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Quella domenica mattina Lilith si era svegliata rendendosi conto di quanto tempo fosse passato dall'ultimo incontro con le sue amiche.
I giorni passavano, le lezioni si facevano più intense e le tre avevano sempre meno tempo per vedersi.
Si mosse velocemente dopo quel pensiero.
Scese dal suo letto mettendosi una vestaglia e delle pantofole lilla.
Si guardò intorno, notando quanto il tempo passasse in fretta certe volte e lentamente altre.
Il sole era appena sorto; guardando l'orario sul suo telefono infatti notò che fossero solo le 8:00 a.m.
Le sembrava di aver dormito un'eternità.
Le sembrava anche che fosse passata una settimana dall'inizio dell'anno scolastico, eppure...
La colazione non era ancora stata servita visto il giorno festivo.
Si guardò intorno notando come le sue compagne di stanza ancora dormissero profondamente.
Accompagnata da vari sbadigli si mosse verso il bagno con alcuni vestiti e le sue creme, la sua varietà di trucchi e altri prodotti.
Finita la sua routine mattutina mise un paio di stivaletti neri, delle calze scure e una gonna a vita alta, stretta, del medesimo colore e un maglione verde scuro lasciato morbido sul suo piccolo busto.
Raccolse i suoi capelli biondi, come quelli di Draco Malfoy, in uno chignon disordinato e dopo essersi data una leggera passata di trucco decise che forse era ora di scrivere alle altre.
Prese il telefono digitando il nome di Morgana che, come al solito, quando dormiva, aveva il telefono in modalità aereo, quindi per la sua presenza Lilith poteva solo attendere il suo risveglio.
Clarissa invece era già sveglia visto il messaggio che quest'ultima le aveva inviato.
Lilith raccolse le sue cose e si mosse verso la sala grande del castello dopo aver letto il messaggio di Clarissa.

"Ti aspetto davanti la mia sala comune così facciamo colazione insieme"

Lilith sbuffò ricordandosi dove si trovava la sala comune dei Corvonero.
Diciamo solamente che non le andava di fare le scale quella mattina, o qualsiasi altra mattina.
Uscendo dal suo dormitorio notò come la sala comune dei Serpeverde fosse piena di ragazzi che aspettavano gli amici per andare a fare colazione.
Amici della loro stessa casa visto che i Serpeverde non gradivano la presenza di studenti appartenenti ad altre case nella loro sala comune, fredda e poco accogliente, come dovrebbero essere la tana di un serpente.
O il cuore del fondatore Salazar Serpeverde.
Molti occhi puntarono la piccola Lilith Black quando iniziò ad attraversare la stanza decisa e sicura di sé.
La figura della ragazza era così minuta, fugace e, all'apparenza fragile, che molti la osservavano come se fosse una gazzella indifesa, mentre dentro di sé la sua metà demoniaca pian piano continuava a farsi strada. la ragazza sentiva quella crescita, la percepiva e aveva paura, lei era buona, ne era sicura, nonostante j guai in cui si era cacciata durante gli anni, nonostante le cattiverie dette nell'arco della sua vita, nonostante tutto quello che aveva fatto e che farà.
Ma questo qualcun altro lo sapeva.
Harry, che pensava di essere tutto tranne che una brava persona, la seguiva, seguiva la piccola ragazza con lo sguardo, attaccandola a distanza con quei suoi occhi smeraldo che continuavano a tradirlo ogni volta che la figura, o anche solo il pensiero, della ragazza gli entrava dentro.
In un impercettibile secondo, anche se sembrava un'eternità, i loro sguardi si incontrarono.
Il cuore di Harry perse un battito ma non gli diede peso, buttò di nuovo la testa sui suoi amati libri desiderando lei.
Ancora, come la desiderava la notte prima e la notte prima ancora e la voglia di prendere a pugni se stesso perché non riusciva a capirsi era tanta.
Tanta quanta la voglia di toccare, assaporare, comprendere o anche solo avere il diritto di guardare Lilith Black

//Insane souls//.hes.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora