Capitolo 2 - Kevin

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Narratore esterno

Presa la macchina, Aiden si dirigeva verso l'agenzia di viaggi in cui stava terminando le trattative per una singolare vacanza: Shawn aveva sempre espresso il desiderio di passare del tempo in Antartide. Mentre percorreva la strada degli strani ricordi che nulla avevano a che vedere con ciò che stava pensando lo assalirono, facendogli tornare in mente il fatto che il penitenziario non fosse troppo distante da lì.

*flashback*

Qualche settimana dopo l'arresto di Kevin, a seguito dei due gradi di processo che lui e Shawn avevano dovuto affrontare con non poca difficoltà da parte del più piccolo, Aiden si era recato alla prigione in cui era stato rinchiuso Kevin per "scontare" l'ergastolo. Sperava che la colpa prima o poi lo assalisse e marcisse dentro la sua cella lentamente.

Quando se lo ritrovi davanti, seduto al suo stesso tavolino ma con i polsi ammanettati, non fece a meno di sorridergli mesto <<Perché sei venuto qui?>> posò le mani sulla superficie legnosa che li separava <<Non lo so nemmeno io, ma mi auguro che tu possa riflettere bene su ciò che hai fatto>> <<Sei persino più calmo di quello che mi aspettavo, wow>>

Sul viso di Kevin si era formato un ghigno trionfante, sapeva di aver attirato l'attenzione del vecchio amico <<Dì la verità, i sentimenti ti stanno corrodendo>> <<Stai zitto>>

Tenendo la testa bassa si alzò, i pugni stretti ai lati dei fianchi <<Muori tra queste grigie mura, pezzo di merda>>
Raggiunse a falcate l'uscita della sala dei ricevimenti facendo intendere alla guardia che l'incontro fosse finito.

*fine flashback*

<<Che dolce, sei tornato>> <<Vedo che non hai perso la faccia tosta>> Aiden si morse l'interno della guancia per non straparlare <<Mi fai schifo>> l'altro lo ignorò completamente <<Sai, non ricevo mai visite al di fuori di quelle dello psichiatra che lavora qui>> <<Ah sì?>> <<Non si è stupita, ha detto che casi come il mio li conosce bene>>

Quell'irritante sorriso non gli dava pace, ed era il motivo per cui era tornato sui suoi passi anni più tardi, dentro quella struttura infelice. <<Mi fai schifo>> <<L'hai già detto>> <<Vaffanculo>>

Gli tirò un pugno prima di saltargli addosso e iniziare a picchiarlo sempre più forte in volto, finché alcuni agenti non sopraggiunsero a dividerli <<Dragonfly, l'unica volta che qualcuno viene a trovarti ti fai persino menare?>>

Senza dire niente il rosa se ne andò da quel postaccio, maledicendosi per avervici fatto ritorno.

Shawn's Pov

<<È successo qualcosa?>> <<No, sono solo stanco, c'era un traffico insopportabile>> lo affianco aiutandolo con i vari sacchetti di plastica che ha portato con sé <<Fammi un bel sorriso!>> <<Solo se mi dai un bacio>> <<Ruffiano>> le nostre labbra si toccano e all'istante comincia un bacio dolce, lento e appagante per entrambi. Quando ci scostiamo noto che mio fratello sta davvero sorridendo, ancora ad occhi chiusi <<Sei così bello...>> <<Tu di più>> mi cinge la vita donandomi un altro bacio a stampo <<Ti aiuto a cucinare>>

Narratore esterno

<<MUOVETEVI! DRAGONFLY È EVASO, CAZZO!>>
<<ATTIVATE L'ALLARME IN TUTTE LE STAZIONI POLIZIA, SUBITO!>>

L'uomo, ancora vestito con l'uniforme del carcere, correva per le strade ridendo tra sé e sé, prospettando la visita che a breve avrebbe fatto a qualcuno che per troppo gli era mancato.

L'ultima volta che si erano visti lui era ancora molto piccolo, un esile ragazzino che da bravo aveva tenuto nascosto ciò che facevano. Lo avrebbe ripreso con sé, sapeva che in fondo anche lui voleva la stessa cosa.

Sto arrivando, Shawn.

*Angolo autrice*
oramai lo sapete: quando il capitolo si chiama "Kevin" la merda umana fa qualche casino

[Shiruya] &quot;Saremo io e te&quot; (Sequel di &quot;Peace in your violence&quot;)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora