Il suono acuto della sveglia rimbombò nella stanza, interrompendo il silenzio ovattato della mattina. Evan si girò nel letto con un lamento soffocato, affondando il viso nel cuscino nel disperato tentativo di ignorare quel trillo infernale. Il suo braccio si allungò alla cieca verso il comodino, le dita sfiorarono lo schermo del telefono e, con un colpo maldestro, riuscì finalmente a spegnere l'allarme.
Rimase immobile per qualche secondo, gli occhi ancora chiusi, il respiro pesante. Non era pronto.
Non che odiasse la scuola—anzi, gli piaceva studiare, e in alcune materie eccelleva pure—ma il primo giorno era sempre un trauma. La folla nei corridoi, le nuove lezioni, i professori che si presentavano con sorrisi rassicuranti e programmi scolastici che suonavano già come una condanna. Ma, soprattutto, c'era il fatto che per il resto degli studenti lui fosse il classico "sfigato", il secchione che nessuno prendeva mai davvero sul serio.
Con un sospiro, prese il telefono e lo sbloccò. Una notifica brillava sullo schermo:
Dalia: "Pronto per il primo giorno di scuola? :)"
Evan imprecò sottovoce. Ovviamente, Dalia era sveglia da un pezzo, probabilmente già pronta e impaziente di rivederli tutti.
Con la lentezza di un condannato, si trascinò fuori dal letto, passandosi una mano tra i ricci scompigliati. Andò verso l'armadio e aprì le ante con un gesto svogliato, esaminando i vestiti con espressione critica. Dopo qualche secondo di indecisione, optò per i suoi soliti jeans scuri e una t-shirt bianca che quasi si mimetizzava con la sua pelle chiara. Non era un amante della moda, né gli interessava apparire in un certo modo, ma sapeva che quel look andava bene per non attirare troppo l'attenzione.
Dopo aver sciacquato il viso nel bagno, si passò rapidamente la spazzola tra i capelli, ma i ricci ribelli si rifiutavano ostinatamente di obbedire. Con un sospiro rassegnato, li lasciò così com'erano.
Afferrò lo zaino, rimasto abbandonato in un angolo della stanza per tutta l'estate, e scese le scale di corsa, il profumo (o meglio, l'odore sospetto) della colazione che riempiva l'aria.
La cucina era illuminata dalla luce del mattino, e sua madre era ai fornelli, intenta a preparare qualcosa che, almeno a giudicare dal fumo che si alzava dalla padella, sembrava essere già andato storto.
-Buongiorno, tesoro!-cinguettò lei, voltandosi con un sorriso.
Evan si avvicinò al tavolo e si versò una ciotola di cereali con il latte. Mentre girava il cucchiaio nella tazza, sentì sua madre posare un piatto davanti a lui con aria soddisfatta.
-Non vuoi assaggiare i pancake?-chiese con una punta di delusione nella voce.
Evan abbassò lo sguardo sul piatto. I pancake sembravano... beh, tutto tranne che dei pancake. Erano bruciacchiati ai lati e stranamente gommosi al centro. Tentò di trattenere un'espressione disgustata, ma quando sollevò lo sguardo e vide gli occhi speranzosi della madre, non ebbe il coraggio di dirle la verità.
-Certo, mamma,- mentì, prendendo una forchettata.
Il primo morso fu una tortura. Il sapore era persino peggiore dell'aspetto, una miscela confusa di bruciato e impasto ancora crudo. Fece appello a tutta la sua forza di volontà per non sputarlo.
-Sono... buoni,- disse con un sorriso forzato, prima di lanciarsi in piedi. -Ma è tardi! Devo andare!-
Prese lo zaino e corse fuori di casa prima che sua madre potesse insistere perché ne prendesse un altro.
Fuori, Daniel lo stava aspettando.
Alto, capelli neri come la notte, tirati su con un po' di gel, e carnagione olivastra che tradiva le sue origini messicane. Avevano legato da piccoli, ai tempi delle elementari, quando Evan era il bersaglio preferito di un gruppo di ragazzini più grandi. Daniel era intervenuto, sfidando il bullo di turno con una determinazione che Evan aveva sempre invidiato. Da quel giorno erano diventati inseparabili. Poi, alle medie, era arrivata Dalia, e il duo si era trasformato in un trio perfetto.

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love episode
Teen FictionL'adolescenza viene spesso descritta come un periodo frenetico e indimenticabile della vita. Ma non per Evan. A 17 anni, odia il liceo, detesta la sua chioma di capelli ricci e non si sente a suo agio con sé stesso. Matthew, invece, adora i suoi 18...