CAPITOLO I

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Non si tratta di quiete, nemmeno calma

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Non si tratta di quiete, nemmeno calma.
Il silenzio è assordante, fastidioso.
Non si sentono solo i battiti del cuore e lo strofinio degli indumenti, ma i piegamenti, gli allungamenti, l'irrigidimento e il rilassamento dei singoli muscoli.
Avere di fronte e osservare questo posto, in cui si sono combattute innumerevoli battaglie, vedere Hewlo come un ghiacciaio deserto, sembra non avere senso.
A ciò si arriva? Nel momento in cui si consuma completamente la propria essenza, nel momento in cui si è terminato il proprio percorso? Finalmente si raggiunge la pace?
O il nulla?
Non si sente nemmeno uno spirito, nemmeno una traccia; quasi a far pensare che questo posto sia puro dal suo primo respiro. Improvvisamente sento un velo di vento, sembra caldo; lo sento sfiorarmi la guancia sinistra, poi l'orecchio. Un ricordo prende il controllo di alcuni dei miei sensi, mi ritrovo in questo posto, ma è diverso. Diverso da ora, ma esattamente come lo vidi prima di partire, secoli prima. Le tende dei mercanti, la scuderia di Erci, i colori degli indumenti e delle bandiere del regno. Rumori di spade che si toccano, legni che si spezzano, rumori di armature che vengono ripulite, indossate o spogliate. Sento una carrozza, mi volto, ma i miei occhi la sfuggono, poiché questa sparisce come la nebbia, infatti poco dopo inizio a sentire un brivido di freddo, sparisce tutto e ciò che resta...

Essenza fragile, ampolla indistruttibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora