveva ammettere a se stessa che il suo carattere non era il migliore che una principessa potesse utilizzare per avvicinare la gente, contestato soprattutto dai suoi genitori. Si definiva una ragazza che sapeva il fatto suo e quando si trattava di ubbidire a qualche comando forzato, lì dava mostra del peggio di sé; in compenso era molto intelligente, glielo ripetevano tutti, e amava leggere quando gli impegni reali glielo permettevano. Amava inoltre godersi il suo tempo libero, ed esercitarsi nella corsa e nel suo dominio dell'acqua, cosa che la rendeva orgogliosa di se stessa. Pensò che quel giorno sarebbe stato un vero peccato non potersi dedicare ad essi e considerando che la mattina era ancora giovane, avrebbe trovato di sicuro qualche ritaglio di tempo.

Stava finendo di aggiustarsi i capelli quando un rumore sordo la fece sussultare per un'istante. Qualcuno stava bussando alla porta della stanza e si affrettò ad aprire. Si ritrovò davanti il volto di una donna che aveva imparato a conoscere bene nel corso degli anni, la cameriera Camelia Dreva, una delle poche persone ad aver raggiunto un ruolo importante diventando anche amministratrice di tutto il personale del palazzo. Era una donna che stimava moltissimo, soprattutto perché non la rimproverava mai e quando lo faceva utilizzava un modo di fare tutto suo, che avrebbe fatto capire anche alla persona più cieca i suoi reali ed evidenti errori. Era l'unica in tutta il palazzo a non dover obbligatoriamente indossare gli abiti formali da domestica ma lei lo faceva lo stesso perché preferiva essere uguale a tutti gli altri, ecco perché Izumi stravedeva per lei. Quel giorno non faceva differenza.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 18, 2020 ⏰

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