IL RAPIMENTO
Appena i genitori arrivarono nel luogo prestabilito, non sapevano cosa aspettarsi?, guardarono il paesaggio e notarono un... indizio? Ombra si aggirava tra i rami. All'inizio non capirono bene cosa fosse, poi si resero conto che non era umana, era di un RobotWarrior, un robot umanoide usato per combattere le guerre nella galassia. Erano infatti nel 20.893 ABE (After the Big Expansion), la Grande Guerra Galattica (BGG) infuriava da 305 anni, da quando gli esseri umani, che bramavano il potere e l''energia delle stelle, distrussero pianeti e sconfissero razze pacifiche, portandole all'estinzione.Le armate umane erano composte da quei RobotWarrior, famosi come RW, erano alti due metri, di metallo nero opaco e avevano un fucile al plasma sulle spalle. Avevano dettagli rossi come il loro terribile, e temuto da tutti, simbolo rosso. Erano spaventosi, terribili, le leggende attorno a loro lo erano ancora di più: nessuno vorrebbe mai trovarseli difronte! La loro testa pareva un elmo, ma avevano uno strano visore, uno schermo forse, dove si doveva trovare la faccia. Quando si accese, quel "visore", emanò una forte luce rossa accecando gli occhi dei genitori per qualche secondo, poi pronunciò con voce metallica e bassa, la prima che uno si immaginerebbe essere riprodotta da un androide, robot o cyborg che sia-Vostro figlio sarà un eroe, combatterà nelle armate dell'umanità e porterà la pace!- La madre cadde a terra con la testa tra le mani e urlò di dolore, il padre gli posò una mano sul collo.L'RW gli porse il braccio destro con il quale reggeva una circolare, contenuta in un libretto di pelle marrone. Il padre la afferro e una lacrima gli rigò il viso. Tre anni fa, un generale aveva consegnato loro dei fogli simili per informarli della partenza del figlio maggiore, all'età di 17 anni, i genitori sapevano che sarebbero venuti a reclamare pure il più piccolo quando avrebbe avuto la stessa età: difatti, eccoli lì.Il robot si girò e oltrepassò i cancelli della Base Tango dove erano stati invitati (obbligati) a recarsi per ricevere la circolare. Poi i cancelli si chiusero. I genitori restarono lì, la madre inginocchiata, piegata in due dal dolore, e il padre che l'abbracciava tentando di farsi forza, una forza che sapeva non avrebbe mai trovato.Il ragazzo restò fino all'inizio del nuovo mese, circa 20 giorni, nella base tango dove fu assegnato come soldato semplice nella fanteria."Se hanno gli RW perchè reclutare umani? Sono più deboli, hanno bisogno di cure, no? Occorrerebbero solo generali e comandanti, o sbaglio?" Si chiedeva.Alla fine del mese arrivò un trasporto, entrarono più di 400 soldati e la nave sarebbe riuscita ad ospitarne più persone di 7, 8 volte quelle che c'erano. La nave era costruita tutta in titanio leggero, ma più che una nave spaziale, assomigliava a un gigantesco, e quando dico gigantesco intendo proprio gigantesco, razzo. Appena si furono allontanati abbastanza dalla terra, difronte al razzo si aprì un wormhole, o galleria gravitazionale, che li trasportò (questo spostamento viene chiamato dai comandati SpaceCrossing) fino alla base bellico-strategica nella galassia, costruita dall'uomo come punto di controllo e comando truppe. Da lì con un altro trasporto il ragazzo fu spedito sul pianeta Boglo del sistema di Ashlash sotto dominio del nemico, la Galactic Alliance (GA), costituita da tutte le civiltà della galassia che si sono ribellate all'umanità, ora conosciuta come First Galactic Colonial Alliance (FGCA). La FGCA era costituita da tutte quelle civiltà che avevano fatto un patto di alleanza con l'umanità per conquistare i punti vitali galattici, così chiamati dalla FGCA perchè molto ricchi di materie prime, energie e disposti in punti strategici della galassia.LA GUERRA DI TRINCEA
Arrivati sul pianeta, i soldati, furono accolti dai generali delle varie unità che fornirono loro l'equipaggiamento necessario: stivaletti, alcuni beccavano persino la stessa gamba, pantaloni e magliette bucati, sudici, giubbotti strappati, caschetto ammaccato e il peggior fucile al plasma si possa mai avere. Tutto l'equipaggiamento è stato riciclato dai morti in battaglia. Vettovaglie? "Non ne hanno bisogno" o almeno così si intuisce dato che i rifornimenti arrivano una volta al mese e bastano solo per un quarto delle persone (che non è ce ne siano tante) lì presenti e le medicine? Meglio non parlarne.Il pianeta non era tanto meglio, fango dappertutto e quella fittissima nebbia che riduceva la visibilità a meno di uno, forse forse due metri di distanza, la luce del sole filtrava a malapena tra le alte cime degli alberi. Era un pianeta paludoso. Come se non bastasse, le specie autoctone del pianeta si sono adattate alle condizioni avendo quindi una superiorità bellica non da poco.Primo giorno e il ragazzo era già in trincea e, se non si vedeva i piedi, figuriamoci il nemico. Il panico dilagava: si udivano solo urla, ringhi, colpi, esplosioni, ordini dei comandanti come -SERRATE I RANGHI-, -AVANZATE- o -SPARATEGLI- e imprecazioni varie.La battaglia infuriava, non si capiva niente, si scorgeva, attraverso la nebbia, solo paura, orrori e devastazione. Non sapeva cosa fare, non si vedeva niente, sentiva freddo, inoltre i cadaveri accanto a lui, le malattie che circolavano e tanto altro. Non si udivano altro che quelle grida strazianti che sapeva l'avrebbero sempre seguito per il resto della vita, nei suoi peggiori sogni.L'unico momento della giornata in cui si può fare qualcosa dal punto di vista bellico è a mezzogiorno planetario, dalle 16:53 alle 17:36, orario galattico: sono circa trenta minuti in cui la nebbia si dirada un po' e c'è una visibilità migliore.Quando finalmente la nebbia si era diradata, il ragazzo, si affacciò dalla trincea e scorse delle strane figure in lontananza, non li distingueva bene: la nebbia era lo stesso fitta. Poi notò che una di quelle figure lo stava fissando, era a circa 50 metri di distanza, sparò dei colpi, il ragazzo non capì bene con cosa. Poi lo strano essere partì alla carica, gli stava correndo in contro. Era veloce, molto veloce, i suoi passi, parevano, far vibrare il terreno. Spaventato, il ragazzo gli punto il vecchio e logoro fucile, iniziò a tremare, premeva il grilletto CLIC CLIC CLIC: il colpo di quel vecchio fucile non partiva. 40 metri poi 30 poi 20 poi... BAM. Un colpo al plasma aveva trafitto la strana creatura. Il ragazzo scivolò nella trincea, stringeva il fucile con le mani gelate, ringraziando di essere, per miracolo, ancora vivo. Poi si rese conto dell'accaduto: aveva appena ucciso un essere vivente, anche se non sapeva cos'era, anche certo che non fosse un essere umano, egli aveva appena privato di un dono, del dono, la vita ad un essere che era come lui, meritava stessi diritti e dignità: un Fratello, per quanto diverso esso era. Strinse ancora più forte il fucile, lo girò e se lo puntò alla testa. Il metallo era gelido, le mani tremavano. Fece scivolare la mano destra sino al grilletto e ci aveva poggiato sopra il pollice, sentiva il freddo, il fucile si faceva pesante, un lacrima gli solcava il viso poi... silenzio fece cadere il fucile e scoppiò a piangere.Lui stava lì disteso, la nebbia si era rialzata, con la schiena appoggiata alla parete della trincea, dando le spalle al fianco nemico. Da lì qualcosa saltò giù nella trincea con un ringhio poco amichevole, e si diresse verso di lui.Spaventato, si alzo e corse in direzione opposta, andando a sbattere contro qualcos'altro che era sicuro non doveva esserci. Cadde all'indietro nel fango. Si accorse che era un abitante del pianeta. Attraverso la nebbia riuscì a scorgere come erano fatti: non erano tanto alti, forse 1,80 1,90 chi lo sa, ma erano molto robusti, le loro braccia quasi toccavano terra, erano ricoperti tutti di rampicanti, alghe e fango avevano... quelli che parevano fucili, sulla schiena, la loro testa era sproporzionata, grande, con due occhi fluorescenti e disposti inanzi alla faccia, avevano delle mandibole a mo di formica. Non avevano il naso, forse respiravano attraverso la pelle come le rane. Il loro corpo era molto robusto e le gambe piccole, ma non erano goffi, considerato il ruolo che svolgevano le braccia, come se fossero quadrupedi, ma riuscivano a stare benissimo in posizione eretta. A partire dalla sommità del cranio avevano una piccola cresta che scendeva lungo la schiena fino a dividersi in tre piccolissime code.Poi si rese conto che quello che credeva essere un fucile era invece una torretta automatica, dato che lo puntò da sola. In quel momento il cuore accellerò, si senti le vene pulsare ai lati dell collo, la testa gli stava per scoppiare, aveva le mani e i piedi congelati, il fucile gli era caduto un po' prima e ora l'inseguitore gli aveva posato una zampa sopra e gli stava puntando anche lui la torretta addosso. Chiuse gli occhi poi BAM BAM, non era chiaro chi avesse sparato ma era andato a segno due volte e quegli strani e inquietanti esseri erano ora distesi a terra.Il ragazzo ancora scioccato riprese il fucile e si diresse verso l'anonimo eroe che gli aveva salvato la vita. Lì trovò un uomo giovane, ma non troppo per essere lì, era un ventenne, aveva il giubbotto tutto intero, pure i pantaloni e tutto il resto, era solo leggermente ferito alla testa, penso fossero dei graffi, ma era bendato e i capelli... biondi? Non si capiva bene con il fango e le polveri che vi si erano depositati sopra, ma sì, sembravano proprio biondi; i capelli erano non troppo lunghi, sporgevano all'insù dalle fasciature che gli avvolgevano la fronte, la nuca e un po' l'orecchio sinistro. L'uomo gli rivolse gli occhi azzurri e gli accennò un sorriso per poi continuare a fissarlo con un'espressione triste da chi aveva visto troppo, con quel suo viso che probabilmente era il più bello della galassia. Il ragazzo si sedette accanto a lui e gli sorrise.CARNE DA MACELLO
Dopo un po', annunciò -Grazzie- L'uomo pareva essersi quasi dimenticato di lui, e quando si girò, sembrava sorpreso che egli era lì. Accennò un sorriso -Di nulla- -Da quanto stai qui?- chiese-Tre anni, mi ci hanno mandato appena compiuti i 17. Ero tra i primi ad atterrare qui.- A sentire <i 17> un brivido solcò la schiena del ragazzo.-Ma che fine hanno fatto i RW?--Le armate nere? Non ci hanno mai messo piede qui!--Cosa? Dici sul serio? Perchè?--Questo non è un sistema molto importante dal punto di vista bellico, più che altro la sua stella è molto potente, questo pianeta è la capitale del sistema. Stiamo combattendo qui per dare copertura ad altri spostamenti--Quindi siamo carne da macello?--In poche parole. Il tuo primo giorno?--Sì- L'uomo allora accennò un sorriso.Restarono ad ascoltare i rumori della battaglia. Muti, forse perchè ciò che si udivano erano fin troppo. Dopo, non so, un ora, due? Una sirena squillò:-Cos'è?- chiese il ragazzo, ma l'uomo non rispose, non lo sapeva, fu in quel momento che il ragazzo si preoccupò.-ARRETRATE!!! TORNATE ALLA BASE!!! DIFENDETE LA BASE... CHE NESSUNO ENTRI!!!- urlò un generale. Il ragazzo sperava che il suo nuovo amico restasse fermo, come se non fosse nulla, qualcosa che era già capitato in passato, forse, qualcosa di cui non voleva parlare, ma nulla di importante. Invece si alzò e iniziò a correre verso la base facendo cenno di seguirlo. Il ragazzo fece così ma l'ansia lo stava salendo, non sapeva cosa stava succedendo, aveva una paura indescrivibile. Arrivati alla base, l'unica base sul pianeta e l'unico posto senza nebbia. Videro degli abitanti avanzare e eliminare parecchi soldati. Anche se non avevano più superiorità visiva, le armi umane erano molto inferiori a quelle delle specie autoctone. Restarono lì per dieci minuti tentando di rallentare l'avanzata, il tempo che un trasporto li estraesse.-SBRIGATI, ENTRA!!!- gli urlava il suo amico, e per poco non restarono entrambi alla mercè di quegli abitanti infuriati. In due minuti, i generali, avevano evacuato tutti i soldati e partirono verso la base orbitante del pianeta.CHE NOTTATAArrivati, ognuno aveva già preso posto nei dormitori e ricevuto una piccola porzione di cibo...Il ragazzo era disteso a letto con sua madre accanto che gli accarezzava i capelli, ma il problema è che si vedeva disteso lì... come se fosse fuori dal suo corpo. Era morto? Era un ricordo? Stava rivivendo parte della sua vita? Poi il ragazzo di 13 anni fa disse -Non riesco a dormire mamma- e lei rispose -Non ti preoccupare, non ti faranno mai del male. Ci sono qui io--Ma se la guerra arriva qui?--Non arriverà mai qui--Ma perchè c'è la guerra?--Conflitto d'interessi, la vecchia federazione umana coloniale attaccò dei sistemi perchè voleva l'energia delle stelle senza pagare, doveva essere una guerra lampo...- poi aggiunse -Ora dormi- mentre gli poggiava le labbra sulla fronte. Si udirono delle urla, quelle urla, le urla della trincea, la porta si aprì ed entrò una di quegli abitanti. Il ragazzo si alzò di scatto sbattendo la testa contro la brandina del piano di sopra. Si era svegliato da un tremendo incubo, poi si era calato di nuovo sul cuscino e si poggiava una mano sulla testa, il cuore batteva e grondava di sudore, che nottata!Il giorno seguente la base fu abbandonata e tutti caricati su un razzo, uno simile a quello che lo aveva portato sulla base galattica e su la base orbitante del pianeta ma solo molto, molto più grande. Un attimo prima di partire una luce si accese nello spazio per due secondi, poi lo SpaceCrossing ebbe successo e sbucarono vicino alla base bellico-strategica umana. Nessuno voleva parlare ma tutti sapevano cos'era stato, era un segreto se esistesse o meno ma ora che era entrata in funzione tutti i sistemi si sarebbero arresi: era il...
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Le cronache delle guerre-I crimini dell'umanità
Science FictionTutte le guerre sono solo morte e distruzione, non esiste una guerra buona o una guerra per la pace: non fanno altro che annullare la volontà e i diritti delle persone! Non esistono crimini di guerra, la guerra è essa stessa un crimine! Tutte le gue...