2:L'inizio.

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Il mio nome è Gioele.
Sono un 24 enne semplicissimo.
Abbastanza alto,capelli biondo scuro rilegati  in un gommino nero semi rotto,a mo' di cipolla,fisico normale, Occhi verdi.
Almeno prima della simulazione.Questo è quello che ricordo di me. Niente altro.
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Uscito da casa mia, una villetta niente male,sento subito una goccia d'acqua scendere dal tetto dritta sul mio collo,che pian piano si fa strada lungo la mia schiena.In questi giorni piove ininterrottamente.
A me piace la pioggia.Non è mai  un problema per me la pioggia. Uscivo,giocavo, suonavo sotto la pioggia.
Non è mai stato un problema,tranne oggi.Quella goccia d'acqua bruciava. Ma non ci faccio molto caso,sono abituato alle alte temperature.
Mi incammino verso la scuola di musica dei miei genitori.Mia madre è una terapista.È come una specie di psicologa.
Mio padre un batterista.Lui mi ha trasmesso la passione.Mi ha insegnato tutto quello che so.
Mentre controllo che non ci siano macchine attraverso la strada.
Ad un certo punto,un auto nera,da corsa,con le gomme bianche,sbuca dal nulla,e ad alta velocità si schianta su di me.
Mentre sono a terra,sento quella pioggia bollente che inonda il mio corpo di un calore quasi invitante.I miei occhi rimangono spalancati alla vista delle mie gambe.NON HO PIÙ LE GAMBE.LE MIE FOTTUTE GAMBE !
Mentre sgorga sangue dalle mie gambe, le mie palpebre  iniziano a diventare pesanti.
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Mi ritrovo In una stanza completamente bianca.
Non riesco a distinguere le pareti dal pavimento,fino a quando non mi accorgo che non esistono pareti,ma solo il pavimento.
Una stanza..infinita?
Preso dal panico guardo le mie gambe,che sono ancora lì,sane e salve.
Com'è possibile?
Io non me lo sono immaginato..
Buio.Non vedo più nulla,e dalla paura svengo.

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