Che dormire la notte, a volte mi sembra un miracolo, specie se sono reduce di una serata a base di alcool.
Che la testa mi gira e non riesco a concentrarmi sul sonno, e le idee, le domande e le scene mi passano davanti come fossi lo spettatore. Comoda sul mio letto, come al cinema.
Il respiro si fa pesante perché vorrei poter cambiare alcune scene del passato che proprio non riesco a tollerare, non riesco a tollerare il modo in cui si sono svolte. Chiudo gli occhi, ci riprovo.
Ed eccomi qua proiettata a quella serata, quella sera che me tornai a casa piangendo, quella sera che avevo deciso di non bere troppo, per paura di far schifo. Quella sera ho capito che la parola amicizia ha un peso importante e le persone che abbiamo attorno sono solo dei conoscenti a volte, sagome nere, che aspettano di vederti crollare, che godono nel vederti crollare.
Oppure sono tornata in quel giardino, chinata su quella panchina a guardare il niente a terra, questa volta non stavo piangendo no, non ce n'era bisogno. Mi bastava guardarti sparire tra quei sentieri, vederti rimpicciolita per poi scomparire. In un certo senso qualcosa di me è scomparso in quel momento.
Sono tornata a quella mattinata al liceo, dove chiusa in bagno quasi annegavo. Il muro si era completamente mangiato le mie nocche. Il pavimento aveva risucchiato le mie gambe e dal soffitto sembrava che la forza di gravità fosse aumentata. Annegavo. Mi sentivo una perdente.