Capitolo quarto✨

77 3 0
                                    

Ormai la routine è sempre la stessa. Ogni mattina mi viene a prendere, sempre allo stesso orario. I miei pensano che stiamo insieme, e io glielo lascio chiedere, tanto sarebbe inutile spiegare. Sono passati solo due mesi da quando ci conosciamo, ma visto il carattere di Aiden posso ritenermi fortunata se parliamo spesso. Qualche volta sono anche riuscita a farlo sorridere, e sul suo bellissimo viso spuntano delle fossette. Però sono più le volte in cui è lui a farmi ridere, anche con semplici e stupide battute.

Oggi non è diverso, Aiden é fuori da casa mia ad aspettarmi,come al solito.

Di solito con la macchina non impiego più di 10 minuti per andare a scuola, ma Aiden non scende mai sotto i 100km/h quindi arriviamo più o o meno dopo 5 minuti. È ancora presto, quindi non c'è nessuno. Aiden è taciturno, così decido io di iniziare la conversazione <<Grazie per il passaggio>> dico. Senza smettere di guardare il parabrezza annuisce, ma non dice niente, e nemmeno io. Visto che sta guardando fuori ne approfitto per guardarlo. Ha gli occhiali da sole, quindi i suoi occhi non si vedono. Indossa un vecchio Levi's è una maglietta nera che aderisce perfettamente ai suoi pettorali. Sopra, ovviamente, il suo giubbotto di pelle nera. Sembra il classico cattivo ragazzo, quello da cui tutte dovrebbero stare alla larga, ma alla fine ha tutte ai suoi piedi. Solo che a lui non sembra importare, magari ha già una ragazza, o forse semplicemente le ragazze di qua non gli interessano <<Perché mi fissi?>> la sua voce mi risveglia dai pensieri, e divento tutta rossa. <<Io.. Stavo solo..guardando la tua giacca>> dico, diventando ancora più rossa. Sospira, ma è ovvio che non ci crede. Oddio che figura.

Per la mia felicità è appena finita l'ora di biologia, una noia mortale. Fuori dalla classe iniziano a formarsi in vari gruppi, io mi faccio strada tra di loro fino a quando non arrivo alla fine del corridoio, difronte alla scale. Mi incammino verso il mio armadietto, e non appena arrivo c'è lui ad aspettarmi. Ma non è solo. Sta parlando con Laura, che si attorciglia una ciocca di capelli in mano e ride. Lui pero no, lui le sta parlando, talmente vicino che a momenti potrebbero anche baciarsi. Non mi rendo conto di essermi immobilizzata in mezzo al corridoio fine quando una spinta da parte di un ragazzo che vuole passare non mi risveglia. Altroché se non è interessato alle ragazze di qua. Mi sembra fin troppo interessato. Mi volto e vado via, verso l'uscita, diretta ai campetti per la corsa.

Sono tutti a lezione, e non c'è quasi nessuno qui. Mi siedo sugli spalti e inspiro. Non mi ero resa conto di trattenere il fiato fino a quel momento.

Sono passate quasi due ore da quando li ho visti. Non stiamo insieme, lo conosco da così poco tempo,eppure..perché mi ha dato così fastidio?

Un'altra ora è passata mentre ero immersa nei miei pensieri. La campanella che sento in lontananza dalla scuola mi avvisa che la scuola è finita per oggi, è il problema è che non so come tornare a casa. Con Aiden non se ne parla proprio. Faccio per scendere dalla scalinata quando una voce dice <<Allison?>> non è Aiden, ma Andrew Miller, co-capitano della squadra di softball. Non ci siamo mai rivolti più di tre volte la parola, tanto che pensavo non sapesse nemmeno come mi chiamo, e invece lo sa. <<Si?>> dico con tono incerto. <<Come va?>> chiede lui passandosi una mano tra i capelli, evidentemente nervoso. <<Tutto bene,grazie. Dimmi, ti serve qualcosa?>> sicuramente è così, non c'è motivo per qui mi dovrebbe parlare, se non per la scuola. <<No no. Io..volevo sapere se..ti serviva un passaggio>> alza la testa e mi guarda. Non so come tornare a casa, sono troppo stanca per andare a piedi e di Aiden non se ne parla. <<Certo>> dico. Lui tira un sospiro di sollievo, fa un gran sorriso e andiamo.

Penso stia facendo lentamente la strada di proposito, visto che dopo 15 minuti ancora non siamo arrivati. Ogni tanto lancia delle veloci occhiate verso di me, e non la smette mai di parlare. Sport, compiti, scuola, balli. Straparla. Una vibrazione improvvisa mi dice che mi è appena arrivato un messaggio.
AIDEN:DOVE SEI?
Non gli rispondo, così poco dopo ne arriva un altro. E un altro ancora. E altri 3. Alla fine decido di rispondergli.
IO:IN MACCHINA
AIDEN:CON CHI? LA TUA MACCHINA È A CASA TUA.
IO:IMPORTA?
AIDEN:ALLISON,CON CHI SEI IN MACCHINA?
IO:AIDEN NON TI INTERESSA. TORNA A FLIRTARE CON LAURA.
AIDEN:LAURA? COSA C'ENTRA LEI ORA?
IO:TI HO VISTO MENTRE CI PROVAVI CON LEI. CIAO.
AIDEN:NO,ASPETTA. NON ERO IO,LASCIAMI SPIEGARE
AIDEN:ALLISON
AIDEN:ALLISON. CI VEDIAMO A CASA TUA.
Mai. Non lo voglio vedere. Che se ne vada a fanculo.

Come ha fatto ad arrivare prima di me?! La sua macchina è parcheggiata nel vialetto di casa mia. Fortuna che i miei sono a lavoro. Scendo dalla macchina, saluto Andrew e lui, confuso, se ne va. Passo senza nemmeno guardarlo, e quando si mette davanti a me lo spingo, ma lui non fa una piega. <<Che cosa vuoi, Aiden?>> dico. <<Non ero io. Lasciami spiegare.>> si difende lui <<Io..lo so che non ci crederai..ma ho un gemello. Viveva con mio padre, e ora si è trasferito qui.>> lo guardo come se fosse impazzito. <<Un gemello?! Ma credi che sia stupida?!>> gli urlo. Lui non risponde. Prende solo il cellulare e me lo mostra. Come sfondo ci sono due ragazzi uguali. Vestiti però in modo diverso, solo con lo stesso giubbotto. Ci sono due Aiden.

A Beautiful ImperfectionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora