"Paggy, perché non torni a casa? È tardissimo" interrompo il silenzio che si stava espandendo per tutta la stanza ormai da un po' di minuti. "No no" lui si alza dal mio letto e mi raggiunge alla scrivania mettendosi in piedi di fianco a me. "Lo sai che rimango fino a quando non finisci"
Io mi giro verso di lui e sospiro "Va bene, ma non starmi addosso, ho quasi finito". Scrivo le ultime cose e subito dopo lascio la penna sul quaderno chiuso.
Mi alzo spegnendo la piccola luce sulla scrivania. La stanza rimane illuminata solo dalle lucine che ricoprono quasi la maggior parte delle pareti di camera mia. Adoro questa atmosfera, mi è sempre piaciuta.
Payton è steso sul mio letto rivolto verso il soffitto e sorregge il suo telefono tenendolo in alto precisamente in direzione della sua faccia. Non credo si sia accorto del cambiamento di luci e della mia presenza in movimento. Mi avvicino a lui e non cenna a muoversi. Mi viene un'idea stupida e senza pensarci do un colpo alle braccia di Paggy, nel punto giusto per fargli cadere il telefono dalle mani. E boom! Dritto in faccia.
"Asocialeeee" gli grido mentre vado a sistemarmi vicino a lui sul letto. Nello stesso momento lui recupera il telefono e lo lascia sul materasso dalla parte opposta alla mia, verso il bordo del letto. Poi prende un cuscino lo abbraccia affondandoci la faccia dentro e si mette di fianco verso di me.
Io rimango ferma a sorridere soddisfatta e ad aspettare di vedere cosa facesse. Finalmente vedo sbucare i suoi occhi da dietro quella cosa morbida che stava stringendo.
"Vaffanculo Vee" riesco a capire dai suoi occhi che sta sorridendo. Ormai riconosco ogni sua espressione. Dopo pochissimi secondi, inaspettatamente, mi arriva una cuscinata in faccia. Io scendo dal letto e lo fisso "Vuoi la guerra? E allora che guerra sia!" annuncio afferrando la prima cosa morbida ed imbottita che mi trovo davanti. Lo colpisco sul fianco e salgo di nuovo sul materasso, questa volta rimanendo in equilibrio sulle ginocchia. Lui fa una faccia provocatoria e il suo sguardo tra le palpebre socchiuse risponde alla mia sfida.
Paggy prova a tirarmi giù con un colpo laterale, ma io rimango perfettamente in piedi. Nel frattempo lui si alza sul letto mettendosi di fronte a me nella stessa posizione e io ricambio la cuscinata. Stava quasi per perdere l'equilibrio ma riesce a stabilizzarsi subito.
Lui parte con una serie di colpi, sempre morbidi per paura di farmi male e io rispondo a mia volta. Tra una cuscinata e l'altra ridiamo come due idioti. Ad un certo punto lascia il cuscino e mi prende le braccia. Si butta con la schiena sul materasso e mi tira su di sé. Avendo ancora quell'ammasso di imbottitura tra le mani provo a colpirlo, ma lui lo afferra e me lo toglie dalle mani.
Io mi rotolo sul letto fino a ritrovarmi di fianco a Payton. Mi rendo conto che entrambi ci siamo un po' stancati, dato che respiriamo profondamente per riuscire a recuperare tutta l'aria che avevamo perso tra colpi e risate.
"È tardi Paggy, forse è meglio che tu vada prima che sia troppo tardi e per strada trovi qualcuno che ti vuole rapire" io mi alzo dal letto e vado dall'altra parte piazzandomi vicino a lui. Non sembra volersi alzare, quindi io inizio a tirarlo.
"Non mi vaaaa" la sua voce piagnucolante è come un tasto che fa ripartire la nostra risata all'istante. Mentre penso a come farlo staccare dal materasso noto il suo telefono sbucare da sotto un cuscino. Lo prendo velocemente per evitare che lui riesca a battermi nel tempo.
Io so la sua password e lui sa la mia, e abbiamo anche la nostra impronta digitale registrata sui nostri telefoni. Quindi io posso sbloccare il suo e lui il mio.
Lo sblocco, sullo schermo vedo scritto 10:44 pm. Non appena lui si accorge del suo telefono tra le mie mani, con la consapevolezza che io sono capace di fare qualunque cosa, si alza di scatto e me lo sfila. Il tutto in una frazione di secondo.

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𝑾𝒉𝒚? - Payton Moormeier
Romansa"Perché ho permesso che tutto questo accadesse?" Ho tante fissazioni. Ma non sono sempre cose belle. Delle volte ci sono cose che nascono dal nulla e mi occupano il cervello risucchiando ogni minima parte di felicità. La cosa più strana è che ho un...