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𝟮𝟬:𝟬𝟳, 𝟮𝟮 𝗺𝗮𝗿𝘇𝗼 𝟮𝟬𝟭𝟵

«jeno, è pronto!» jeno era in camera sua, immerso nella lettura del suo libro preferito, quando il padre lo chiamò per la cena.

il ragazzo si sedette a tavola versandosi l'acqua nel bicchiere, «hai fatto tutti i compiti?» chiese suo padre mentre addentò la carne, «si.» disse il corvino chiaro e tondo.

jeno con suo padre aveva un rapporto inesistente: si scambiavano a malapena qualche parola, ma nulla di che. non sapeva nemmeno lui il perché di tutto questo silenzio, ma nessuno dei due faceva qualcosa per iniziare un discorso con l'altro e viceversa.

il corvino finì la cena ringraziando suo padre, tornò in camera e prese il suo quaderno pieno di disegni. la maggior parte delle volte, quegli schizzi raffiguravano stelle e comete. nonostante non potesse vedere il cielo stellato, niente impediva al ragazzo di immaginarsi le stelle, come più gli piaceva. stelle rosa, azzurre, rosse e verdi; come le immaginava la sua mente, lui le riportava sul suo quaderno.

lungi dall'infettare il romanticismo, il cielo stellato può scatenare il panico in alcune persone, e lee jeno era una di quelle. il ragazzo aveva una paura esasperata delle stelle, chiamata "siderofobia", non ci conviveva molto bene, dato che provocava attacchi d'ansia, nausea, sudorazione eccessiva, bocca secca, agitazione cardiaca, e vertigini. iniziò tutto alla tenera età di cinque anni; quando sua madre, che era ancora in vita, lo portò fuori dal balcone di casa per fargli ammirare il cielo stellato, e improvvisamente percepì un senso di nausea -a lui ancora sconosciuto-, così rimesse la cena sulla balconata. poco dopo iniziò a sudare a dismisura, e i suoi genitori erano preoccupati, ma così poco, da lasciar perdere tutto l'accaduto.

la sua asocialità nel corso degli anni l'aveva portato a rinchiudersi in casa frequentando le lezioni tramite degli insegnanti privati, gli stessi per otto anni.

le cose peggiorarono drasticamente quando suo padre obbligò jeno, ormai quattordicenne, ad andare con la sua insegnante di scienze al planetario della città, per una lezione di astronomia. quest'ultima gli chiese di guardare attraverso il telescopio e un attacco d'ansia e una sensazione di soffocamento, si impadronirono del ragazzo, traumatizzandolo per i suoi anni a venire.

toccò a jeno informarsi di quello che gli era capitato, e tramite una pagina web, scoprì di avere un'ingiustificata paura delle stelle. più volte provò ad uscire di casa la sera tardi, per osservare gli astri, ma quel cielo oscuro adornato da puntini lucenti, non riusciva proprio ad osservarlo, si sentì il respiro mancare; nessuna sua passeggiata sotto il cielo stellato durò più di due minuti.

lui voleva superare questa paura, dato che la riteneva "stupida" e "inutile", quindi da un po' di anni a questa parte, si mise a disegnare stelle e comete: gialle, rosa, azzurre e anche verdi, le colorava con varie sfumature di millemila colori, con tratto leggero o pesante, ma lui piaceva immaginarsele così, colorate e luminose.

quella notte si addormentò piuttosto tardi, con una domanda per la testa: troverà mai la sua stella, che gli illumini costantemente le giornate?

star | jaenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora