(Visto che vi piace, qui una raccolta delle loro avventure:
https://my.w.tt/emdWhNJn24)Quanto Greta Galimberti aveva ereditato Villa Galimberti, tutto pensava fuorché fosse già abitata.
I nonni l'avevano spinta a prenderla, in quanto posta in un magnifico borgo medievale pugliese, molto turistico, ma senza alcun albergo.
E poi, come dicevano "Apparteneva alla bisnonna. Si offenderebbe se tu la vendessi".
La bisnonna Ava, morta non prematuramente all'età di centosette anni di cattiveria, in realtà, si offendeva praticamente per qualsiasi cosa.
Greta avrebbe volentieri rifiutato l'onore e l'onere della casa, ma si sa: i nonni sono i nonni, e poi il Borgo era ad appena otto chilometri dalla città.
Non ultima aveva contribuito la bellezza della villa, immersa nel verde e con un ampissimo giardino, ben curato negli anni. Contava ventisei camere da letto, quattro soggiorni, due cucine... e il mare era vicino!
«Perché non la vendi?» borbottavano i fratelli di Greta. «Ci guadagneresti molti soldi.»
«Le condizioni che mi ha lasciato Ava sono di non venderla prima di duecento anni. Vecchia strega.»
«Non si parla male dei morti!» la rimproveravano i nonni.
«Beh, questa non l'ho mai capita! Alla fine, i morti sono morti, va bene, ma non è che la morte santifica. Comunque ne faccio un bed and breakfast.»
Ma dicevamo che Villa Galimberti era già abitata. L'enorme costruzione ottocentesca, gotica e spettacolare alla vista, aveva già un particolare inquilino, barese verace e un po' sboccato. Greta alla fine si era dovuta abituare a lui.
«Senti» disse quel giorno entrando nel primo soggiorno. Giacomo era mollemente abbandonato su una poltroncina, un libro tra le mani. Era un uomo sulla quarantina, vestito un po' a casaccio, con una vecchia camicia bianca e pantaloni larghi. I capelli erano rossi e arruffati, gli occhi azzurri e il viso tondo, dolce, da eterno bambino.
«Dimmi.»
«Io ti ho accettato. Te e tutte le tue stranezze.»
«Quali stranezze?» Giacomo parve cadere dalle nuvole. Portò lo sguardo sulla figura minuta di Greta, una donna sulla trentina e sul metro e sessanta, dal colorito molto chiaro e gli occhi grigi. Come lui aveva i capelli rossi, che erano un tratto dei Galimberti. Quelli di Greta però, erano lunghi fino alla schiena.
«Suonare il violino alle due di notte!»
«Abbiamo fatto bei duetti» rise Giacomo.
«Sì, ma di giorno. Non di notte. E poi quelle urla che fai ogni tanto. Non ultimo, le feste!»
«Greta... mi dispiace tantissimo. Sai che ti voglio molto bene. Per te darei la vita!»
«BELLA FORZA, FACCIA TOSTA CHE NON SEI ALTRO! Sei già morto!»
«Appunto!» disse Giacomo leggermente offeso «Dovresti avere rispetto di me.»
«La morte non santifica!» disse Greta puntandogli contro il dito «Come accidenti fa una festa di fantasmi a fare tutto il macello che ho trovato ieri sera?»
«Emh... » se Giacomo avesse potuto, sarebbe arrossito.
«Parla» disse Greta avvicinandosi minacciosamente a lui. Ancora non credeva di averne avuto paura, un tempo. Giacomo arretrò così tanto che il libro gli cadde di mano, e lui stesso finì dall'altra parte della poltrona.
«Non eravamo solo fantasmi.»
«E chi altro c'era?»
«Massimo. È un lupo mannaro.»
«E perché lo hai invitato?»
«Perché ha sentito me e Amelia parlarne! Non invitarlo... beh, dai, si sarebbe offeso!»
«Mi ha svuotato l'armadio dei liquori! Ho appena dovuto fare spesa» e indicò le bottiglie sul tavolo. «Digli che mi deve duecento euro. Quella Vodka veniva direttamente dalla Russia. Ed ora mi devi un favore.»
«Sarà fatto.»
«Spaventa il figlio dei vicini. Continua a disturbare i miei ospiti con quelle miccette. Fai quello che sai fare tu. Presentati con una finta mano mozzata, suonagli il violino nel sonno... quello che facevi a me e al mio ragazzo all'inizio.»
«Scusami ancora per quello, ma per tanti anni l'unica compagnia è stata Ava, e lei... beh, apprezzava.»
«A proposito della bisnonna: perché non si presenta?»
«Preferisce infestare altri luoghi. Forse passerà oltre.»
«Beh, dille che voglio parlarle.»
«Ava è un po' offesa con te. Però è orgogliosa di quello che fai con la Villa, dice che la fai rendere.»
«Beh, non si degna di venire a dirmelo... »
«È morta da poco! Un po' di comprensione, su. Era giovane.»
«Aveva centosette anni.»
«Io ne ho centottantasette. L'ho vista bambina, per me sarà sempre la piccola rompiscatole che mi saltava sulle gambe» l'espressione di Giacomo si intenerì, e anche quella di Greta.
«Vabbé dai. Spaventa quel bambino, ok?»
«Sarà fatto. Però penso che se tu gli parlassi... » lo sguardo di Greta si fece penetrante. «E va bene! Non amo spaventare!»
«Faccia tosta di un fantasma! Mi hai terrorizzata a morte quando sono venuta ad abitare qui.»
«C'è da dire che tu urlavi ad ogni piccolo movimento... » sussurrò Giacomo «Ho provato a vivere di nascosto, ma non è nella mia natura.»
«Sì, ho sentito di te. Lo zio chiassoso. Conosco i tuoi eredi, e fidati: siete identici. Potresti andare a conoscerli ogni tanto.»
«Nah, non amo viaggiare.»
«Beh, preparati» a Giacomo il sorriso di Greta inquietò parecchio «Perché a Natale saranno TUTTI qui. Tutti tutti. Chiunque abbia un Galimberti come parente.»
«Vuoi presentarmi a tutti?»
«Ma neanche per idea! È natale, non halloween. Non capirebbero e avrebbero paura. Però potrai vederli, e magari, se riconosci qualche tuo discendente diretto avvicinarti... con calma, Giacomo, molta calma. Sai essere irruente.»
«Me lo dicevano sempre, quando ero vivo.»
«Beh» Greta scrollò le spalle «La morte alla fine non cambia nulla. Vado a sistemare le stanze, poi ti va un duetto di violini?»
«Oh sì!» lo sguardo di Giacomo si illuminò «Te ne ho appena trovato uno in cantina, apparteneva a un tuo lontano parente.»
«Però per poco tempo. Dopo arriva il mio ragazzo, e sai che lui non gradisce molto sentirci suonare... »
«Beh, capirà.»
«Aspettami. Ah, ed ho assunto una nuova cameriera, ma dice di non aver paura dei fantasmi, sa la fama della casa. E dice di essere parente di un certo Filippo, vive ancora con lei. Lo conosci?»
«Non è che conosco tutti i fantasmi del mondo! Ma Filippo sì. C'era alla festa di ieri sera.»
«Solo fantasmi la prossima volta. Promettilo.»
«Promesso. Però se ti venisse voglia di lasciare il tuo ragazzo, ti presento Massimo.»
«Quando mi verrà voglia ne parleremo. Vado. Fai il bravo.»
«Te lo prometto, Greta.»
fine.
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ONE SHOT
CasualeRaccolta di One shot 1: il mio coinquilino 2: la casa alla fine del mondo 3: la strana guerra