•Victioria's Secret•

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Un struttura enorme, davvero da rimanere senza fiato. Non potevo crederci...stavo realizzando il mio sogno, il mio unico sogno, quello di diventare una modella della strepitosa agenzia Victoria's Secret. Sapevo già che essere modella, sarebbe stato difficile, anche perché rivoluzionerei la mia vita, in meglio ovviamente.
La mia famiglia, anzi non la definirei "famiglia" poiché mia madre era un alcolista, e mio padre semplicemente uno spacciatore di droghe. Praticamente una famiglia "perfetta"
Chi vogliamo prendere in giro? I miei, sono morti in un incidente d'auto, a Chicago, dovevano sbrigare degli affari, non ho neanche capito cosa dovessero fare veramente, ma ho come il presentimento che dovevano fare qualcosa di "inaccettabile"...
Tralasciando ciò, adesso vivo con nonna Stephany. Una donna stupenda, penso che mia madre sia stata adottata, perché é una donna troppo diversa da mia madre. É solare, dolce con tutti, la considero davvero una madre, dato che non chiamavo mia madre "mamma" bensì con il suo nome. Non me ne mai fregato un bel niente di mia madre, era sempre assente in tutte le mia decisioni, cavolo ero solo una bambina tredicenne, avevo il bisogno di consigli materni o paterni. Ormai sono grande, non ho alcun bisogno di consigli o cose varie, la mia strada l'ho presa, e la sto percorrendo. Ho 18 anni, sono adulta e sono pronta ad affrontare la vita...
Mi trovavo finalmente, a San Francisco, nella sala d'attesa dell'agenzia "Victoria's Secret", attendendo nervosamente il mio turno per il provino, in compagnia di parecchie ragazze.
A fianco a me, c'era una ragazza bellissima. Era bionda, occhi azzurri/grigi, magra e sensuale. Davvero stupenda!

«Ho qualcosa in faccia?» mi chiese curiosa

«No assolutamente...stai aspettando anche tu?» le sorrisi

«Oh! Si...Chi non vorrebbe essere la top model di Victoria's Secret? Nessuno immagino. Praticamente tutte le ragazze del mio piccolo quartiere in Texas, stanno attendendo impazientemente il loro turno» sorrise

«Già, davvero strepitoso. -sorrisi- Quindi abiti in Texas?» domandai curiosa

«Si. La conosco come le mie tasche» ridacchiò

«Immagino. Beh io sono Barbara, Barbara Palvin.» sorrisi porgendole la mia mano

«Oh piacere Barby. Ti posso chiamare Barby?» mi chiese

«Certo!» ridacchiai

«Comunque sono Scarlett Wolf , gli amici mi chiamano "S", se vuoi puoi chiamarmi anche tu così» sorrise

«Oh! Certo S.» sorrisi

«Tu invece da dove vieni?» domandò

«Vivo in California. I miei sono morti cinque anni fa, in un incidente stradale a Chicago..» giocherellai con la zip del borsone

«Wow! Mi dispiace, io non...non pens-» la interruppi

«Tranquilla S, sono passati anni, poi per me non erano neanche genitori, dato che mia madr era un alcolista e mio padre uno spacciatore di droghe» ridacchiai nervosamente

«Capisco...Cioè non capisco, perché non so come ti senti, dato che non mi è...-sospira- penso che hai capito.» poggiò la testa sul muro

«Si tranquilla.» l'assicurai

«Beh! Con chi vivi, ci dove essere qualcuno con cui vivi no?» domandò

«Si, mia nonna, o mia madre, poiché per me é una vera madre. Mio nonno morì nove anni fa, era molto anziano.» sospirai

«Oh!» il suo viso aveva una graziosa fossa sulla guancia.

D'un tratto, entrò un uomo alto e grande quanto un armadio, nella sala d'attesa, posando vari fascicoli sulle grande scrivania in legno. Ci fece accomodare nell'ufficio principale immagino, nominando i nostri nomi. Probabilmente le altre ragazze, faranno la prova la prossima settimana.

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