•Capitolo 1•

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Era una sera come tante, mamma non era ancora rientrata a casa e io e mio fratello maggiore Liam avevamo messo a letto Lily e Effie, le due piccole gemelle. Forse loro erano davvero le uniche a non sapere quello che stava succedendo.
Papà era diventato quasi un padre single, dato che mamma non c'era mai. Lo tradiva da due anni e lo sapeva anche lui. Facevano tutti finta di niente, e quando lei tornava a casa si parlavano e stavano insieme come fossero ancora gli innamorati di una volta. Forse si amavano davvero, ma la mamma stava attraversando la "crisi di mezza età" che attraversano molte 40enni. Quella sera faceva freddo, dicembre era alle porte e decisi di prendere un piumone caldo. Ritornai nel salone del piano terra, e trovai mio padre e mia madre sul divano, davanti al camino che si abbracciavano (anche se non era un vero e proprio abbraccio) e li salutai. Diedi un bacio sulla fronte a papà che mi strinse forte, poi feci un cenno con la testa a mamma. Ero diventata fredda e distaccata da quando a casa non c'era mai. Passai per la cucina e vidi Liam che faceva i piatti.
"Se vuoi finisco io, tu vai a dormire." Dissi io sorridendogli.
"Non preoccuparti, sali in camera e ti vengo a dare la buonanotte prima di sprofondare nel letto." rispose lui con aria tranquilla. Lo ringraziai di vero cuore e uscii dalla cucina.
Io e mio fratello eravamo davvero molto legati. Ci differenziava solamente un anno e qualche giorno e da quando la mamma tornava tardi per i suoi "hobby" eravamo obbligati ad occuparci della casa, dato il troppo lavoro di papà. Sapevamo entrambi della storia di mamma con il collega, ma non ci facevamo più caso, o almeno non ne parlavamo più. Attraversai il secondo piano di sfuggita e arrivai al terzo, dove c'era la mia stanza con il bagno, quella di Liam anch'essa con un bagno e un piccolo salottino dove stavamo insieme ai nostri amici o dove potevamo rilassarci. La casa era un vero e proprio castello nel centro di Londra, ma il luogo che preferivo era la mia camera, il mio piccolo nascondiglio. Molto curata e sempre ordinata, una scrivania, una televisione e tantissimi quadri. C'era poi il pianoforte e il mio letto vicino alla finestra. Mi stesi sul letto e mi misi le cuffie nelle orecchie. Come mio solito presi una tazza di latte dal frigo nel saloncino e dei biscotti e mi misi a guardare fuori dalla finestra. Londra era innevata, il Big Ben segnava quasi mezzanotte, gli ultimi taxi tornavano al parcheggio ed era tutto così magico. Amavo guardare, prima di addormentarmi il ragazzo della casa difronte alla mia. Tutte le sere, alla stessa ora suonava il violino e puntualmente si fermava verso mezzanotte e quarantacinque, forse perché i vicini di casa si arrabbiavano. Io non capivo davvero che potessero non voler ascoltare quel giovane, bellissimo, che suonava il violino. A dir la verità fino a quel momento non lo avevo mai sentito, ma l'eleganza con cui suonava mi faceva capire tutto. Ecco, era mezzanotte precisa. Mio fratello entrò lentamente in camera e si avvicinò a me.
"Mettiti sotto le coperte e dormi, che domani mattina dobbiamo preparare la colazione." disse ridendo dolcemente sotto i baffi. Non dissi una parola, e mi misi sotto le coperte calde. Mi baciò sulla guancia e andò via chiudendo la porta dietro di sé. Senza quasi accorgermene venni travolta dal sonno e cominciai a sognare, cullata dalla magia della Londra innevata.

Non solo gli angeli hanno le aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora