Era una splendida giornata autunnale e gli uccellini cinguettavano allegri appollaiati sui rami degli alberi. I tiepidi raggi solari entravano dalla finestra, della quale avevo dimenticato di chiudere le ante la sera prima, e si poggiavano delicatamente sul mio viso... Okay, scherzavo. Lo so, lo so, è stato un inizio molto poetico, ma che posso farci? Mi piace iniziare in grande stile. Forse troppo grande, perché stamattina non è andata propriamente così. Ad essere sinceri, ma veramente sinceri, mia mamma mi ha buttato giù dal letto perché mi rifiutavo categoricamente di alzarmi per iniziare un'altra noiosa giornata a scuola. Insomma, per quanto sia una persona curiosa, faccio proprio schifo nello studio, non riesco proprio a concentrami e a rimanere attento né durante le lezioni né a casa, quando devo svolgere le pagine assegnate per compito. Forse è per questo che non vado molto bene a scuola...
"Signorino Taehyung, vuole rendere partecipe tutta la classe dei pensieri così profondi che la portano a non prestare attenzione alla mia lezione?". Ecco, quella che mi ha appena richiamato è la mia professoressa di matematica, la signora Chung. Una vera rompi coglioni, a dire la verità, ma le voglio comunque bene. Credo.
"Mi scusi profe, mi sono distratto un attimo. Farò in modo che non accada più". Come se fosse vero. Tutti sanno che non sono minimamente bravo a rimanere concentrato; dovrei avere il record mondiale dei richiami di tutti i professori. Mi chiedo perché il mio nome non sia ancora stato inserito nei 'Guinness world record', ma sono dettagli.
"Lei è proprio un caso perso, signorino Taehyung" mi risponde la signora Chung, per poi aggiungere: "Cerchi di non farsi richiamare nei prossimi venti minuti della mia lezione, se ci riesce". Come non detto, ormai il mio deficit dell'attenzione è noto a tutti.
"Ci proverò". Questa è l'unica risposta che posso dare alla professoressa, sapendo di star mentendo perché già adesso sto iniziando a viaggiare con la testa. E sapete che cosa si sta insinuando nella mia mente? Quel gran figo di Jeon Jungkook. Un giorno ve lo presenterò; insomma, non posso non presentarvi mio marito. Che poi lui non sia a conoscenza di avere uno sposo o della mia esistenza, possiamo inserire il tutto nella categoria dei cosiddetti 'dettagli'. Jungkook è uno dei ragazzi più popolari della mia scuola, un grande sportivo, un grande studioso, una persona seria e, soprattutto, un ragazzo dalla bellezza fuori dal comune. Insomma, il tipo di persona che qualunque ragazza o giovane adolescente come me vorrebbe avere al suo fianco.
"Signorino Taehyung, per l'amor del cielo. La smetta di distrarsi e cerchi di prestare attenzione alla mia lezione!". Dio, che infarto. Ma quanto urla 'sta scema?! Il mio cuore non può reggere a certi spaventi, è delicato cazzo.
"Mi scusi profe. Io ci provo, davvero, ma non ci riesco" mi lagno, mentre appoggio in modo poco delicato la fronte sul banco.
"Si vada a fare un giretto fuori e rientri direttamente alla lezione successiva, non ne posso più di richiamarla. Stiamo andando avanti così dall'inizio dell'anno scolastico". Si, lo sento il tono disperato della signora Chung, ma che colpe ho io?
"Va bene, profe. Buona giornata e alla prossima volta!" rispondo comunque allegramente, anche se di felicità non ne provo minimamente, mentre, a passo spedito, mi dirigo fuori dalla classe. Ma proprio prima di chiudermi la porta alle spalle, la profe mi richiama e mi dice: "Dovrebbe davvero trovare una soluzione a questo suo problema, signorino, non può continuare ad andare avanti così. Lo dico per il suo bene". Il mio cenno affermativo con il capo fa da risposta alla sua frase, poi chiudo la porta della classe e mi incammino lungo il corridoio. Contemporaneamente, tiro fuori il cellulare dalla tasca e digito un messaggio al mio amico Jimin, chiedendogli di raggiungermi. Non ho voglia di stare da solo, anche se mancano solo dieci minuti al suono della prossima campanella. Per mia fortuna, la risposta di Jimin è positiva. Così decido di sistemarmi sopra un calorifero del corridoio, posizionato sotto una finestra che si affaccia sul campo da calcio esterno alla scuola, e aspetto.
"Taetae!". L'ho già detto che ho un cuore fragile? Bene. Allora perché cazzo la gente si diverte a farmi prendere continui infarti?
"Jimin, mi hai fatto quasi venire un crepacuore! Volevi forse uccidermi?". La mia voce non è uscita arrabbiata come doveva, ma è sembrata più una lamentela di un bambino che frigna. Dio, riesco a schiacciare da solo la mia dignità.
"Non dire stupidate, Tae. Sei tu che non mi hai sentito arrivare, distratto come eri. E, scommetto, è il motivo per cui ti trovi fuori dalla classe, giusto?"
"No, non ti sbagli" rispondo grugnendo al contempo. Deve per forza rinfacciarmi il mio deficit?
"Dovresti davvero trovare una soluzione a questo tuo problema, non puoi andare avanti così". Il suo tono ora è più serio, facendo togliere anche a me l'aria da bambino imbronciato e facendomene assumere una più austera.
"Lo so, Jimin. Lo so troppo bene" sospiro nel mentre che dico questa frase, poi continuo: "Non pensi ci abbia già pensato a cercare una soluzione? E non pensi che magari abbia già provato qualche metodo per aiutarmi a mantenermi concentrato? Si, ci ho provato e, come puoi ben vedere, senza successo".
"Una soluzione sicuramente ci sarà, basta rivolgersi alle persone giuste" mi dice mentre fissa il corridoio davanti a sé.
"Uno psicologo? No, grazie. Posso arrangiarmi benissimo da solo". Ma siamo matti? Chiamatemi orgoglioso, ma io non ci vado da uno strizza cervelli. Anche se all'apparenza posso sembrare uno stupido, sono in realtà molto intelligente e posso benissimo aiutarmi da solo. Non ho bisogno di essere anche classificato come un malato mentale oltre che come una persona strana.
"Un po' di aiuto non fa mai male, Taehyung. E il giudizio degli altri non dovrebbe importanti, soprattutto se di mezzo ci sei tu o la tua salute". Non smetterò mai di dirlo: Jimin è un personaggio veramente inquietante. Sembra che riesca sempre a leggere nella mente delle persone, proprio come ha fatto con me adesso. Ho i brividi.
Prima di rispondere guardo l'orario sul telefono, notando che mancano due minuti al suono della campana. Così salto giù dal calorifero e mi incammino lungo il corridoio seguito da Jimin. Prima di dividerci per andare ognuno nella propria classe, gli rispondo: "Ci penserò su, va bene? Ci vediamo dopo a pranzo. Buona lezione!"
"Ciao Taetae, a dopo!" mi saluta di rimando il castano, senza aggiungere nient'altro. E questo significa solo due cose: o, come me, ha voluto semplicemente far cadere il discorso, oppure lo vorrà riprendere dopo, a mensa. Spero in cuor mio sia la prima opzione.
Nel momento esatto in cui arrivo davanti alla porta la campanella suona, così aspetto due secondi esatti - si, li conto mentalmente - e poi entro in classe dirigendomi velocemente al mio banco. Non sono per niente pronto ad affrontare una mattinata piena di richiami e sgridate da parte dei professori. Che qualcuno mi aiuti!
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Amo per amore - KookV
Fanfiction"Un ragazzo là fuori è nato per essere l'amore della tua vita, il tuo migliore amico, la tua anima gemella, l'unico a cui puoi raccontare i tuoi sogni. Ti spazzolerá i capelli dagli occhi. Ti manderà fiori quando meno te lo aspetti. Guarderà te dura...