Una punizione ben accetta

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Sayuri aprì gli occhi, in mezzo alla penombra della sua stanza. Che ore erano? Controllò l'orario: le 6 a.m. : troppo presto per alzarsi, troppo tardi per addormentarsi. Si stese su un fianco, e guardò davanti a sè, non guardò l'armadio, guardò semplicemente il vuoto, quel vuoto che si veniva a creare quando c'era qualcosa che mancava, quel vuoto che lei aveva dentro, che proiettava di fronte ai suoi occhi come qualcosa non di nemico, non da sconfiggere, ma da abbracciare e da accettare. Ormai aveva capito il trucchetto della felicità: Accetta ciò che ti viene dato, accetta quel che accade, abbraccialo come un vecchio amico, prima che esso diventi tuo nemico.
Scacciò questi pensieri dalla mente, era bello passare un po' di tempo  con se stessa a riflettere sul senso della vita, ma stava per dover affrontare il suo secondo giorno di scuola, e aveva non una, non due, ma ben tre ore con il professor Cooper: lui poteva essere idolatrato dalle ragazzine galline della sua scuola, insomma, quale ragazza non avrebbe ceduto a quel sorriso innocente, e a quell'aria da "oh, sono laureato in filosofia, sono straordinariamente giovane e terribilmente sexy con le mie camicie che mi farebbero passare per un modello Dolce&Gabbana, se solo non mettessi in bella mostra la mia cartella di cuoio lacerata da professore sexy e di cultura". Ma Sayuri no, lei non si sarebbe mica fatta ammaliare! L'ultima esperienza con un ragazzo era stata abbastanza dolorosa, ed era la seconda volta che cadeva nella trappola di questo ragno gigante e cattivo al quale era stato affibiato alla nascita il nome di Steve: un essere che non sapeva cosa voleva dalla vita e che tentava di trovare qualcuna disposta a una relazione prettamente sessuale, senza alcun coinvolgimento sentimentale, disposta ad essere abbandonata, alla luce dei primi segni di sentimento.
Sayuri aveva chiuso con gli uomini, almeno per il momento, le relazioni non facevano proprio per lei, la vita era anzi più bella da single: niente oppressioni, niente gelosie, niente di niente. Say vedeva tutte quelle relazioni malsane che erano tra i suoi coetanei, ragazze al quale era stato vietato di andare in discoteca, ragazze al quale era stato vietato di uscire e di scambiare anche solo poche parole con altri soggetti di sesso maschile, ragazzi costretti a chiudere tutte le conversazioni con il resto del mondo femminile, ragazzi che dovevano sottostare ad un controllo del cellulare e del profilo facebook  giornalmente,  ragazzi e ragazze oppresse che mettevano una maschera e si fingevano felici dell'oppressione e del senso di prigionia che portava la loro relazione: Sayuri era diversa, preferiva l'amicizia e il suo meraviglioso gruppo di amici, la musica, e l'immergersi nei libri come farebbe un subacqueo in mare: questa era la sua vita, e non l'avrebbe mai e poi mai cambiata, prima o poi sarebbe arrivato qualcuno che la pensava come lei, e allora avrebbe pensato a cosa fare.
Mentre questi pensieri le vagavano per la mente, si accorse che era passata una mezz'ora buona da quando si era svegliata, così si buttò giù dal letto, scese in cucina e fece il caffè per quando tutti si fossero alzati, sistemò la tavola, salì a lavarsi, dopodichè scelse con cura i vestiti per quel giorno di scuola - un paio di jeans stretti, una camicetta stile anni 60 da scolaretta, ballerine e chignon basso, un filo di trucco, e sistemò lo zaino, poi controllò l'orario: erano le sette e venti, sentì dai rumori provenienti dal piano di sotto ,che i suoi genitori stavano facendo colazione, e si mise ad ascoltare i Doors, finchè non venne l'ora di andare a scuola.

Quando la campanella suonò, Sayuri, Jasmine e Sofia, erano già ai loro posti, discutendo animatamente della serata al locale rock alla quale non potevano assolutamente mancare,e nel frattempo il professor Cooper entrò:  quel giorno aveva una camicia azzurra - ma questo tizio non ha altro che camicie?- pensò Sayuri, e la solita borsa, che si sfilò, poggiandola alla sedia, e si sedette sulla cattedra, provocando un gridolino di Jackie, che, per l'occasione si era messa al primo banco, così da brava scolaretta.. da film porno.
"Cosa c'è attorno a voi? " disse ad un tratto il professore.
"Mmh, i muri!" disse l'idiota della classe, Edward, detto Ed.
"Ingrandite i vostri orizzonti ragazzi, dovete far volare le vostre menti!" rispose il professore con fervore.
"Beh, una fortissima carica sessuale ovviamente, c'è lei davanti a me!" disse con voce squillante Jackie, per nulla imbarazzata dall'inopportuno commento. Scoppiarono tutti  a ridere, compreso il professore, mostrando quel suo sorriso che Sayuri notò, era diretto verso di lei, proprio lei, Sayuri Santz. "Ma no, Say, ma che ti stai immaginando? Smettila di sognare e cerca una risposta intelligente da dare! " pensò Sayuri, mentre il professore diceva: "Divertente signorina..oh, beh, lei al primo banco."
Jackie, per la prima volta in quattro anni, aveva fatto un broncio enorme, scontenta dalla risposta che le aveva dato un uomo al suo provarci spudoratamente, e poi non si era ricordato nemmeno il suo nome, che maleducato!
"Non c'è niente. Attorno a noi non abbiamo proprio nulla, oppure abbiamo tutto? E se questo niente che abbiamo sia ugualmente contenibile in un tutto non ben definito? Cosa è trascurabile e cosa no? Il tutto è poi soggettivo, quindi io attorno a me ci vedo l'impotenza umana, questa classe rappresenta proprio l'impotenza umana, e il vano tentativo di istruire giovani con una cultura vasta ma pur sempre limitata, che non raggiunge nemmeno per idea la perfezione, e senza la perfezione, che non è ben definita, noi esseri umani non siamo nulla." disse Sayuri,  tutto d'un tratto.
Il professore la guardò, la perforò con lo sguardo.  Il contatto visivo, Sayuri non capì quanto durò, se dieci secondi o dieci anni. Il professore ammutolì, prese un'espressione seria in viso, e si sedette alla cattedra, in silenzio, proprio mentre Ed e Jackie rivolgevano uno sguardo truce a Sayuri, e Jackie le sussurrava "Hey, hey Santz! Fai meno la filosofa, che non fai colpo nemmeno sulle formiche! "
Errato. Sbaglio colossale.
Il professore si alzò di scatto, e tornò alla posizione precedente, in piedi stavolta, davanti la cattedra, proprio di fronte Jackie, e con aria incombente disse " Signorina del primo banco, non crede che la sua compagna Sayuri abbia risposto in maniera esaustiva e soprattutto sicura, mentre lei si è limitata a esplicitare il fatto che i suoi ormoni impazziscono puntuali come un orologio svizzero, in mia presenza? Le do un consiglio che non c'entra con la filosofia: quando vuole provarci con un uomo, se vuole essere presa sul serio, come prima cosa, di esso colpisca la mente, e non i sensi fisici! Se la sua compagna avesse voluto, come dice lei, "Provarci" con me, cosa che reputo assolutamente improbabile, poichè qui siamo in una scuola e io sono un professore, e come tale non mi è permesso avere relazioni con le mie studentesse, beh, le assicuro che Sayuri avrebbe fatto colpo. "
La classè ammutolì.
Sayuri ammutolì.
Jasmine e Sofia avevano un'aria scioccata, e guardarono con aria prima soddisfatta, poi spaventata, poi incredula, poi di nuovo soddisfatta, Sayuri.
Jackie era rossa dalla vergogna, si fece piccola piccola e si poggiò al banco, sperando di diventare invisibile, non avendo la voglia di ribattere.
Sayuri avrebbe giurato che il professore, prima di sedersi e iniziare una normale lezione di filosofia, l'avesse guardata ancora stupito, ma poi si disse che era stata solo un'allucinazione.
Nel mezzo di una lettura di un brano tratto da un trattato filosofico, Sayuri, Jasmine e Sofia, avevano intrapreso un dibattito a voce bassa, partendo dall'orario e dalle condizioni metereologiche di quel giorno, e andando a finire a parlare della loro condizione sentimentale. Jasmine era fidanzata con Matt, un ragazzo un anno più grande, facente parte della squadra di pallanuoto della scuola, che era diventato un loro carissimo amico, il quale spendeva sempre qualche parola di conforto o per consigli a Sofia e Sayuri. Sofia, era libera da ogni pensiero, diceva di voler sposare la natura, era una hippy intrappolata nel corpo di una diciassettenne in un borghetto inglese, aveva sempre pensato Sayuri. Sayuri invece cercava sempre le cose difficili da raggiungere, per poi farsi inevitabilmente male ogni volta, puntualmente. La sua ultima avventura era stata con un ragazzo che faceva parte del loro gruppo, che di relazioni proprio non ne voleva sapere.
"Oh, Matt dice sempre che Steve è un bambino non ancora cresciuto!" disse Jasmine.
"Magari non ha semplicemente ancora trovato la sua pace interiore.." disse Sofia
"Eppure era così romantico, sapeste come è dolce..! E poi è così particolare, così unico nel suo genere! " disse Sayuri.
"Tu sei cieca e anche stupida! Ti vuole solo usare, io sono realista! Non è degno di toccare le tue mani, o di accarezzare i tuoi capelli, o sfiorare le tue guanc..." farfugliò Jasmine, quando si accorsero di avere il professore davanti al naso, che stava ascoltando, in attesa che finissero: Da quanto era là? Quanto aveva ascoltato?
"Oh, bene ragazze, sono davvero molto felice che voi abbiate finito la vostra conversazione per seguire questa mia misera lezione, scusate se vi ho interrotto, questo Steve sarà sicuramente più importante del testo di Platone, però credo che sarò costretto a trattenervi dopo l'orario scolastico: cinque pagine di quaderno con scritto : NON DEVO PARLARE DURANTE L'ORA DI LEZIONE, SOPRATTUTTO DEL FAVOLOSO STEVE. Va bene? Oppure volete un'altra frase? Continuate la vostra conversazione, ragazze, io andrò a leggere un altro brano. " disse il professore.
Le tre ragazze si fecero piccole piccole, non sapendo se ridere o piangere. Sayuri notò che il professor Cooper da vicino era ancora più bello, sembrava un Dio greco, ma da dove diavolo era uscito? Mentre lei pensava al fascino che emanava il professore, Sofia e Jasmine imprecavano a bassa voce contro di lui, dimenticandosi del fascino e soprattutto della ragione.
-Non è un gran dispiacere rimanere a scuola un altro po' , se era a scontare una punizione con lui, no? - pensò Sayuri. - e se a loro due dispiace, a me non fa alcuna differenza.-

A ricreazione, quando tutti si ammassavano nella mensa, Sayuri fece un giro di perlustrazione per la scuola - magari vi era qualche nuovo studente carino- e tornò in classe, dove, sul banco, trovò un biglietto:
"Spero che lei e le sue amiche sarete puntuali, mentre scriverete quella frase lungo cinque pagine di quaderno, avrete sicuramente modo di parlare di questo famoso Steve. Alle due in classe. "
E poi una firma sotto, con una grafia chiara ed elegante:
Professor David Cooper.

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