†Black On Black†

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14 ʍaʀʐօ
ʍattɨռa
օʀɛ: 08 : 00
  

«Wow» esclama Jisung guardandosi attorno meravigliato.
«Benvenuti a casa mia» esordisce Taeyong all'inizio della fila, creatasi dai ragazzi per entrare nella reggia.   
Una vecchia residenza di famiglia, quasi decadente all’apparenza, un vecchio grigio ammuffito ricopre i muri rovinati e bucati dell’abitazione.
Appena entrati, i ragazzi possono notare un giardino interno, questo sembra un castello dell’ottocento, si potrebbe dire, antico, quasi vintage.
Dopo il giardino interno, vi si trova un grande muro grigio con una grande porta nera al centro: «Inquietante» si lamenta John.
Si sente uno sbuffo dietro di lui, vi si trova Chittaphon, un ragazzo molto più basso di John: «Questo castello è magnifico, però ai miei tempi erano tenuti meglio» dichiara.
«Ai tuoi tempi?» domanda Donghyuck in modo curioso, mettendosi al suo fianco.
«Niente domande» ordina Taeyong aprendo l’enorme porta di fronte a loro.
Dentro vi si trova una grande sala da pranzo, con un lungo tavolo di legno massiccio in mezzo, intorno ad esso ci sono una ventina di sedie con due di queste ai capi della tavola, molte vetrate di vario colore sono al muro, la luce che vi filtra dentro fa apparire il posto in modo più accogliente grazie ai colori caldi.
I ragazzi restano in silenzio, oltrepassano la sala e si trovano davanti a due infinite scalinate: una che va verso l’alto e l’altra va verso il basso.

«Seguitemi» dice Taeyong iniziando a salire la scalinata che porta verso l’alto e gli altri lo seguono senza fiatare.
Arrivano, dopo un paio di minuti, ad una porta verde: la vernice è sporca ed anche secca, alcuni pezzi sono a terra infatti.
Taeyong apre la porta e con un forte cigolio essa si fa da parte: la stanza ha parecchi mobili coperti da un leggero lenzuolo grigio spento, che un tempo, doveva essere bianco.
Ci sono esattamente diciassette sedie con dei piccoli banchi davanti ad esse, più in la vi si trova una cattedra ed una lavagna da muro, sopra la cattedra vi si trova un’enorme lenzuolo bianco che nasconde qualcosa.
«Scherziamo? Non sono venuto qui per ritornare a scuola» commenta in modo acido Taeil, aggiungendo un sonoro sbuffo alla fine.
«Sedetevi e, forse, tutto vi verrà spiegato» annuncia Taeyong prendendo un gesso da uno dei cassetti della cattedra, subito dopo si gira verso la lavagna dando le spalle ai giovani che si siedono in modo casuale.

«Io sono Taeyong, per ora vi servirà sapere solo questo, sono e sarò il vostro leader fino alla fine di questa missione, qualche domanda?» chiede il ragazzo iniziando a giocherellare con il gesso.
«Perché siamo qui?» domanda Jaemin alzando la mano destra.
«Per un semplice motivo» risponde Taeyong girandosi verso i ragazzi: «E quale sarebbe questo motivo?» domanda Yuta incrociando le braccia al petto e facendo un’espressione parecchio confusa.
«È una cosa che ci accomuna tutti quanti e che tutti noi vogliamo più di qualcunque altra cosa».
«Cioè?» chiede Jungwoo.
«I soldi ».
«E come pensi di ottenere questi soldi?» chiede Jeno sistemandosi sulla sedia: «Facile, ruberemo i soldi alla banca più famosa di Seul, La Tohyung» dice Taeyong togliendo il lenzuolo dalla cattedra.
Su di essa vi si trova un modellino di una banca fatta di cartone, è di color bianco e le entrate sono di color rosso.
«Credi davvero che possiamo fare una cosa del genere? Se ci beccano siamo nella merda» sputa fuori Renjun alzandosi dalla sedia.
«Ho studiato ogni minimo dettaglio, so in quali conseguenze stiamo andando contro ed è per questo che ho preso voi ragazzi, perché siete i migliori sul campo» conclude Taeyong sedendosi vicino al modellino.

I ragazzi restano in silenzio e Renjun si risiede al proprio posto con un silenzioso sospiro.
«Chi ha troppa paura per rischiare può andarsene» comunica Taeyong guardandosi le unghie, non curante del fatto se qualcuno lo farà o meno.
Nessuno si alza, tutti si guardano negli occhi uno ad uno, come se stessero facendo una silenziosa promessa, la quale vogliono mantenere.
«Come immaginavo» ridacchia Taeyong per poi continuare: «Io vostri nomi li so già, ma non voglio che voi sappiate i nomi l’uno dell’altro visto che qui siamo per lavoro, quindi sceglietevi un nome in codice o mantenete anche il vostro nome o modificatelo, basta che non sappiano gli altri se sia vero o no, avrete molto tempo per pensarlo e comunicarlo».
Il ragazzo guarda tutti loro, uno a uno li esamina prima di ritornare a parlare: «Per i prossimi sei mesi vi allenerete e troverete lavoro nella banca, potete farlo come impiegati, guardie o altre cose che troveremo che ci permetteranno di essere già li nel momento della missione» Taeyong si gira mentre finisce di parlare, con il gesso inizia a scrivere sulla lavagna varie cose: gli impieghi possibili nella La Tohyung, vari orari di lavoro e quanta gente ci lavora all’incirca.

Appena finisce di scrivere le cose, il ragazzo si gira verso di loro: «Tre di noi, lavorano già li, mi hanno aiutato a pianificare il piano nei minimi dettagli, appena entrerete a lavorare individuateli - prende tre foto di tre ragazzi e le attacca con dello scotch alla lavagna - loro sono Xiaojun, Hendry e YangYang, quando parlerete con loro per la prima volta ditegli che mi conoscete e che fate parte della missione NCT».

«E se qualcuno di noi morisse durante la missione?» chiede Yukhei alzando la mano sinistra.
«Se uno di noi morirà lo ricorderemo, lo seppelliremo ma la sua morte non verrà dimenticata, il suo cadavere deve essere riportato qui, alla fine di tutto, chiaro?» domanda Taeyong, sperando, nel profondo, che nessuno di quei ragazzi muoia.
Annuisco tutti quanti e si alzano.

«Forza NCT, è l’ora di iniziare».

ɦɛa†ɦɛռs - [ NCT ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora