**L'idea per questa storia mi è venuta l'altra notte, all'improvviso. Spero che il mio piccolo regalo di San Valentino possa tenervi compagnia <3 **
Il campanello fissato sulla porta della magifarmacia-laboratorio-clinica trillò allegramente e, tanto per cambiare, Severus Snape si trovò a imprecare tra sé e sé.
Succedeva sempre, sempre nei momenti meno opportuni. Tipo quando si stava preparando il meritato tè alla fine di una lunga giornata lavorativa.
«C'è nessuno?» giunse una voce dall'altra stanza e l'irritazione di Severus scemò.
Si affrettò ad aggiungere acqua nella teiera e si sporse lungo il corridoio che collegava la sua abitazione al negozio.
«Sono in cucina, Lucius, vieni pure.»
L'amico comparve sulla soglia proprio mentre lui appoggiava in un angolo della stanza una delle sedie che solitamente stavano intorno al tavolo, per far posto alla carrozzina semovente iperaccessoriata – un modello babbano modificato nientepopodimeno che da George Weasley.
Dopo tutti quel tempo, Severus non si era ancora del tutto abituato all'aspetto di Lucius, ai capelli ormai candidi, alle rughe che gli costellavano il viso, al suo corpo talmente magro e indebolito che non era più in grado di reggere il suo stesso peso. Aveva sei anni più di lui, ma sembravano almeno il quadruplo.
D'altra parte, un decennio ad Azkaban poteva avere quell'effetto sulle persone, e Severus lo sapeva bene, avendo "assaggiato" le gioie della carcerazione nei tre mesi della sua punizione simbolica, tappa necessaria nel percorso di riabilitazione totale della sua persona agli occhi della comunità magica.
Era già tanto che Lucius fosse emerso dalla propria condanna col cervello intatto.
«Sei in anticipo. In genere vieni a prendere le tue pozioni intorno al venti del mese. C'è qualcosa che non va?»
Accostando la carrozzina al tavolo, Lucius sbuffò.
«D'accordo che il tuo brutto muso non è il massimo, da vedere, però dovresti prendere in considerazione l'ipotesi che le persone possano voler passare a trovarti per il dubbio piacere della tua sarcastica compagnia, non solo per le tue capacità di Mastro Pozionista.»
«Il gelido Malfoy che mostra dei sentimenti? Il mondo sta per finire.»
Lucius sogghignò, e i due amici iniziarono a chiacchierare del più e del meno.
Quando ebbero terminato la seconda tazza di tè, Lucius si guardò intorno.
«C'è troppo silenzio, qui dentro. Ti sei finalmente deciso a strangolare le piccole pesti?»
Severus fece un suono derisivo col naso.
«Se dovessi decidere di eliminarli, non userei di certo un metodo così grezzo. No, sono da Molly. Questa settimana sarebbe il turno di Weasley, di occuparsi di loro, ma si sa che il Quidditch ha la precedenza su tutto, anche sui figli.»
Lucius si fece improvvisamente serio.
«Per quei ragazzini sei più un padre tu di lui. E credo che la cosa non ti dispiaccia affatto.»
Severus fissò la porcellana bianca che stringeva ancora tra le dita, poi alzò lo sguardo sul suo amico.
«Potresti non avere torto.»
Non l'avrebbe mai pensato, non visto quanto aveva odiato insegnare... ma quella era stata un'altra vita, pericolosa e stressante. O forse si trattava semplicemente di una questione di numeri: due infanti sono ben più sopportabili di cinquecento adolescenti.

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Looking Back on Tomorrow - A Snamione Story
Fanfic«Come va con la tua piccola Nata Babbana?» Lucius la chiamava sempre così - ovviamente quando lei non era presente, ché il mago ci teneva alle proprie estremità - e lo faceva apposta per provocarlo. «Per la milionesima volta, non è la "mia" Nata Bab...