23 Febbraio.
È il suo compleanno. Mi sveglio col pensiero di lui.
Forse l'ho sognato, stanotte.
Ho riaperto gli occhi con la costante convinzione di avere il suo respiro addosso.Ho caldo del calore che emanano le sue mani di prima mattina, quando mi cercano i fianchi e mi trovano subito.
Riesco a sentire perfino la barba e i baffi che solleticano il mio labbro superiore.
Sento la sua voce che è forte anche appena si sveglia, che cerca però di farsi sentire piano, nel mio orecchio, spostandomi i capelli.
E le sue gambe, che spingono nelle mie.
Ed i suoi polpastrelli che affondano nelle mie cosce, come quando sta per alzarsi dal letto e non vuole.
Ed il suo respirare veloce, che non sa cosa dirmi per prima, se "buongiorno" o "devo andare".
Non gli ho mai detto "resta".
Oggi lo farei.
Oggi lo coccolerei.
Oggi anche cinque minuti in più me li prenderei tutti."Feliz cumpleaños, Àlvaro!"
È online
Sta rispondendo a tutti i messaggi identici al mio.
Perché gli ho mandato il messaggio più anonimo del mondo.
Perché penso a sua moglie lì accanto, oggi.
Per i bambini.
Perché è il suo compleanno.
Perché oggi che lo vorrei, sto al mio posto più che mai.
Scrive.
Veloce."Mila esker."
La mia lingua.
Il mio mondo.La risposta più personalizzata di sempre.
Non rispondo.
Sta scrivendo di nuovo.
Più veloce ancora.
"Mi manchi più degli altri giorni."