•Capitolo 2•

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Ero ancora nel letto, tutto intorno a me aveva un colore più acceso del solito. La neve scendeva ancora sui tetti delle case londinesi, ma più lievemente rispetto alla sera prima. Il silenzio di ogni fiocco era quasi irreale. Tutto era ovattato e fuori la finestra regnava tranquillità. Mi vestii di fretta, come stessi facendo tardi ad un appuntamento inesistente. Uscii da camera mia chiudendo la porta cercando di non fare rumore. Qualcosa mi diceva di dover uscire di casa. Passai davanti la camera di Liam per controllare stesse dormendo, feci lo stesso con le mie sorelle e i miei genitori. Mi misi la giacca con il cappuccio e uscii di casa.

Per un momento non seppi dove andare, o cosa stessi facendo, ma una strada venne improvvisamente illuminata dai lampioni, quasi come me la stessero indicando. Era tutto molto strano, sembrava un po' una scena di Harry Potter, ma questo accentuava la mia voglia di pingermi a continuare a seguire la scia di luce. Cominciai a camminare e mi trovai davanti ad un portone e lui era lì. Il "mio" violinista.
"Ti stavo aspettando" disse lui sorridendomi. Risposi con un sorriso spontaneo.
Solo dopo mi resi conto della stranezza di ciò che aveva detto e gli chiesi:
"Mi stavi aspettando? Che significa tutto questo? Davvero non capisco. Perché sono uscita di casa? Dove stiamo andando?"
Lui era bellissimo, aveva gli occhi castani, i capelli biondi e dei denti perfetti. Si mise le mani nelle tasche della giacca e mi rispose:
"Sapevo mi avresti chiesto questo, ed è normale. Beh vedi, ti ho chiamata io. Tutto questo non è reale, o almeno, non lo è in parte."
"Cosa significa?" Chiesi con voce ferma. Subito abbassai la testa mortificata dal mio tono di voce.
"So quello che sta accadendo a casa tua, nel quartiere lo sanno tutti. Ma io posso darti una mano, in un modo un po' bizzarro ma molto efficace."
"Non mi hai risposto alla domanda di prima.." Risposi immediatamente.
"Noi ti aiuteremo a distrarti. Dovrai affrontare prove difficili nel corso della tua vita, te lo dico da adesso. Dovrai crescere prima degli altri e dovrai imparare a gestirti da sola. Ma io non ti abbandonerò, e nemmeno gli altri!" Disse lui con aria sicura e cosciente.
"Capisco ancora meno. "Noi"? Chi? Che mi succederà?" Mi si riempirono gli occhi di lacrime senza riuscire a controllarli.
Il violinista si avvicinò a me e mi mise la mano vicino la guancia, mi guardò in modo rassicurante e concluse dicendo:
"Torna a dormire, noi ci vediamo molto presto."
Non capivo nulla, ma mi fidai di lui.
E mentre tutto diventava scuro intorno a me, mi apparve per l'ultima volta la sua voce che diceva: "Comunque mi chiamo Josh, e la sera suono solo perché so che mi guardi."

Aprii gli occhi e mi ritrovai nella mia stanza sotto le coperte, nella stessa posizione in cui mi ero addormentata la sera. Cosa era successo?
Sapevo solo di avere un sorriso enorme stampato sulla faccia. Ora che ci pensavo, era stato tutto un sogno. Un bellissimo sogno. Ma anche se era tutto irreale, c'era qualcosa di molto realistico. Lui. Josh.
Di impulso mi affacciai dalla finestra. La neve scendeva silenziosamente proprio come nel sogno e lui era lì, nella sua camera. Il nostro sguardo si incrociò e mi fece un occhiolino ed un sorriso.
Sapeva quello che avevo sognato.
Era davvero stato un sogno?
Avevo immaginato davvero tutto?
Josh mi guardò un'ultima volta prima di chiudere le tendine della sua camera e mi fece cenno con le mani di riaddormentarmi. Non so esattamente che faccia abbia potuto fare. So solo che quel ragazzo aveva qualcosa che mi attirava.
Mi accasciai con la testa sul cuscino e ricominciai a dormire, più felice che mai.

Non solo gli angeli hanno le aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora