Act Seventh /What Comes Next.

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Il pavimento trema sotto i loro piedi, ma Kyungsoo non ha paura. Osserva il lampadario che oscilla, i cocci dei piatti e dei bicchieri frantumati, sparsi sul pavimento, il tavolo che si ribalta, le sedie già a terra. Cerca di guadagnare tempo, tempo prezioso, e stringe forte la mano di Jongin fino a fargli male.
Il ragazzo, tuttavia, non si lamenta. Al contrario, ricambia la sua stretta con altrettanta forza.
Kyungsoo guarda Jongin negli occhi e sa che quelli sono i loro ultimi istanti. Mentre la luce svanisce insieme al bagliore dei dieci ciondoli, gli ultimi due rimasti sono gli unici a brillare ancora, debolmente, nel buio dell'appartamento.
Kyungsoo sa cosa significa. Lo vede nella sua testa e non ha il coraggio di esprimerlo a parole.
"Kyungsoo..."
Sente dei passi. Jongin lo stringe possessivamente a sé.
"Hey."
Passi sempre più vicini. Jongin sta tremando mentre lo abbraccia forte.
"Kyungsoo."
Nel buio fitto in cui sono avvolti, non possono vedere, ma possono sentire. L'oscurità che prende sostanza e li avvolge. L'angoscia più profonda che si impossessa di ogni loro cellula.
"Kyungsoo, hey."
La paura. Quella vera.
"Kyungsoo, svegliati."
Il sudore cola lungo la sua schiena, la sua fronte, il suo viso. Ha il corpo scosso da un tremore infinito, come se fosse immerso in una vasca di ghiaccio. Quando apre gli occhi, però, si trova steso in un letto, tra le lenzuola sgualcite e un paio di braccia forti che lo stringono in un abbraccio.
"Ancora quell'incubo?"
Kyungsoo ha il fiato corto. Si limita ad annuire debolmente.
"Dovresti smettere di pensarci," sussurra Jongin al suo orecchio, per poi riempirgli il collo di piccoli baci. "È solo un brutto sogno."
Kyungsoo annuisce ancora.
"In ogni caso, io sono e sarò sempre qui," sente Jongin sorridere contro la propria pelle accaldata. "Non devi avere paura. Non ti lascerò mai."
Ma Kyungsoo ha già smesso di tremare. Sa che può fidarsi di lui, sa che sarà al sicuro finché resteranno insieme.

Sente gli occhi di tutti puntati su di sé, eppure finge di non accorgersene.
La chiave è restare indifferenti, Yifan lo sa, lo ha imparato velocemente. Dopotutto, sono anni che lavora nel mondo dello spettacolo. Ci ha fatto l'abitudine e ora, tutti quegli sguardi insistenti rivolti a lui persino mentre siede, indisturbato, ad un semplice tavolino del bar, non lo turbano più. Certo, continua a pensare che siano indiscreti e fastidiosi, che gli tolgano la poca libertà di agire secondo i propri desideri che gli è rimasta, ma non importa.
In ogni caso, fra poco andrà altrove.

Il vento gli scompiglia i capelli e scuote il suo corpo come una foglia autunnale, ingiallita e secca.
Luhan si sente così, come se, in qualche modo, la sua anima sia spenta e assopita, nonostante il sole accecante che illumina le strade della Cina.
Si sente così da quando ha lasciato il gruppo. Da quando si è lasciato alle spalle gli EXO, la Corea.
Sehun.

"Yixing," si lamenta. "Yixing, faremo tardi alle prove."
Ma l'altro ragazzo non lo ascolta e prosegue, imperterrito, nel suo lavoro.
"Yixing, andiamo," gli pizzica una delle cosce su cui poggia la propra testa, "Si sta facendo tardi."
"Sono solo le sei del mattino, Junmyeon," non è la risposta che desidera, ma almeno il ragazzo da segno di averlo ascoltato.
"Abbiamo l'agenda piena di impegni, oggi."
"Così come l'avremo domani e l'avevamo ieri," ribatte, la voce lieve e morbida che si disperde in un sussurro nell'aria fresca del parco al mattino. "E l'altro ieri, e l'altro ieri ancora, e ancora..."
Mentre parla, Yixing gli carezza i capelli e, tra le ciocche castane, sistema tante margherite bianche.
Junmyeon è steso con il capo sulle sue gambe. Nonostante la fretta e l'ansia malcelata di tornare all'agenzia, però, non può negare che le carezze di Yixing siano ciò che di più bello e dolce esista.
"Solo dieci minuti," gli dice. "Dieci minuti e poi andiamo."
L'altro annuisce e gli solletica la punta del naso con uno di quei piccoli fiorellini. Quando Junmyeon starnutisce e mette il broncio, Yixing si perde in una risata leggera e gli lascia un bacio sulla fronte, sorridendo contro la sua pelle.

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