Fatti sotto

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Kirino si guardò attorno per l'ennesima volta, non era possibile che una palla lo colpisse per tre volte di fila. Tre volte sulla schiena! Già una sola era tremendamente dolorosa, aveva paura dell'ematoma che sarebbe comparso di lì a poche ore. Il giorno dopo non sarebbe stato in grado di rimanere seduto decentemente su una sedia, non sarebbe stato in grado di appoggiarla per l'intera settimana se non di più. Aveva il timore che non sarebbe guarita per il giorno della partita. Se i loro avversari fossero stati in grado di capire il suo stato di salute?
Se decidessero di usarlo a loro vantaggio sarebbe soltanto d'intralcio alla squadra. Sarebbe diventato la chiave per la vittoria dei loro avversari. Tutto per colpa di cosa? Cos'aveva combinato per guadagnarsi quei colpi? Si ritenne fortunato di non aver ricevuto delle super-tecniche, altrimenti sarebbe conciato molto peggio. Questo, però, non cambiava la situazione in cui era finito.

Il suo sguardo si soffermò su una persona in particolare, Kariya. Era sicuro che quei 'passaggi', se così si potevano chiamare, provenissero da lui, ma non ne aveva le prove. Se lo avesse accusato come la prima volta, con la storia del quinto settore, avrebbe ottenuto esattamente l'effetto opposto. Se mai ne avesse avute quel ragazzino avrebbe trovato il modo per cavarsela, probabilmente sarebbe diventato lui il colpevole senza neppure aver alzato un dito.
Il ragazzo dai codini rosa strinse i pugni e si rimise in posizione per bloccare il prossimo attacco della seconda squadra della Raimon. Doveva soltanto fingere di non aver nulla, era diventata la sua sfida giornaliera. Non voleva essere sostituito alla prossima partita, anzi non voleva che alla partita dovessero contare su uno che si divertiva a sbeffeggiarlo. Poco gli importava che quel ragazzo fosse o meno bravo, non voleva essere battuto.

« Kirino che stai combinando, fermalo » gli urlò Tsurugi da centrocampo prima di vedere una scia bianca e gialla passargli accanto. Non si era accorto dell'avversario che stava arrivando, non riusciva a crederci. Si era lasciato distrarre da sentimenti che dovevano rimanere fuori dal campo. Questo era un errore da principianti! Doveva riorganizzarsi.

« Basta così per oggi » decretò l'allenatore bloccando l'azione dei loro compagni sul nascere.I ragazzi annuirono cominciando a sistemare quanto avevano utilizzato per l'allenamento, mentre metà andavano a farsi una doccia così da non litigare su chi dovesse aspettare o meno il proprio turno.

Kirino, però, aveva in mente qualcosa di diverso. Afferrò il braccio di Karyia, una volta passatogli accanto. Non avrebbe lasciato correre, era più che visibile che i suoi tiri fossero calcolati e non casuali come dovevano sembrare. Il turchese lo guardò sorpreso e curioso di sapere che cosa avesse in mente, almeno così credeva il rosato. Non riusciva mai a interpretare il significato dei ghigni che si formavano sul suo volto. Quando era con gli altri non lo indossava, se si voleva precisare non indossava quel tipo di ghigno. Rideva, scherzava, ma non si divertiva a prenderli in giro nello stesso modo come con lui. Voleva conoscere il motivo per cui era il suo bersaglio, quali erano le sue vere intenzioni. L'unico momento in cui si sentiva al sicuro dalle sue bravate era quando si trovavano in campo per una partita, lì non si sognava di mettergli i bastoni tra le ruote.
Lo trascinò lontano da orecchie indiscrete. Aveva intenzione di proporgli una sfida, ma non voleva che qualcuno ne venisse a conoscenza. Era una faccenda che riguardava solo loro e voleva che rimanesse tale.

« Mi vuoi dire che problemi hai? » provò a domandargli sicuro di non ricevere la risposta che tanto agognava. Infatti, come da programma, Kariya ghignò e alzò le spalle come per dire che non sapeva di cosa stesse parlando.
Kirino si ritrovò a stringere i pugni per non rischiare di compiere un'azione di cui si sarebbe pentito in un secondo momento. Ci aveva provato con le buone ora doveva riprovarci forzando leggermente la mano.

« Perfetto, se non vuoi dirmelo in questo modo ti propongo una sfida » disse attirando l'attenzione del suo compagno di squadra. Sorrise felice di essere riuscito ad incantarlo « Domani al campo al fiume, ci sfideremo a chi riesce a fare più tiri in porta. Niente tecniche »

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