Capitolo 1

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-May- disse Evangeline -Leslei- risposi io.
-senti è mia figlia perciò decido io- rispose con tono aggressivo.
-quando andrà a scuola e prenderà brutti voti, se li prenderà, in quel momento stranamente diventerà mia figlia- dissi io con un tono scherzoso.
-no, non c'è storia decido io il nome- mi rispose con una voce tranquilla e convinta.
-se io fossi in te non ne sarei così sicura- dissi con tono di sfida.
La porta si apri lentamente ed entrò l'infermiera.
-salve, avete deciso il nome?-
Mi moglie subito grido il nome
-MAY!!!-
-calmati, comunque dottoressa il nome è Leslei- Aggiunsi io.
-ma che dici? infermiera la figlia si chiama May, non dia ascolto a lui- disse Evangeline incazzata.
L'infermiera se ne andò chiudendo la porta dietro di se.
Ed ecco come abbiamo scelto il nome di nostra figlia.
Indovinate come si chiama mia figlia adesso.
May.
Va beh, vi voglio raccontare di lei.
Lei è una ragazza quattordicenne dai capelli biondi, occhi verdi, carnagione chiara, un po' di lentiggini sul viso e un corpo snello.
Il carattere è molto strano e lo devo ammettere.
Mi ricorda me alla sua età, io e lei andiamo molto d'accordo, condividiamo ogni cosa, praticamente oltre ad essere suo padre sono anche il suo migliore amico.
Ricordo ancora quando frequentava l'asilo infondo alla via dove abitiamo adesso.
Fece amicizia con una bambina chiamata Angela, quella bambina tuttora è la sua migliore amica, per noi è come se facesse parte della famiglia.
Conosciamo anche i suoi genitori che trattano allo stesso modo May, siamo come una grande famiglia.
Ogni tanto Angela viene a casa nostra a svolgere i compiti assieme a May, quando finiscono li controllo, seguono un certo ritmo nel fare i compiti in modo da avere il sabato libero, il sabato lo passano a fare shopping in giro per quasi tutti i centri commerciali della città.
Io e sua madre siamo felici che lei abbia una amica come Angela.
May ormai aveva finito le medie e adesso stavano per iniziare i veri studi.
Aveva scelto di frequentare il liceo artistico, un giorno tornando a casa da scuola mi chiese se poteva un giorno portare a casa un amico e compagno di classe del liceo, io dissi di si.
Quel giorno che venne il suo amico io lo osservai attentamente, sapevo cosa significava per una ragazza avere dei morosi, i tempi sono cambiato in peggio ma per fortuna che May è stata cresciuta in un certo modo con una certa educazione, la nostra famiglia non voleva avere quelle ragazzine che giravano in giro con quei due pezzi di stoffa piccolissimi, perfortuna che anche Angela e i suoi la pensano come noi.
Comunque vi stavo dicendo che c'era questo ragazzo che May portò a casa.
-mamma, papà... Voglio presentarvi William- grido una volta aperta la porta mentre tirava fuori le chiavi dalla serratura.
-piacere William- disse il ragazzo con tono tranquillo porgendoci la mano .
Presi la mano, la strinsi al ragazzo e risposi.
-piacere David Padre di May- con tono tranquillo.
E mia moglie a seguire.
-piacere Evangeline madre di May- con entusiasmo e un sorriso.
Eravamo li a guardarci tra di noi è sentiamo suonare il campanello, andai a vedere chi era.
-chi è?- chiesi -sono Angela, posso entrare?- rispose
-si, entra pure- risposi.
Angela entrò in casa e vide William
-ciao William, che ci fai qui?-
-May mi ha invitato a casa sua oggi, tu invece, perché sei qua?-
Rispose William con un tono semi scontroso nei confronti di Angela
-niente ero venuta a visitare May, ma a quanto pare è occupata quindi non vedo un motivo per restare e adesso tolgo il disturbo. Arrivederci-
Angela si stava dirigendo verso la porta, quando sentii che si chiuse la porta, la seguii e la fermai per parlarle.
-come mai tu e William non andate d'accordo?- chiesi preoccupato.
-William è il mio ex-ragazzo e sapere che quella specie di verme frequenti la mia migliore amica mi fa stare male, probabilmente appena avrà ottenuto quello che vorrà da May se ne andrà come ha fatto con me- rispose con tono triste.
-capisco Angela, dimmi, May sta insieme a lui?- chiesi molto curioso.
-no per fortuna, se no l'avrei già avvisata, non vorrei mai che May si rovini con lui- disse con le lacrime agli occhi.
La invitai a rientrare in casa e prendere qualcosa da bere mentre Evangeline controllava William e May.
Prese un succo di frutta, quando si sentii meglio decise di andare a casa, così presi la macchina e la riportai a casa.
Tornando a casa vidi un ragazzo appoggiato a un palo e teneva le mani sul volto, accostai.
-hey, come ti chiami?-
-Edward- rispose il ragazzo con gli occhi rossi e con qualche lacrima sul viso.
-piacere, perché sei così triste?-chiesi.
Il ragazzo mi guardo stranito.
- non devi essere triste, devi essere felice anche se il mondo crolla, continua a sorridere e sai perché?- aggiunsi.
-no, perché?- rispose.
-perché significa che sei vivo e che vivi benissimo anche se il mondo crolla, non farti mai vedere debole, diventa forte- dissi con convinzione.
-comunque è facile da dire, però lei non si è mai trovato nella mia situazione-
E da quelle parole rimasi incuriosito di quale situazione.
-quale situazione?- gli chiesi.
-sono solo- rispose con un filo di voce con il viso rivolto verso il cemento della strada.
-quanto solo?- gli chiesi
-beh facile, non ho amici, non ho una ragazza, non ho più nessuno, mia madre continua per i fatti suoi e se ne frega di me, mio padre scappò di casa- disse mentre gli occhi presero di nuovo fuoco e le lacrime cercavano di spegnere le fiamme.
-sai, ti svelo un segreto, però mi devi promettere che devi stare attento alle parole, perché sembrano banali e prive di senso ma se sei solo veramente capirai che la solitudine non esiste- dissi.
-va bene, lo prometto- rispose a sua volta.
-non sarai mai solo se ci sei tu con te stesso- dissi con un sorriso.
-va bene, come si chiama lei?- chiese il giovane ragazzo.
-David- risposi io alla sua domanda.
-grazie David- disse Edward con un piccolo sorriso.
-di niente Edward- dissi ricambiando il sorriso.
Risalii sulla macchina e tornai a casa mentre Edward si tirava su e si sedeva sui scalini fuori una casa, appena entrai in casa sentii la tv accesa con May e William seduti sul divano mentre Evangeline li osservava dalla finestra della cucina.
Andai in cucina da Evangeline e gli dissi tutto quello che sapevo su William, Evangeline rimase stupita e spalanco gli occhi guardandomi.
Però aggiunsi che forse non è più così ma sarà cambiato, so cosa starete pensando, che sono uno stupido a far si che mia figlia frequenti certa gente, ma io non ho visto ancora niente di male in lui, la gente assume caratteri diversi in base alle persone, non giudico.
-senti cara, vediamo come vanno le cose e dopo vediamo cosa fare- aggiunsi dopo le informazioni che le diedi.
-si può sapere cosa hai nel cervello? Io non lascerò che mia figlia frequenti quel strappa e calpesta cuori- disse incazzata.
-hey tesoro calma, cosa pensavano i tuoi di me?- chiesi.
-che eri un ragazzo normale?- disse con un noto da mister ovvio.
-ma se io ai tuoi non gli sono piaciuto appena ho varcato la soglia della porta che già tuo padre aveva il fucile a canne mozze dietro la schiena- dissi.
-si, va beh ma quelli sono dettagli, adesso i tempi sono cambiati- disse
-appunto, magari è come noi di una vecchia epoca- aggiunsi io tutto convinto
-vuoi che ti dia un ceffone?- disse Evangeline con un'espressione da arrabbiata sul viso
-no, ma prima valutiamo la situazione e poi sai che May ci dice tutto-
-cosa c'entra? Anche io dicevi tutto ai miei eppure quando abbiamo passato la nostra prima notte insieme non gli dissi nulla. Cosa ne sai magari l'avrà già fatto- ribadì lei.
-e tu lo sapevi!- dissi con un tono sorpreso
-no! Ho solo ipotizzato-
-dobbiamo stare più attenti con May- ero preoccupato.
-comunque che stanno guardando i ragazzi?- chiesi ad Evangeline.
-nah, niente solo un film- rispose.
-e come si chiama?- sono sempre stato curioso e volevo saper tante cose.
-"l'ultima stella"- sbuffo Evangeline.
-ah quel film li dove il protagonista...-
-muore- aggiunse Evangeline senza farmi finire.
-se è quello allora si- aggiunse ancora Evangeline.
-grazie per avermi fatto finire di parlare- dissi con una voce delusa
-prego- rispose Evangeline con un sorriso guardandomi negli occhi.
Ormai si era fatto tardi per William, doveva tornare a casa, erano le 18:30, così lo accompagnai con la macchina.
Lo stavo portando a casa e appena arrivati sotto casa sua, scese dalla macchina.
-è stato un piacere conoscerla signore-
-il piacere è tutto mio- dissi.
Tornando a casa mi chiama Evangeline
-amore prima di venire a casa passa a prendere le pizze che ho ordinato sulla via affianco alla scuola, il nome è "May"- mi ordino lei.
-ricevuto signora- risposi.
Andai a prendere le pizze a nome di May.
Erano una 4stagioni e tre americane, erano quattro pizze, sicuramente Angela sarà venuta a trovarci.
Quando arrivai a casa vidi Angela a leggere un libro insieme a May.
Portai le pizze in cucina e le lasciai sul tavolo.

May : specchi dell'animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora