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Erano appena finite le lezioni.
La scuola era vuota.
Ed era solo.
Sotto la pioggia.
Pioveva. Anzi, diluviava.
Era davanti ai scalini dell'entrata dell'edificio.
Solo.
Solo lui, e le gocce d'acqua che sbattevano sul suo corpo immobile.
Era bagnato, fradicio.
Ma se ne fregava altamente. Si sarebbe preso la febbre? Chissene frega.
A nessuno interessa dello scorbutico, stronzo, infame, testardo e violento ragazzo che non ha un'attimo di pace.
Lo rilassava, la pioggia.
Era una delle poche cose che riuscivano a calmarlo.
Semplici nuvole, molto scure che non avevano intenzione di smettere di sfogarsi, buttando con tanta violenza l'acqua al terreno ormai pieno di grandi pozzanghere.
Lo rilassava anche il suono delle piccole gocce che sbattevano contro le foglie degli alberi che, ormai, stavano riacquistando il loro verde.
Stette sotto l'acqua per un po'. Non seppe nemmeno lui per quanto, aveva perso la cognizione del tempo.
Una cosa però lo risvegliò da quello stato di transe.
Una voce.
Quella voce.

Era stata una giornata faticosa, quella. Specialmente per lui, che da tanto non si sentiva veramente felice.
Era appena uscito dalla classe, con l'intento di tornare dai dormitori e buttarsi nel letto a dormire, forse anche senza cambiarsi, quando sentì la voce di All Might che lo chiamava.
"Hey, scusami giovane Kirishima avrei bisogno di parlarti.", disse All Might "Oh, salve professore. Certo, mi dica" Disse il rosso sforzando un sorriso.
Aspettarono che i suoi compagni andassero via per poi iniziare a parlare. "Inanzi tutto, complimenti giovane Kirishima, stai migliorando con la pratica  sono molto fiero di te. La cosa che volevo dirti è che c'è bisogno che ti impegni anche sullo studio. So che ci riesci l'hai dimostrato l'anno scorso, e puoi farlo anche quest'anno. Probabile che sei un po' giù in questo periodo." Disse l'ultima frase con un po' di preoccupazione "No, non si preoccupi. Sto bene" ed ecco l'ennesima bugia detta all'ennesima persona "È solo che sono stanco. Comunque cercherò di impegnarmi il più possibile" "d'accordo giovane, se hai bisogno chiedi, io ti saluto. A lunedì" Disse mettendosi le mani sui fianchi. Kirishima invece fece un leggero inchino per ringraziarlo e salutarlo, per poi girarsi ed incamminarsi verso la porta per uscire dall'edificio.
Appena uscito notò una chioma bionda che stava lì, sotto la pioggia.
Capì subito di chi si trattasse e gli venne di istinto sorridere dolcemente alla scena.
Lui era l'unico, forse insieme anche a Midoriya, a sapere che la pioggia lo calmava tanto.
Gli si avvicinò e andò dietro al suo orecchio "hey, tutto bene?" Se ne fregò di starsi bagnando tutto.

Sussultò al tono della voce rauca, e forse un po' sensuale per lui.
Adorava quel soffio caldo sul suo collo, ogni volta gli faceva venire i brividi.
-Frequentavano entrambi il liceo classico, erano nella sezione A del secondo anno-
Il rosso ridacchiò per poi strofinare il naso sul collo dell'altro, che si rilassa a quel caldo contatto.
In quel momento però, voleva piangere.
Voleva piangere perché erano già due anni che  sopprimeva, sopprimeva un sentimento. Quello che inizia per A, ecco, quel sentimento che ti fa star male.
Quel sentimento che se non ricambiato, ti fa venire voglia di morire.
Quel sentimento, che ad alcune persone fa sorridere.
Quel sentimento, che è sempre presente nei film.
Quel sentimento, quello che Bakugou non pensava di poter provare. "Non ho tempo per queste cazzate, devo pensare al futuro." Si diceva sempre.
Quel sentimento, che sfortunatamente prova da due stramaledetti anni. E che lo fa star male, tanto male.
Quel sentimento, si chiama amore. E che secondo Bakugou, è il sentimento peggiore di tutti.
Ora ha la vita circondata dalle muscolose braccia di Kirishima, che lo sta dolcemente cullando. Ha ancora il naso e la bocca posati sul collo del biondo e ogni tanto gli lascia dei piccoli baci.
A sentire quelle dolci e calde labbra sul suo collo gli fa venire voglia di urlare, perché quei baci non significano niente. Nessuna relazione dietro essi.
Solo due migliori amici che si accorgono se l'altro sta male e quindi si fanno le coccole.
Quando il rosso gli fa le coccole, il resto del mondo scompare. Solo lui, ed Eijirou. Nessun'altro.

Si era accorto che qualcosa non andava, quindi decise di cullarlo un po',  come facevano sempre quando stavano male.
Inizia a dargli leggeri baci sulla spalla, per poi salire al collo. Lo stringe di più a se. Ha paura. Paura che possa lasciarlo. Che possa andarsene a trovare un'amico migliore.
Lui stava male. Troppo. Ma nessuno lo notava, perché del suo grande e luminoso sorriso, che sfoggiava ogni mattina appena entra in sala comune per fare colazione.
Non se n'era accorto nessuno. Almeno così sperava.
Motivo di questa sua sofferenza?
Il motivo è tra le sue braccia.
Il motivo è quello di cui ora sta baciando dolcemente il collo.
Semplice amicizia.
È gay.
Ma non pensa che anche l'altro lo sia.
Purtroppo.
D'un tratto sente l'altro muoversi, e poggia le mani sulle sue.
"Sta... sta... sta piangendo... cazzo, no, non volevo..." pensa mentre vede l'altro piangere grandi lacrime che gli solcano le guance.
Pian piano gli toglie le braccia dai suoi fianchi cercando di staccarsi da quella dolce morsa.
"Basta, ti prego. Basta." Dice mentre il rosso ha in faccia un'espressione molto preoccupata, ma si vede che non sta capendo niente.
"Ti prego.... ti supplico.... smettila di illudermi."
Dice prima di prendere lo zaino posato su una colonna all'asciutto, per poi correre via.

Non ce la faccio più.
Ora sta correndo verso i dormitori, con l'intenzione di andare in camera e di non uscire mai più.
Entrò in sala comune con la testa bassa per non far vedere le lacrime.
Poi andò in camera, e fregandosene di poter bagnare tutto, si stese sul tappeto grigio scuro che aveva sul pavimento della stanza.
Aveva ricominciato a piangere. Gli faceva male il cuore, non ce la faceva più.
Lo illudeva. Ogni giorno di più.
Prima andava da quella strana ragazza dai capelli rosa. La prendeva in braccio, lei gli si attaccava come una cozza per poi stargli anche in braccio mentre mangiavano in mensa.
E poi veniva da lui, ad abbracciarlo e baciargli il collo e coccolarlo come se stessero insieme.
Lui soffriva, non si notava ma soffriva.
Sono ormai due anni che va avanti così, è stanco di farsi illudere.
Per un'attimo gli balena in testa un cosa, ma la scaccia subito. Sarebbe da stupidi farlo.
Chiude gli occhi e dopo un po' sente una voce femminile. Una voce femminile nel dormitorio dei maschi. La voce di Mina.
Sente la porta della camera di Eijirou aprirsi per poi richiudersi e far sparire la strillante voce.
Adesso la fa anche entrare in camera. Perfetto.
È stanco. Basta, non ce la fa più.
Si alza, con l'intenzione di mettere in pratica la cosa pensata poco prima.
"Sto per fare una cazzata.... ma almeno cerco di stare meglio"

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