Hester

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Devo difendere quel campo.

Devo. Quella palla non può cadere nel mio campo sotto il miei occhi. Niente può farlo, nemmeno una penna.

Presi al volo la penna che stava cadendo al mio compagno di banco in quel preciso istante.
Nella mia squadra era l'ultima arrivata assieme a Malencia. Molte non ci accettavano, potevamo prendergli il posto. E fu così, entrambe ci siamo guadagnate il posto da titolari. Pur avendo ruoli diversi, Malencia percepisce il campo più o meno come me, per noi è più doloroso farsi fare punto con un attacco o battuta avversaria, che con un attacco a rete. 

Per me gli allenamenti sono strani. Ogni tanto mi fanno fare esercizi sui riflessi e sui recuperi. Ma il più delle volte mi alleno con le bande, anche loro devono saper fare quello che so fare io, ma poche sentono il mio stesso istinto. Quello che è capace di farti buttare addosso ad una tribuna pur di non farti fare punto, quello che ti fa andare addosso ad una tua compagna perché eri riuscito a leggere il gioco. 

La gioia di una ricezione perfetta, di una difesa sull'attacco spettacolare dell'avversario o sul recupero considerato impossibile da gli altri, è unica.
I lividi dopo un'intero allenamento a tuffarsi, le botte che senti sui gomiti o sulle ginocchia sono dolorose, ma io le accetto, tutto per quella palla.Oltre alle gioie ci sono le delusioni. Quella battuta che si trova tra te e un compagno e che ti fa esitare e alla fine nessuno dei due la prende, oppure gli attacchi degli avversari dentro, ma che eri convinto che erano fuori e quindi non li prendi.

Alla partita di oggi darò il massimo, come sempre d'altronde. Battono loro. La battitrice batte in salto rotante, forte, essendo destrorsa se la palla se la alza leggermente verso sinistra  tirerà verso uno, ma  se la palla è buona può tirare ovunque vuole. Dopo la sua alzata, posso scartare alcune delle sue opzioni, ma poi decido di dirigermi verso zone 1, e faccio bene, la palla stava andando proprio verso Sophie che in questo momento si trovava in prima linea. Riesco a ricevere senza troppi problemi, la palla è buona e allora Kate alza un primo tempo  a Rose che fa punto con un pallonetto dietro al muro.
Batte Sophie, loro ricevono ma la palla è un pò sporca  quindi scarto il centrale dalle opzioni, il palleggiatore non arriva in tempo e quindi deve alzare per forza in prima linea, la schiena è dritta e quindi mi sposto verso la diagonale perché ho capito che l'alzerà in 4, e fu così. L'attaccante guarda con lo sguardo verso il centro del campo e rallenta il braccio. Vuole fare una piazzata al centro. Mi sposto e la prendo facilmente, Kate entra e la alza in 4 dove Malencia fa una parallela spettacolare. In due azioni ho già pensato più di quanto penso per una verifica, ma continuò così per tutta la durata del gioco.

La bellezza del mio ruolo è impercettibile, se gioco male gli spettatori mi notano, se mi vedono a malapena significa che sto giocando bene e se non si accorgono nemmeno della mia presenza significa che ho fatto una partita spettacolare. Quando l'attaccante fa punto tutti si congratulano con lui, e lui ringrazia il palleggiatore per l'alzata ma nessuno mi fai mai i complimenti per la ricezione o per la difesa. Ma se sbaglio mi ritrovo sommersa da rimproveri. Sono sempre molto stressata mi sembra di non fare mai abbastanza.

Devo rimanere concentrata per ogni singola azione.
Sempre.

stressed, blessed and volleyball obsessedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora